The Win

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Premo l'accelleratore, e parto in contemporanea con lui, la velocità non mi spaventa anzi mi piace , forse non è una cosa da tutti i giorni vedere una ragazza gareggiare con determinazione, e senza paura, io amo correre e amo le auto. Luca mi ha detto che più avanti c'è una curva, al momento non la vedo perchè la strada è poco illuminata, la macchina avversaria a me ,è leggermente più avanti, ma non perchè sia più veloce ma perchè nella curva sarà più facile superarlo. I fari ad un certo punto illuminano la curva e mi preparo a superare l'auto. Accellero, e girando la curva il più veloce possibile, supero quell'idiota che sicuramente credeva di vincere. Vedo in lontananza due luci verdi che indicano il traguardo, guaro dal finestrino dov'è il mio avversario, e sorprendentemente non lo vedo così guardo di lato è alla mia destra -Bastardo- penso mentre accendo il Nos in contemporanea a lui, perciò tagliamo il traguardo nello stesso momento. -Merda!-

Noto che ci sono tutti e suppongo che la pista abbia più vie d'uscita, già. Rimango un po' in macchina finchè un gruppetto di persone tra cui Luca e Federico si avviucinano, quindi scendo, lasciando però la porta aperta. Mio fratello si avvicina al mio orecchio e mi sussura "Brava sorrellina hai pareggiato con il leone dominatore delle gare clandestine della regione." -'Pareggiato' ho solo pareggiato, me la sono presa troppo comoda..- "Andiamocene" gli dico in modo che anche gli altri mi possano sentire. Lui annuisce in silenzio, faccio il giro dell'auto, e lancio un'occhiata al ragazzo, che fino a pochi minuti fa era il mio avversario, ha una ragazza al suo fianco, lei gli sta parlando ma lui mi sta guardando negli occhi, non so il perchè ma continuo a guardarlo fin quando mio fratello non si mette a bussare sul vetro della macchina così distacco lo sguardo ed entro.

"Preferisci andare a casa o..." lo interrompo decisa "Casa" mi sentivo strana, come stordita.

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Arrivati a casa andai in salotto, dove c'era il banccone con alcolici e bicchieri, mi chinai in cerca della vodka, che sapevo essare riposta lì, me ne versai un bicchiere ed andai vicino alla finestra, ho troppe cose per la testa, l'organizzazione che devo gestire da qui, ma non per molto ancora, questa città mi ricorda tutti i miei fallimenti, tutte le mie perdite, ma prima di andare via. I miei pensieri vennero interrotti dalla vibrazione del cellulare nella mia tasca. Togliendolo dalla tasca della giacca vidi che era Jackson, sbuffai e risposi.

"Ferelli" dico andando a prendere un altro bicchere di vodka aspettando una risposta.

"Heiii! Ti chiamo per dirti che qui siamo tutti ubriachi a festeggiare, perchè Antony ha vinto un'auto con quello che ti serve e che come minimo di ricompensa devi farli passare una notte infuocata... magari subito dopo essere ritornata." dice ridendo alla fine, quel ragazzo non sarà mai serio.

"Per notte infuocata intendi far saltare il culo a te e lui, e non solo il culo, ma intendo anche quel grissino che vi ritrovate tra le gambe con i petardi o ancora meglio con i fuochi d'artificio? Beh appena ritorno provvedo se insistete così." dico a tono.

"No graziee!!" urla facendomi allontanare il telefono dall'orecchio.

"Beh divertitevi e ringrazia Anthony del materiale che ha procurato, gli darò i soldi appena tornata, cioè molto presto, Notte" dissi concludendo la telefonata, mi scolai tutto il bicchiere dell'alcolico velocemente, e dopo aver posato il bicchiere mi diressi alla mia camera.

