Canzone capitolo: In My Veins, Andrew Belle
«Oh, you run away
'cause I am not what you found.
Oh, you're in my veins
and I cannot get you out.»
POV. Rosalyn
Corsi fuori dalla locanda immergendomi nel freddo della notte. Era così tardi che le poche persone che incontravo avevano ben altro per la testa che prestarmi attenzione. Mi accorsi che stava nevicando solo quando qualche fiocco cadde tra le mie ciglia, annebbiandomi la vista e facendomi ritornare con la mente a ciò che avevo appena visto: come aveva potuto fare una cosa del genere? Era lui il motivo per cui mi trovavo il quel posto, lui e quei suoi occhi verdi che avrebbero fatto invidia anche agli smeraldi più preziosi di questo mondo. Ora lui stava anche diventando la ragione del mio crollare a pezzetti, così lentamente ma così dolorosamente.
Lui.
Lui.
Sempre e solo lui.
Dovevo andarmene. Dovevo allontanarmi il più velocemente possibile da quel posto. Eppure mi fermai ed alzai il viso verso il cielo, beandomi dei fiocchi freddi sulle guance accaldate, il tentativo di trovare un po' di pace nel caos che mi attanagliava testa e cuore.
"Rosie!"
Quella voce, quella sua dannatissima voce che mi rimbombava in testa ogni secondo da quando l'avevo conosciuto. Feci un respiro profondo e mi voltai piano ad osservarlo: i suoi occhi tradirono una vena di preoccupazione e... paura? Non riuscivo a leggerlo con certezza. Al diavolo, non c'ero mai riuscita, cosa pensavo di fare in quel momento?
"Rosie... Possiamo parlarne?"
Tornai a guardare il cielo. Non avevo proprio voglia di parlarne. L'unica cosa che volevo era tornare a casa mia, andare a dormire e svegliarmi l'indomani scoprendo che è stato tutto un sogno. Solo un sogno.
"Di cosa vorresti parlare?" chiesi alla fine.
"Forse del fatto che mi hai appena versato addosso un boccale di birra?"
Accennai un sorriso ripensando alla scena ma subito la mia espressione tornò quella di prima.
"Io non ti capisco" risposi scandendo le parole con calma.
"Cosa non capisci?"
"Te. Io non capisco te" dissi per poi tornare a guardarlo.
Cercavo di mantenere un espressione tranquilla ma il tremolio delle gambe e della voce lasciavano trapelare la delusione che provavo in quel momento.
"Mi hai baciata ieri. Mi hai stretto come se non volessi mai lasciarmi andare e stasera..." le parole facevano fatica a lasciare la mia bocca. Mi avvicinai piano a lui. "...stasera eri già avvinghiato ad un'altra, baciandola proprio come hai fatto con me e ora mi insegui qui fuori? Questo. Non. capisco" sussurrai piano, nonostante il mio intento fosse quello di sembrare sicura. Dio, era riuscito a distruggermi così tanto?
"È questo allora? Sei scappata perchè non sono quello che ti aspett-"
Non ebbe il tempo di finire la frase perché ripresi a camminare. Sapevo già dove volesse andare a parare e speravo di non sentirlo dire quelle parole che mi avrebbero definitivamente fatto crollare.
"Aspetta Rosie!"
"Cosa dovrei aspettare? Una spiegazione? Perché qualcosa mi dice che non me la darai."
Aprì la bocca per controbattere. Le parole però non uscirono.
"Lo immaginavo" dissi prima di rincominciare a correre.
Feci pochi passi prima che mi afferrasse per il braccio.
"Non so cosa ti aspettassi da me. Rosie, io non sono il principe azzurro che corre in soccorso della sua amata. Non ho un cavallo bianco, né un bel castello tra le nuvole, né... Dio, sono tutto fuorché questo!"
"A me va bene esattamente come sei!" gli urlai contro cercando di liberarmi. Sentii la sua presa allentarsi a quelle parole. Feci un profondo respiro prima di continuare.
"Io non voglio che tu corra in mio soccorso su un cavallo bianco, io non voglio un castello tra le nuvole... Diamine, a me andrebbe bene qualsiasi cosa se solo ci fossi tu al mio fianco!"
Questa volta allentò la presa del tutto e riuscii a liberarmi. Il silenzio calò tra di noi. Non sapevo cosa aspettarmi, in realtà non sapevo neanche se ci fosse qualcosa da aspettare.
"Rosie... Sappiamo entrambi che non funzionerebbe mai..." mormorò talmente piano che quasi feci fatica a sentirlo.
"Eppure siamo qua. E ora dimmi che quel bacio non contava nulla. Dimmi che se ci fosse stata una ragazza qualsiasi al mio posto sarebbe stato indifferente per te. Dimmelo. Dimmelo e abbandonerò ogni mia fantasticheria da ragazzina innamorata. Dimmelo e non ti assillerò mai più."
Lo osservai mentre si passava una mano tra i ricci scuotendo la testa.
"Non posso farlo Rosie..."
"Dimmelo."
Alzò gli occhi verso di me. Aprì un paio di volte la bocca, richiudendola sempre. Era una tortura. Infine strinse i pugni e, senza guardarmi, disse ciò che mi fece morire il respiro in bocca.
"Non ha significato nulla."
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The Nutcracker || Harry Styles
FanfictionVigilia di Natale. Scozia. Rosalyn è una ragazza di 19 anni che lavora tutto il giorno in un negozi di vestiti a Glasgow. E' dolce, laboriosa e più sognatrice di quanto le piaccia ammettere. E' stata cresciuta dai suoi nonni dopo che i genitori sono...