1-Hitch-hiking

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Eccola che inizia, l'ennesima noiosissima giornata della mia vita. Socchiudo gli occhi intravedendo la fioca luce del sole che filtra dalla serranda abbassata di quella che si può definire più o meno camera mia. Sblocco lo schermo del cellulare cercando ad occhi chiusi di trovare un modo per spegnere quella fastidiosa sveglia. Appena ci riesco decido di sfilarmi dal letto lasciando la mia voglia di lavorare e il mio buon senso sotto le coperte. Appena riesco a mantenermi in piedi e a camminare, raggiungo la cucina ancora a petto nudo e mi appoggio allo stipite della porta fissando lo schermo del telefono leggendo alcuni messaggi, ma ...

"Buongiorno Harry "

Una voce maschile improvvisa mi fa saltare, non mi ero accorto che ci fosse un'altra persona in questa stanza. È il proprietario di questa casa che, avendo le chiavi d'ingresso si sente libero di entrare qui dentro ogni volta che vuole. Non è molto anziano, avrà quarant'anni massimo ma la sua mentalità si addice perfettamente ad un settantenne. Vive al piano di sopra con sua moglie e sua figlia. Appena distolgo lo sguardo dal telefono per concertarmi su di lui, mi accorgo che è impegnato a frugare nel mio frigorifero.

"Buongiorno a lei... Sa, è sempre il benvenuto qui, ma non ricordo di averla invitata"

Sogghigna poi, dopo aver preso un paio di uova, chiude il frigo e si gira verso di me.

"Vedi Harry, per quello che ti faccio pagare l'affitto, dovrei anche dormirci ed usare il tuo televisore qui, anche perché questa a tutti gli effetti è ancora casa mia!"

"Dovresti dimezzare il prezzo allora dato che ormai siamo in due a viverci Stan!Se hai così tanto bisogno di questa casa perché l'hai messa in affitto?"

Troppo attaccato alla ricchezza. Vuole troppi soldi per un appartamento troppo piccolo per chiunque. Prima o poi comprerò una casa tutta mia!

"Non lamentarti Styles, se continui te lo raddoppio, hai anche del latte ?"

"Sono intollerante" dico sbuffando. Odio quell'uomo con tutto me stesso, sa di essere superiore a me e non si lascia sfuggire un'occasione per dimostrarmelo. Lui ha un lavoro, una famiglia, addirittura due case mentre io ho solamente i soldi, di mio padre, quindi tecnicamente non sono nemmeno i miei. Non posso continuare così. Il costo dell'affitto di questo appartamento varia a seconda di come gli gira e in base a quanto è pieno il mio frigorifero. Non ne posso più, ma per fortuna questa situazione sta per cambiare. Mio padre è a capo di un'agenzia immobiliare e sta provvedendo a trovarmi un'altra casa degna di essere chiamata tale. Sono due mesi che vivo in questo modo e sono veramente giunto al limite.

Mentre Stan esce dall'appartamento inizio a leggere un messaggio del mio capo ufficio.
"Buongiorno Harry, ricordati di presentarti qui una mezz'oretta prima, oggi dobbiamo scegliere le modelle per il nostro prossimo servizio fotografico per la copertina di Cosmopolitan devi aiutarmi a preparare lo studio"

Merda. Me ne ero completamente dimenticato. In tutta fretta mi faccio una doccia e mi infilo un paio di pantaloni neri con una maglia dello stesso colore, delle scarpe marroni in camoscio, infine indosso il mio inseparabile berretto nero di lana. Prendo poi le chiavi della macchina, la giacca e comincio ad avviarmi verso la sede principale di Cosmopolitan. Lo studio fotografico si trova ad una decina di minuti in macchina solitamente, ma a quanto pare oggi la fortuna non è dalla mia parte e sulla strada principale hanno deciso di portare a termine una volta per tutte alcuni lavori stradali. Così sono costretto a scegliere un tragitto alternativo. Poiché non ci sono tante strade qui nella periferia di Londra mi ritrovo a percorrere una tortuosa stradina vicino ad un bosco in prossimità dell'aeroporto. È piuttosto deserta solitamente, ma oggi ci sono più macchine del normale ed il traffico sembra non sbloccarsi mai. Dopo una buona mezz'ora sono ormai quasi arrivato al mio ufficio quando noto un ragazzo sul ciglio della strada in lontanaza con una valigia in mano ed ha un pollice alzato verso gli autisti. Sembra stia li da molto tempo dati i suoi capelli scompigliati e la sua faccia annoiata. Indossa un maglione bianco con delle bretelle bianche a righe blu con un cappotto lungo sul grigio topo. Ha un borsone nero e bianco appoggiato su una spalla, a giudicare dalla sua espressione deduco che è molto pesante, sicuramente è appena atterrato all'aeroporto. Lo comincio a scrutare attentamente e nel momento in cui ha iniziato ad implorarmi con lo sguardo decido di accostarmi per far salire quel perfetto sconosciuto nella mia auto. Il ragazzo mi sorride e non esita un attimo ad aprire lo sportello per sedersi sul sedile alla mia sinistra. Sta tremando e le sue mani sono leggermente arrossate a causa del vento che tira qua fuori.

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