Per arrivare ad abbracciare Fabio mancava poco.
C'era un ultimo lungo corridoio da percorrere,
lungo il quale però,
ci avvisò la guardia,
risiedevano i detenuti.
Iniziai a camminare come se nulla fosse.
Dovevo solamente guardare avanti e camminare,
ma era impossibile,
credetemi.
Per ogni passo che facevo,
c'era un detenuto affacciato allo spioncino della cella che mi squadrava dalla testa ai piedi.
Sapevo bene che erano loro quelli sotto giudizio,
eppure il modo in cui mi fissavano,
cazzo,
fece sentire me colpevole per un attimo.
Li guardai tutti,
uno ad uno.
Ogni sguardo raccontava una storia.
E fu proprio in quel turbinio di emozioni  che mi venne in mente un pensiero alquanto bizzarro,
forse.
Pensai che si,
mio fratello aveva sbagliato,
e stava pagando per i suoi errori.
Ed era giusto così.
O per lo meno era giusto così in questo paese.
Non riuscivo proprio a capire come fosse possibile!
Quello che loro avevano definito un crimine,
con poche ore d'aereo in altre parti del mondo,
si sarebbe trasformato in un lavoro onesto e ben retribuito.
Inutile negare che cercai in tutti i modi di dare una spiegazione logica a quel bizzarro pensiero che martellò il mio cervello nei giorni a seguire.
Ma purtroppo non la trovai.
E fu così che dovetti abbandonarmi,
mio malgrado,
all'assurda idea che paese che vai usanze che trovi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 12, 2021 ⏰

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