Alcuni giorni è così che va, controllare le tue emozioni è difficile, riuscire a capire se sia ansia, tristezza, felicità, o nostalgia, è difficile. Un momento ti senti in cima al mondo, con un milione di idee che a te sembrano essere rivoluzionarie, e l'attimo dopo vorresti solo rannicchiarti nel letto che profuma di voi in posizione fetale in attesa che torni a casa.
Non sai come ti ritrovi seduto sul pavimento, a gambe incrociate, a scrutare ogni angolo di quella casa che avete tirato su con tanti sacrifici e tantissimo amore, ti guardi intorno, e ti rendi conto che tutto parla di voi.
Il divano beige che Martino si ostina a non voler cambiare
"Nì non rompere il cazzo è la prima cosa che abbiamo comprato insieme e non c'ho intenzione di buttarlo, chiuso il discorso"
E te lo ricordi come fosse ieri quel sabato pomeriggio da mondo convenienza su Via Aurelia, scegliere quel divano sarebbe stata un'impresa titanica anche per il più navigato degli interior design, inutile dire che alla fine Martino ha scelto quello che lui aveva bocciato senza possibilità di replica, quello che tu avevi proposto circa un'ora e mezza prima di esservi seduti, alzati, seduti ancora, e alzati di nuovo, su innumerevoli altri modelli.
Il sorriso che però aveva fatto quando finalmente l'acquisto era stato ultimato, quello valeva tutto.Il tavolo posizionato al centro della stanza, anche quello parla di voi, con qualche graffio sulla superficie, sopravvissuto a nottate di giochi da tavolo con i vostri amici, birre rovesciate, piatti di pasta improvvisati alle due di notte senza prendersi la briga di mettere la tovaglia.
Quel quadro appeso all'ingresso, che vi ha regalato la madre di Martino, segno di una benedizione di cui entrambi avevate bisogno, più di quanto siete stati disposti ad ammettere, quando avete deciso che non sareste stati più disposti a trascorrere giorni senza addormentarvi uno accanto all'altro con la testa sullo stesso cuscino.
Quel quadro che raffigura i girasoli "che sono proprio come voi due" aveva detto.
Il continuo volgere del capolino verso il sole dall’alba al tramonto, desiderio di voler trascorrere insieme alla persona amata un certo periodo di tempo, un’intera vita o un solo giorno. Martino l'ha cercato su Google un martedì pomeriggio, digitando "significato girasoli" e se fosse vero non lo avete mai saputo, ma di sicuro vi è sempre piaciuto pensarla in questo modo.
Quel quadro che prima era posizionato dietro il vostro divano ormai usurato dal tempo e che è stato trasferito all'ingresso per coprire una piccola crepa, causata da una delle innumerevoli liti che avete avuto, una di quelle che ti fa sbattere la porta così forte da causare un danno all'intonaco, una crepa sul muro, non nel cuore, perché poi quelle liti voi le avete sempre superate, siete strisciati sempre uno incontro all'altro, a volte con le lacrime agli occhi, a volte chiedendo semplicemente scusa, altre ancora ridendo e basta, perché probabilmente il motivo di quella discussione era stato così futile che un'ora e mezza più tardi neanche ve lo ricordavate più.
La poltrona nell'angolo, quella in cui vi rannicchiate stretti quando i vostri amici invadono casa vostra occupando tutti gli altri posti a sedere.
E il pianoforte, quel pianoforte che per te ha un valore così speciale che ti scoppia il cuore ogni volta che le tue abili mani sfiorano quei tasti bianchi e neri che per te sono una volvola di sfogo e la possibilità di esprimere tutto quello che a volte non sei sicuro neanche tu di provare.
E il giorno in cui è arrivato in casa vostra te lo ricordi come fosse ieri
"Amó vai ad aprire"
"No Marti vai tu, non mi va di alzarmi"
"Nì vai tu ho detto"
"No"
"Niccolò cazzo vai ad aprire la porta"
"Oh ma che c'hai oggi t'ha pizzicato la tarantola"
"Ma sei scemo? Sei deficente?"E quell'aria contrita ti aveva fatto così ridere che al terzo suono di campanello hai ceduto e ti sei pigramente trascinato alla porta.
E se ci pensi, quel tonfo sordo che è partito direttamente dal cuore per arrivare dritto nella tua testa riesci ancora a sentirlo forte e chiaro.
Il tuo pianoforte, quello che non avevi potuto portare con te perché troppo complicato da spostare da casa dei tuoi genitori fin qui." Marti"
"Pensavi veramente che ti avrei lasciato senza?"E tutto ciò che sai, è che tutto qui dentro parla di voi, la vostra camera da letto, con l'armadio pieno dei vostri vestiti mischiati, che ormai non sapete più cosa sia dell'uno e cosa sia dell'altro, le lenzuola sgualcite dalle notti passate aggrovigliati uno nell'altro.
La vostra cucina, con i piatti della sera prima ancora nel lavandino, ma con i post it attaccati al frigorifero che rendono tutto comunque perfetto, e che sul post it ci sia scritto "ricordati di comprare la birra" o "buona giornata amore" poco importa, siete voi, ed è ciò che lo rende bellissimo ai tuoi occhi, anche se alcuni di questi sono ad oggi difficili da decifrare perché sbiaditi dal tempo e dal vapore dell'acqua che bolle per un pranzo a base di pasta al pesto che non ti lascia ancora cucinare.Sette anni.
Sono passati sette anni. E inconsciamente sorridi, e tutta quell'agitazione interiore che sentivi di provare non la senti più, è come se non fosse mai esista.
Forse niente è davvero esistito prima di tutto questo.E non ti accorgi della porta che si apre e si chiude, ma non sussulti al suono della sua voce familiare.
"Nì? Che ci fai seduto per terra?"
"Penso"
"Tutto ok?"E vorresti dire che va tutto bene, che sei felice, e che sei grato, ma non lo fai perché ora lui è seduto accanto a te, così vicino che puoi sentirlo respirare, e il tuo stomaco fa quella strana rotazione che hai cominciato a sentire a 18 anni e che non si è mai fermata, al quale ti sei abituato, con cui convivi come convivi con i tuoi mostri, però questa è la parte bella, quella che ti fa sentire vivo solo perché sei vivo e in cima al mondo solo perché in cima al mondo sei tu a volerci stare, e che ti fa venire voglia di rannicchiarti nel letto che profuma di voi, con il suo braccio intorno a te e le tue gambe tra le sue gambe, solo perché ti va, e non perché ti senti a pezzi e sul punto di piangere.
"Oh Nì, guardami, tutto ok?"
"Sposami"E forse non sarete mai i due ultimi uomini sulla terra, ma quel sorriso li, quel sorriso lì vale tutto.
STAI LEGGENDO
LA NOSTRA CASA
FanfictionQuesto è il primo tentativo di scrivere Martino&Niccolò, soprattutto Niccolò, personaggio che amo smisuratamente, ma talmente profondo da aver paura di non riuscire a cogliere ogni sfaccettatura della sua anima. E si, perché avevo bisogno di immagin...