LORENZO POV.
Il mattino successivo fui svegliato da una luce fioca che penetrava attraverso una fessura della finestra nella mia camera.
Quando aprii gli occhi la prima cosa che vidi fu l'orologio segnare le 11:30.
''Cazzo'', pensai. La sveglia non aveva suonato.
Mi sollevai rapidamente dal letto e mi diressi subito verso il bagno.
Dopo una doccia rilassante mi vestii di fretta, prendendo le prime cose che trovavo nella valigia. Non avevo ancora avuto il tempo nè la voglia di sistemare i miei vestiti nell'armadio poichè richiedeva troppo tempo e in quel momento avevo già un impegno.
Guardai nuovamente l'orologio. Era mezzogiorno. A quel punto decisi di non fare colazione e di aspettare direttamente il pranzo, anche se a dir la verità mi sentivo piuttosto affamato.
Il problema è che anche se avessi voluto fare colazione, in casa mia non c'era traccia di cibo.
Sarei dovuto andare da qualche parte a comprare qualcosa, ma il mio ''appuntamento'' era tra mezz'ora, e tanto valeva aspettare.
Infilai il cellulare nella tasca del giubbotto insieme alle chiavi e uscii dall'appartamento.
Quando iniziai a camminare per la strada mi accorsi che Milano quel giorno non sembrava così cupa e maligna. Anzi, quella mattina il sole illuminava la città e concedeva un pò del suo calore alle persone. Era una bella sensazione e in quel momento mi sentii di buon umore.
Continuai la mia strada perdendomi in mille pensieri, finchè non arrivai al bar.
Guardai per l'ultima volta l'orologio: erano le 12:15. Stranamente ero arrivato in anticipo, non accadeva mai.
Quando aprii la porta non trovai nè Marco nè Federico, quindi decisi di sedermi a un tavolino, aspettando che qualcuno si facesse vivo.
Durante l'attesa decisi di chiamare mia madre per sapere come stava. Quando rispose alla chiamata mi sentii così felice di sentire una voce a me cara e familiare, una voce però che in quel momento suonava troppo singhiozzante.
''Mamma stai piangendo?'' chiesi preoccupato.
''Non ti preoccupare Lorenzo, sto bene.'' rispose con voce tremolante.
''Mamma..''
''E' che già ci manchi in casa, e pensare che starai lontano per tutto questo tempo..'' non fece in tempo a continuare la frase poiché le si spezzò la voce.
Mentre tentavo di tranquillizzarla notai che da un angolo spuntò Marco, diretto verso il bancone a lavare dei bicchieri.
Dopo circa 3 minuti, tuttavia, dallo stesso angolo venne fuori anche Federico, il quale si aprì in un sorriso a 32 denti non appena incrociò lo sguardo del moro.
''Lorenzo? Mi senti?'' chiese mia madre al telefono.
''Si mamma, scusa. Dimmi.''
''Non hai sentito una parola di quello che stavo dicendo!'' affermò ora abbastanza seccata.
''Scusa mà, mi sono distratto. Cosa mi stavi dicendo?''
Tuttavia nel mentre continuavo a osservare i due ragazzi finché Marco non si accorse della mia presenza. Si incamminò verso la mia direzione e fu sollecitato da una pacca nel sedere di Federico. Di solito trovavo questi gesti giocosi, e per scherzare mi è capitato tante volte di farlo a un amico, ma non con un ghigno beffardo stampato in faccia. E Federico, in quel momento, era esattamente così.
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love's a game, wanna play?
FanfictionLorenzo è un giovane ragazzo siciliano che si trasferisce a Milano per lo studio. Qui incontra Marco Cappai, un ragazzo trasferitosi anch'esso a Milano dalla Sardegna, che lavora in un bar assieme al suo amico e capo Federico. Egli è subito affasci...