Arrivata mi chiusi dentro, aprendo la finestra e chiudendo le tende, mi tolsi tutti i vestiti tranne l'intimo, mi sciolsi i capelli che erano legati in una coda alta, e mi buttai sul letto, e guardando il soffitto bianco pensando, che erano state solo due le volte che avevo pareggiato in una corsa, ma ne ero sicura, oggi non mi ero concentrata e quella merda della macchina di mio fratello non mi era stata d'aiuto, eh beh l'altra volta che pareggiai, fu ad una corsa contro Anthony, due anni a, è da quel giorno che io e ragazzi non ci spariamo, in questi anni mi hanno sempre aiutato, mi hanno fatto entrare nel giro, che ora aiuto a gestire, perciò gli sono grata di molto, tra noi c'è grande fiducia. Domattina devo prenotare il biglietto, in modo da andarmene la prossima settimana.

Chiusi gli occhi cercando di dormire ma appena lo feci iniziai a pensare a quel ragazzo, quello della gara, molto misterioso e affascinante ho notato che le ragazze non gli mancano perciò basta pensarci.

E con questi pensieri in testa mi addormentai.

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Mi svegliai che erano quasi le dieci, pensavo di andare in giro oggi tanto per fare qualcosa, così mi andai a lavare i denti e fare ciò che dovevo fare al bagno, mi vestii naturalmente, non potevo andare in giro in mutande e reggiseno, mi cambiai per prima l'intimo e poi mi misi un paio di pantaloncini a vita alta e una camicia a maniche corte bianca, dopo di che mi legali i capelli e misi un po' di mascara, poi mi diressi verso la stanza di mio fratello, presi le chiavi della sua macchina che erano accanto al suo telefonino sul comodino, non mi preoccupai nemmeno di non fare rumore sapevo che non si sarebbe svegliato. Poi passai in cucina dove trovai mia sorella e mia madre a preparare la colazione. Dissi a mia madre che io avrei mangiato fuori, dato che avevo delle commissioni da svolgere per cui avrei anche preso la macchina di mio fratello. In realtà non avevo molto da fare, ma volevo uscire da quella casa. Feci un giro in centro, non c'era molto, infondo era solo una piccola cittadina. Mi fermai in un bar per fare colazione. Mentre aspettavo il mio ordine, mi misi ad osservare la gente che entrava e usciva, le persone che conversavano tra di loro, il barista e la cameriera passarsi gli ordini con fare abituale, poi mi voltai a guardare un gruppo di bambini, i quali stavano giocando a pallone fuori dal bar, quei bambini mi riportarono alla mente ricordi passati, ricordi di momenti con Luca e con mia sorella.

I miei pensieri furono interrotti dalla cameriera che posò il croissant e il cappuccino sul tavolo a cui ero seduta, la ringraziai e lei, come per risposta ,mi sorrise e si ridiresse al bancone.

Inutile dire quando tornai a casa trovai mio fratello su tutte le furie, ma non badia molto a lui, gli ridiedi le chiavi dell' auto e salii in camera mia, mi sedetti alla scrivania aprii il cassetto,mi misi a cercare un quadernino, il quadernino.
Questo era blu con sopra attaccati tanti foglietti su cui sono scritte frasi prese da canzoni, libri o film, in mezzo c'era il mio nome scritto in un corsivo malandato per via della probabile fretta di quel momento.
Lo apro facendo attenzione a non strapparlo e a non far svolazzare foto o lettere. Sulla carta sono raffigurati molti disegni alcuni astratti, altri particolarmente dettagliati che raffigurano oggetti di vita quotidiana o viste di città, come quella su cui si posa il mio occhio, rappresenta Parigi, e nel momento in cui mi ricordo quando l'ho fatto faccio una smorfia, non mi è mai piaciuta tanto la Ville Lumière, e questo si può anche capire dal fatto che ho passato più tempo attaccata a questo quaderno che ho tra le mani che a osservare e godermi a pieno la città. Continuo a sfogliare foglio per foglio passando a rassegna ogni dettaglio, poi mi fermo nuovamente davanti alla raffigurazione di due mani intrecciate dalle dimensioni e dai minimi particolari riesco a capire che sono quelle di un uomo e di una donna, resto sorpresa dalla mia stessa bravura, e mi appunto mentalmente di dedicare più tempo a quest'arte, cosa che già faccio dato che oltre a questo ne ho molti altri, impilati uno sopra l'altro e posizionati in un angolo della scrivania in ordine cronologico, date le date segnate sui bordini.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 07, 2017 ⏰

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