Capitolo 3

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《Come faccio a cuocere lo stufato?》chiese Felix, disperato.
Alzai gli occhi al cielo.
《Non lo so, mettilo a bollire per altri venti minuti!》risposi, spazientita.
Ero già in ritardo per il corso di lettere moderne, e non ero proprio in vena di dare lezioni di cucina.
A dir la verità faccio proprio schifo a cucinare, infatti una volta rischiai di bruciare la cucina di Maggie.
Per questo motivo, prima che papà cominciasse a trascorrere più tempo a casa, mangiavo quasi sempre cibi surgelato o schifezze.
Se non fosse per il mio metabolismo, probabilmente ora sarei un palloncino ambulante.
《Ma la carne è comunque cruda.》si lamentò.
Sospirai 《Non so cosa dirti Felix! Vai a comprarti da mangiare dal negozio giapponese in fondo alla strada.》
《Va bene, okay.》disse infine 《Cerca di rilassarti di più o finirai con un esaurimento nervoso!》
《Sì, ho capito!》sbottai.
Senza nemmeno accorgermene andai a sbattere contro qualcuno, rovesciando completamente il mio caffè, che era costato una sterlina e cinquanta!
《Ma che cazzo...》imprecai, istintivamente.
Mi scappò senza che potessi nemmeno controllarmi.
Il contenuto della mia borsa si sparse tutt'intorno.
C'erano libri ovunque, sembrava quasi di stare in una biblioteca.
《Scusami.》mormorò una voce maschile.
《La prossima volta impara a guardare dove metti i piedi!》dissi, scontrosa.
Appena alzai lo sguardo, notai subito il suo abbigliamento super formale.
Indossava una giacca grigia, abbinata ai pantaloni, una camicia blu e una cravatta nera.
Se non fosse stato per quel suo volto così giovanile, l'avrei sicuramente scambiato per un uomo d'affari o qualcosa del genere.
Aveva i capelli scuri, quasi neri, che contrastavano gli occhi incredibilmente chiari.
Mi chinai a raccogliere tutto, il più velocemente possibile, così fece anche lui per aiutarmi.
《Mi dispiace, non avevo intenzione... Andavo di fretta e non l'ho vista.》
《Contando che sono alta un metro e sessanta cinque, beh, le consiglio di andare da un oculista》
Solitamente non mi comportavo così, ma quel giorno ero così stressata che mi sfogai con quel poveraccio...
Guardai l'orologio; il tempo sembrava scorrere come un ghepardo in corsa, non so se mi spiego.
Mi rialzai, e nuovamente, mi ritrovai faccia a faccia con quel giovane uomo.
《Allora?》feci, impaziente 《Ti vuoi scostare o resterai lì fino a domani?》
Si spostò immediatamente e si avviò verso la parte opposta.
Chissà, magari con un po' di fortuna, la professoressa non si era accorta della mia assenza.

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