Delle voci soffuse inondarono i miei timpani, emisi un verso infastidito. Avevo iniziato a prendere coscienza di ciò che avevo attorno, vidi Connie che usava qualche goccio d'acqua per bagnarmi i polsi.
-Che succede? —chiesi inizialmente, ancora poco lucida— .... Armin, dov'è Armin?!-
Mi alzai di scatto, facendo spaventare il ragazzo che mi aveva prontamente soccorso e, ancora non ho chiaro se per sfortuna o fortuna, il giovane di cui disperata chiamavo il nome.
Mi guardai velocemente attorno senza fare caso alle domande che porse Connie al mio amico; successivamente però udii benissimo le parole di Ymir che fermarono la piccola conversazione tra i due: -Sono tutti morti Connie —il mio cuore mancò di un battito e quasi stavo per svenire di nuovo— tutti al di fuori di loro due, hai visto bene questo posto?-
Connie ringhiò dalla rabbia -Smettila! Voglio che siano loro a dirci che è successo!- in un attimo fui in grado di ricordare tutto ciò che era avvenuto poco tempo prima e desiderai di precipitare al centro della terra e non risalire più tra i vivi.
-Sbrighiamoci ad andar via- concluse freddamente Ymir mentre Armin scoppiò di nuovo in un pianto disperato e spasmodico; io ero come ghiacciata, completamente incapace di fornire spiegazioni.
-Dai ragazzi, venite con noi- disse Connie porgendo una mano a me ed una ad Armin, le afferrammo senza guardarci in faccia e ci rimettemmo in piedi.
-No —disse all'improvviso Armin troncando ogni mio movimento, troppo incuriosita da quello che aveva detto— io mi ricongiungo alla prima unità di retroguardia-
Lo guardai attentamente quasi rimuginando su cosa dire per convincerlo a seguirmi alla base per fare rapporto.
Ed è sempre così,
Viviamo sotto le nubi in fiamme.
Nella testa i pensieri si sovrapponevano e lottavano per quale tra loro dovesse essere l'elemento portante di ogni mio gesto, per fortuna però, l'unico tra essi che avrebbe potuto farmi fare cose totalmente irrazionali sembrava allontanarsi come le note di quella vecchia canzone.
Purtroppo non riuscii a comporre le parole giuste poiché in pochi istanti egli sfrecciò via.
-Scusa Connie-
-Eh?-
Corsi via anche io, presa dall'adrenalina e anche dal terrore di perdere tutto.«Avevo un libro da bambina.»
«Mh? Su cosa?»
I due, la corvina e il biondo, erano sdraiati sul prato del campo d'addestramento a guardare le stelle del firmamento lontani dal resto delle reclute.
Erano finiti lì per puro caso a fissare il cielo, dopo che Armin l'aveva notata appollaiata su di un albero e l'aveva invitata a scendere da lì e a sedersi accanto a lui.
«Se lo dicessi ti verrebbe da ridere. Non è un libro importante, tutt'altro, era una favoletta da due soldi. Tu leggi così tanto, io non so nulla.»
Mormorò leggermente imbarazzata lei.
«Dimmelo dai!»
Insistette il ragazzo.
«Parlava di questa donna che nuotava in un gigantesco fiume senza confini né orizzonti, era immenso. La donna si innamora perdutamente di un valoroso cavaliere, lei però gli leva l'armatura perché in quel libro i cavalieri ci nascevano e non la toglievano mai. E nuotano insieme per sempre, nell'immenso più totale.»
Un amaro sorriso le prese il volto, il biondo sogghignò per lo strano racconto.
La corvina rise, forte, poi d'improvviso si fermò e le scappò una lacrima e la voce si fece sempre più impastata e flebile.
«Non lo leggevo quasi mai io però, perché prima non ero da sola. -un singhiozzo interruppe il suo farfugliare- prima non ero... » Scoppiò in un pianto incontrollato e il biondo, colto alla sprovvista, si tirò su e strinse la ragazza ancora quasi sconosciuta.Il temporale incombeva fortemente in tutto il Wall Rose, oscurandomi ogni possibilità di vedere aldilà del mio orripilante e minuscolo naso che aveva una troppo evidente curva all'insù che più che essere raffinato mi donava la somiglianza con un suino.
A parte i miei deliri interiori però, tornando alle cose serie, il mantenersi in volo diveniva sempre più complicato; l'intento principale stavolta era cercare Armin, fallendo miseramente.
Non c'era più un'anima viva intorno e la cosa era piuttosto preoccupante.
Silenzio totale, inquetante, subdolo.
Le nuvole fitte rendevano tutto ciò che di per sé era terrificante ancor di più agonizzante.
Avevo completamente perso di vista Armin, ciò nonostante non mi perdevo d'animo e continuavo imperterrita sulla mia strada.
«Cammina, sbrigati, non abbiamo molto tempo»
Il ragazzo era preoccupato fino al midollo alla sola idea di trascinare i suoi cari in una follia tale.
«Ma perché? Dove andiamo?»
A quella domanda non ci fu risposta; il biondo, capendo lo stato d'animo del suo migliore amico tese la mano alla bambina e semplicemente disse a lei di star tranquilla poiché non stavano facendo nulla di male.
Nonostante la giovane età però anche la giovane aveva compreso che qualcosa non andasse nel modo più giusto.
Si allontanò dal biondo, avanzando tenendo le mani racchiuse nelle tasche della giacchina di lana.
Ad un certo punto colui che stava guidando i suoi cari si bloccò, girandosi verso gli altri tre, guardò la bambina.
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•La ragazza dagli occhi grigi. |Attack on Titan•
Fanfiction«So ist es immer, viviamo sotto le nubi in fiamme la notte è lunga, alleggeriamo il peso.» È davvero sempre così? Nulla può cambiare? O forse sì? Le ferite del passato sono le più dolorose, lo sappiamo tutti a grosso modo; nonostante tutto però ci...