2-Elevator

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Siamo chiusi in questo ascensore ed il tempo sembra non passare mai. Il ragazzo con me è ancora in piedi ed ha la schiena appoggiata alla parete, i suoi occhi sono ancora sbarrati. Non si muove, è paralizzato. Io invece mi sono seduto a terra e sto usando tranquillamente il mio telefono quando...

"Ha - Harry credo di non sentirmi bene, mi manca l'aria"
"Non dirmi che hai paura di un ascensore?"
"Non scherzare Harry seriamente sto per svenire "

Alzo un attimo lo sguardo per valutare la situazione e noto che il ragazzo che è con me è diventato completamente bianco. Decido di aiutarlo a sedersi; gli faccio posare la borsa per terra poi mi metto dietro di lui e lo afferro sotto le braccia aiutandolo a sdraiarsi sul pavimento molto delicatamente. Gli sollevo le gambe dalle caviglie e poso leggermente il mio peso sui suoi piedi facendo attenzione a mantenere le gambe perpendicolari al pavimento. È molto imbarazzante questa posizione... Dopo un paio di minuti sono io a rompere il silenzio per la prima volta mentre lentamente gli lascio andare le gambe per farlo sdraiare completamente.

"Va meglio?"

Mi risponde con un sorriso e poi scherzando mi chiede:

"Quanti anni sono che non ti tagli quei capelli Harry?"
"Sicuramente da meno tempo di te ragazzino"
"Ragazzino a me? Hahaha ma quanti anni credi che io abbia?"

Continua a fissarmi con un sorriso stampato in volto, sta lentamente riprendendo colorito e tiro un sospiro di sollievo, ci mancava solo che svenisse. Poi rispondo:

"Non lo so, diciotto o diciannove a giudicare da come di comporti. Ti conosco da meno due ore e non hai ancora detto una cosa intelligente, hai perso prima l'autobus e poi un progetto. L'impressione che dai non è di un ragazzo responsabile"

Lo guardo con aria soddisfatta. Siamo seduti uno di fronte all'altro, lui ha le gambe incrociate ed è molto preso dalla nostra conversazione, mentre io sono più rilassato e tengo una gamba distesa e l'altra leggermente piegata. Nel frattempo si sfila il cappotto rimanendo in camicia. A giudicare dalla sua espressione ha molto caldo. Io invece sono un tipo piuttosto freddoloso, non metto spesso magliette a maniche corte e canottiere o comunque maglie leggere, quindi preferisco tenermi il mio bernie ed il cappotto.

"Sai Harry non sei l'unico a dirmelo. Ho ben 23 anni e sono fiero di portarmeli in questo modo. Tu piuttosto, ti conosco da due ore più o meno e già ti sei scordato il mio nome"

Dice imitando il mio accento inglese ed il mio tono. Gli lancio un'occhiata e mi accorgo che sta giocando con le sue bretelle in attesa di una mia risposta. Solitamente me la cavo con le parole, sono in grado di uscire da ogni tipo di situazione, ma adesso non so proprio cosa dire.

Abbasso lo sguardo un po' in imbarazzo perché ero convinto non se ne fosse reso conto, invece se ne è perfettamente accorto. Nota anche di avermi messo in difficoltà così scoppia in una fragorosa risata alzandosi in piedi per poi sedersi vicino a me.

"Mi chiamo Louis"

Poi mi allunga la mano la quale rifiuto di stringere visto che lo sta facendo solo per prendersi gioco di me. Non vedo l'ora di uscire da questo ascensore. Mi danno fastidio le persone che cercano di sembrare più piccole di quello che sono, gli immaturi non li sopporto proprio e davanti a me ho il perfetto esempio del genere di persone che non voglio frequentare. Saranno state le condizioni in cui sono vissuto da quattro anni a questa parte che mi hanno fatto crescere e sviluppare più velocemente degli altri ragazzi della mia età.

Dopo aver rifiutato la sua simpatica stretta di mano riprendo il mio telefono e lui fa lo stesso. Ha un telefono orribile con tasti e per sbloccare la tastiera deve farlo scorrere verso l'alto scoprendo così la tastiera con sopra i numeri. Lancio un'occhiata al suo blocco schermo...

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