Brother mine.

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ciao! Tengo a precisare che questa one-shot é ambientata subito dopo la fine delle vicende che riguardano Eurus, prima del momento in cui i genitori vengono a conoscenza delle condizioni della figlia. Ci tengo, inoltre, a dire che questa è la mia prima fan fiction dunque spero di non essere andata tanto male. Consigli, correzioni e critiche costruttive sono ben accetti.
Buona lettura!
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Il giovane detective, con al fianco il fedele dottore ancora bagnato come un pulcino e avvolto in una coperta gialla, era impegnato nel parlare con Lestrade riguardo gli avvenimenti di pochi istanti prima. La sorella, ora, scortata dagli agenti di polizia all'interno di una volante per consentire, nei giorni successivi, il ritorno a Sherrinford.
Tra le tante parole, l'ispettore si ritrova ad alludere al più grande degli Holmes, comunicando a Sherlock che fosse vivo.

"Ho appena parlato con tuo fratello". Subito, l'attenzione del riccio é focalizzata sulle sue parole. Gli attimi precedenti ancora impressi nella mente, ancora freschi e non del tutto razionalizzati nel suo Palazzo Mentale. Quando si era ritrovato a scegliere tra il suo migliore amico e suo fratello, gli era venuta in mente, per l'ennesima volta, quella dannata storiella di Samarra*.
Si era già chiesto in precedenza se fosse possibile evitare la morte del mercante..se fosse possibile che il mercante stesso si recasse, casualmente in un'altra città e, in quello sprazzo di lucidità in cui aveva avuto la canna della pistola nero pece puntata verso Mycroft, sembrava aver sentito una lampadina accendersi. Effettivamente, aveva funzionato.
A riportarlo alla realtà, era stata l'occhiata dell'amico, sorpreso dal suo silenzio. Sentiva il suo sguardo bruciare sulla pelle. John aveva sempre avuto quel potere, il potere di risvegliarlo dai suoi pensieri..diciamo quasi sempre.

"Come sta?" Si ritrova a chiedere il consulente investigativo, con sincera preoccupazione nella voce.

"Un po'scosso, tutto qui. Non gli ha fatto del male, lo ha solo..rinchiuso nella sua vecchia cella." afferma allora in tutto rassicurante, le mani ad accompagnare quelle parole.

"Chi semina vento, raccoglie tempesta." ed il dottore non aveva tutti i torti ad esporre quelle parole con un leggero tono ironico. Dopotutto, era stato Mycroft stesso a permettere a Moriarty di entrare nella prigione e aiutare la giovane Holmes in quel piano raccapricciante. L'ispettore parve accennare un sorriso prima di fare per allontanarsi, venendo però bloccato da Sherlock.

"Ehm..fai in modo che Mycroft sia seguito, non è forte quanto pensa di essere." le parole lasciano le labbra del riccio con un tono che sfiora l'indifferenza ma che maschera preoccupazione nei confronti del fratello maggiore.

"Già, ci penso io." la convinzione nel tono dell'ispettore era ammirevole, ma non tanto da convincere il detective ad evitare di incontrare il maggiore degli Holmes a breve.

"Grazie Greg." entrambi gli amici del castano -sia John, al suo fianco, che il predetto Greg davanti a sé- parvero sorpresi. Infatti, Sherlock non ricordava mai, e dico mai il nome del povero Lestrade. Il tutto, rese l'atmosfera ancora più grave ed importante.

"Cosa farai ora?"Il tono del minore degli Holmes, con i suoi occhi chiarissimi, era rivolto all'ex-soldato. Era una semplice domanda, espressa con un tono appena indifferente, dal quale traspariva la preoccupazione verso le condizioni di salute del biondo.

"Si torna a casa." la semplicità con cui l'altro aveva pronunciato quelle parole, riuscì a sciogliere persino il riccio, la "macchina" tutta indifferenza e sarcasmo, che in realtà si era riscoperta più umana di quanto riuscisse ad immaginare. Nel suo Palazzo Mentale, quel bambino pian piano stava riemergendo, quel lato umano sepolto da tempo e che ora, messo duramente alla prova, stava spuntando. Eppure, le parole della sorella ancora riecheggiavano nelle ampie stanze del luogo.

Brother mine. || Holmes Brothers. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora