Pan come metafora

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Inseguito da riflessioni non necessarie
Resto bloccato nel sedile posteriore
Veicolo guidato da emozioni precarie
cui lingue intrecciate nel parassita adulatore

I fiori d'acacia cadono nell'autunno della mente
Strappo via la terra da sotto i miei piedi per paura che mi cada addosso il cielo
Terzo occhio aperto vedo il fauno
Apre la bocca ne lecco la sacra sporcizia

Non posare il velo come
tu possa pensare che
galleggio in paranoia se
non albeggia scappatoia dal
le urla del satiro che
possono squarciare un rassicurante silenzio
Impenetrabile

Inquietudini in imprinting
Inibizioni in autobahn

A terra l'uccellino si posòDove le storie prendono vita. Scoprilo ora