People fall in love in mysterious ways.

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LORENZO POV.

Una voce in sottofondo mi svegliò di colpo.

''Si prega di allacciare le cinture di sicurezza, grazie'' 

Dopo pochi istanti realizzai che l'aereo stava atterrando, così seguii le indicazioni della hostess e guardai l'orologio; erano le cinque e mezzo del pomeriggio, e avevo dormito per una ventina di minuti. 

Guardai l'uomo seduto affianco a me, e per via sicuramente della mia faccia un po' assonnata e un po' preoccupata, egli mi chiese ''Ti stai trasferendo?'' 

Risposi con un semplice ''si'', e dopo un colpo brusco l'aereo finalmente atterrò. 

Sollevato dal fatto che il volo fosse terminato, da un lato non aspettavo altro che alzarmi per recuperare le mie valigie.  Dall'altro, però, l'idea di una nuova città mi spaventava.

L'uomo vicino a me, prima che sparisse in mezzo alla folla, si voltò dalla mia parte.

''Benvenuto a Milano, giovanotto'' 

Gli sorrisi e lo ringraziai, quel gesto cosi' gentile mi aveva rassicurato in qualche modo. 

Ma quando arrivai in aeroporto provai subito un senso di smarrimento. 

Quella mattina avevo salutato la mia Catania, la mia famiglia, i miei amici. Il pensiero che Milano sarebbe diventata la mia nuova casa mi terrorizzava. Ero solo, non conoscevo nessuno di quella città, ed ero così lontano dalla Sicilia.

Ma in fondo questa era stata una mia scelta, una decisione dura ma necessaria. 

Chiamai subito un taxi e mi feci portare alla stazione centrale di Milano. Dal finestrino si poteva osservare il cielo grigio e  oscuro, coperto da nuvole minacciose, e quando scesi dalla macchina un vento troppo gelido per i miei gusti penetrò nelle mie  ossa.  In quel momento i miei ricordi ritornavano al sole e al caldo della mia Sicilia, così diversa da questo nuovo mondo. 

Con l'aiuto di Google Maps nel mio cellulare mi incamminai verso il mio nuovo appartamento, in teoria abbastanza vicino all'Università, la ragione per cui ho lasciato la mia terra.

Guardai di nuovo l'orologio.  Erano le sei e mezzo di sera, e mi sentivo abbastanza stanco e assetato, così trovai un bar a metà strada e decisi di fermarmi un minuto. 

Quando entai notai che il posto era abbastanza affollato, ma fortunatamente trovai un tavolino libero e abbandonai le valigie per terra.

Quando mi sedetti richiamai l'attenzione di quello che pensavo fosse un cameriere, ed egli si avvicinò subito da me. 

La prima cosa che notai fu la moltitudine di tatuaggi che gli ricoprivano il corpo, soprattutto le braccia e il collo. Nonostante fossero davvero tanti, in fin dei conti erano belli. 

''Hey ciao, cosa ti posso portare?'' mi disse vivacemente. 

''Uhm, una birra grazie'' 

Il ragazzo notò per terra le mie valigie e ''Sei in vacanza o ti stai trasferendo?''

''Mi sto trasferendo, per l'Università'' dissi, con un tono privo di entusiasmo.

''Quindi è il tuo primo giorno!'', affermò il cameriere, ''Dai, offre la casa'' e mi sorrise.

Stupito lo ringraziai e sorrisi, per la prima volta nella giornata. 

Mentre si dirigeva verso il bancone qualcuno però si avvicinò al ragazzo e questo cambiò direzione.

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