Eren sentì qualcosa di freddo toccargli la fronte scottante.
Un sospiro.
Un corpo che si allontanava da lui.
«Resta qui» mormorò afferrando il suo polso.
«Stai tremando dalla febbre» sussurrò la voce roca di Levi. «Devo-»
«Ho detto: resta qui» insistette lui.
Sentì il vampiro sbuffare e stendersi di nuovo accanto a lui, proprio come aveva sognato che accadesse molte volte.
«Se vuoi saperlo, Annie sta bene» disse Levi cominciando ad accarezzargli i capelli. «Lei è decisamente più forte di te. Si è beccata un coltello d'argento nella spalla e sembra che si sia fatta un semplice graffietto.»
«Mh-mh...»
«Eren, mi stai ascoltando?»
Il lupo sbuffò e si voltò a bloccare l'altro sotto il braccio, rifugiando la testa nel suo petto. «Non eri tu che parlavi sempre di silenzio?» mormorò quasi infastidito.
Non c'era bisogno di parlare. Non in quel momento.
Sentì Levi trattenere una risata, per poi ricambiare l'abbraccio.
A quel punto, Eren aprì gli occhi e alzò lo sguardo, ad osservare Levi perdersi nel vuoto di fronte a lui, carico di domande senza risposta. Era così strano vederlo lì, per davvero, il viso colto in un'espressione quasi rilassata, per quanto tormentata.
Approfittando di quel momento di distrazione, Eren si avvicinò a lui, ignorando la fitta di dolore al braccio, e lo baciò.
Poi si allontanò un poco, per vedere l'espressione di Levi.
Lo guardava stupito, come se non si aspettasse quel gesto. «Che fai?»
Eren chiuse gli occhi e fece spallucce, troppo intenerito da quella visione. Allacciò le sue braccia dietro il collo del vampiro e portò la sua testa al petto, nella stessa posizione in cui lui stava prima.
«Eren!»
«Ssh...» sussurrò il lupo calmo. «Silenzio.»
Levi non protestò oltre e dopo qualche minuto si sciolse, accoccolandosi tra i muscoli acerbi del giovane capobranco.
Così, si addormentarono.
~ • ~
Perché Kenny lo avesse lasciato andare era un totale mistero, ma dal momento che non lo rivide più, Levi ci mise una pietra sopra.
Il clan dei vampiri aveva accentrato il suo controllo nella città di Sina, lasciando la periferia di Maria libera e permettendo a Levi di ricominciare a prendersi cura del suo locale.
Gli amici di Eren accettarono senza problemi la nuova recluta del clan, ad eccezione della vampira che non faceva altro che lamentarsi della loro differenza d'età.
«Quindici anni, Eren!»
«Sono un lupo e un vampiro, Mikasa, non credo che il problema sia l'età» ribatteva a quel punto la madre dei due.
Comunque, a parte quei piccoli battibecchi, Levi si trovò subito a suo agio, nel distretto di Shiganshina. Stare sempre all'aria aperta era qualcosa che gli mancava, avendo vissuto per la maggior parte del suo tempo sotto terra, e si ripromise di non rinunciarci mai più.
Lo promise a sé stesso. Perché qualche cosa se la doveva. Si meritava di vivere per sé stesso.
«Andiamo?» Eren lo risvegliò dai suoi pensieri, aiutandolo a scendere dalla moto. Il suo ragazzo sapeva quanto Levi odiasse le afose giornate estive, ma questo non lo aveva frenato dal portarlo al mare, anche alle dieci di sera.
«Il mare di notte è un terribile cliché, Eren» si lamentò mentre trascinava i piedi sulla spiaggia.
«Lo dici perché non ti sei mai fatto il bagno di notte.»
«Cosa ci sarebbe di speciale? Il rischio di perdersi in acqua e annegare è maggiore.»
«Per prima cosa» disse Eren mettendo i piedi nudi nella sabbia «di notte ci sono pochissime persone.» Il lupo gli lanciò uno sguardo eloquente, come per dire "e io lo so che odi le persone, quindi fammi i complimenti".
«Posso vedere la tua coda scodinzolare, ragazzino» rispose invece, pungente.
Eren sbuffò deluso.
Levi, probabilmente, non sarebbe mai riuscito a cambiare quell'aspetto irritante del suo carattere. Ma sapeva che vedere Eren in quel modo... lo rattristava.
«E la seconda motivazione?»
Il viso del lupo s'illuminò di nuovo.
Gli sono spuntate le orecchie, osservò Levi notando due triangoli pelosi fare capolino dalla chioma di Eren.
«Beh, il secondo motivo è... è... Beh, è perché...» balbettò lui, perdendo la sicurezza iniziale.
«Eren.»
«Beh, insomma- è romantico!»
Levi tentò in tutti i modi di evitare di puntare gli occhi al cielo, ma fallì. Il cliché dei cliché.
Però, invece di evidenziare la cosa con qualche altra battuta tagliente, aiutò il compagno a sistemare asciugamani e borse, preparandosi per il bagno.
«L'acqua sarà gelida» mormorò Levi poco convinto, fermandosi ad osservare il mare.
«Ma sei un vampiro, tu il freddo non lo senti.»
«Il fatto che la mia pelle sia fredda non vuol per forza dire che io non senta freddo» ribatté Levi serio.
«Ah, devo ancora imparare tante cose!» esclamò Eren sorridendo.
Se c'era qualcosa a cui Levi non poteva resistere era quello stupido sorriso. I denti da lupo gli sporgevano quasi fino alle gengive inferiori e le guance gonfie gli assottigliavano gli occhi, facendolo diventare due stupide lineette. Eppure, non riusciva a staccare lo sguardo da lui.
Approfittando di quel momento sospeso, Eren caricò Levi sulle spalle e lo buttò di peso in mare, seguendolo dopo due secondi.
Al vampiro si mozzò il fiato. L'acqua non era gelata come si era aspettato ma era comunque... fredda.
«Eren, io ti ammazzo!» gridò Levi buttandosi addosso all'altro. Promettendosi di farlo pentire, il vampiro si ritrovò, invece, abbracciato all'altro che subito ricambiò il gesto.
Era strano... Tutta la sua rabbia si era volatilizzata. Il lupo lo stringeva delicatamente ma con sicurezza, nello stesso modo in cui si tiene un fragile calice di cristallo.
Si sentiva così vivo, con lui.
«Levi,» mormorò Eren avvicinandosi al suo orecchio «io ti-»
«Silenzio» lo fermò l'altro.
Niente parole.
Solo le onde e i loro battiti.
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Silenzio || Ereri [✔]
Fanfic[Ereri, Shingeki no Kyojin, Modern!AU] In un'isola di Paradis contemporanea, Levi ed Eren fanno parte di due clan in lotta tra loro. Uno è alla ricerca di una vita che non gli è mai appartenuta mentre l'altro cerca avidamente una scintilla che possa...