(e poi)- OS Space Valley

Frammento.

Claudia stava rovistando in quell'armadio da circa venti minuti alla ricerca della sua camicetta preferita per l'ennesimo meeting di lavoro della settimana. L'azienda dove lavorava stava organizzando ogni giorno delle lunghe riunioni per ristabilire i bilanci e lei, in quanto direttore del dipartimento informatico, doveva essere presente per rappresentare il suo reparto.

Rovistò ancora fino a quando, invece del tessuto morbido della camicetta, la sua mano non toccò una stoffa familiare. Il cuore le si bloccò per qualche secondo e un po' incerta l'afferrò e la tirò fuori. Osservò la borsa tenendola per i manici. Il color crema è un po'sporco e la scritta sul davanti un appena scolorita ma che si leggeva chiaramente.

Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.

Il cielo si stava scurendo e dopo aver sistemato dei vestiti puramente a caso, in balia della sua distrazione, la donna raccolse i capelli mori in una coda disordinata e riprese in mano la borsa abbandonata sul letto pochi minuti prima iniziando a frugarvi delicatamente dentro.

Fogli sparsi, delle matite mangiucchiate, scontrini della famosa caffetteria di Via Zamboni, un elastico verde bottiglia e poi, andando poco più a fondo qualcosa di carta ma inaspettatamente liscio. Afferrò l'oggetto e lo tirò fuori con un filo di paura osservandolo. Il telefono squillò in quel preciso momento e Claudia sussultò leggermente spaventata prima di afferrarlo e vedere chi fosse.

Lorenzo

"Amore dimmi" rispose dolcemente. "Mamma fra poco sono a casa, ha chiamato papà, ha detto che questo fine settimana non posso stare da lui che ha un viaggio di lavoro" disse il ragazzo un po'scocciato dall'altra parte del telefono. "Mi dispiace, tesoro. Alla festa di Matteo ti accompagno io, va bene?" chiese lei provando una profonda tristezza per suo figlio e per l'assenza di quel padre che fondamentalmente non li aveva mai voluti.

Dopo essersi salutati gli occhi di Claudia caddero di nuovo su quell'oggetto che conservava uno dei più bei ricordi della sua vita. La sua unica, grande storia d'amore.

21 anni prima.

Era il 2015, quando a Settembre entrò per la prima volta nel dipartimento d'ingegneria dell'Università di Bologna. Un nuovo inizio di cui aveva da sempre avuto tanta paura. Fin dai tempi del liceo Claudia si era chiesta se davvero sarebbe stata in grado di portare a termine un percorso così difficile ed ora era lì, che si guardava intorno nella grande aula piena di computer alla ricerca di un posto libero.

Trovò una sedia accanto ad un ragazzo con dei capelli scuri e una camicia bianca ben stirata. "Scusa" cercò di catturare la sua attenzione e lui subito alzò la testa. "Posso sedermi?" chiede timorosa e lui le sfoderò un grande sorriso. "Certo, fai pure" disse facendole un po' di spazio.

"Questa lezione è stata assurda! E siamo solo agli inizi!" le disse il misterioso ragazzo a fine lezione. Claudia annuì un po'incerta e preoccupata. "Io mi chiamo Nicolas, comunque, ma puoi chiamarmi Nic" disse lui tendendole la mano mentre uscivano dall'aula. "Claudia" disse solo stringendola e sorridendogli.

Da quel giorno Claudia e Nic divennero inseparabili. Prima colleghi di università che facevano le ore sui libri a cercare di capire qualcosa per passare gli esami, poi amici che presero la tradizione di fare delle lunghe maratone di serie tv nel grande scantinato di Nic e poi, una sera, quasi per caso, lui le sfiorò la mano e una piccola scossa elettrica l'attraversò.

Il 15 Novembre del 2016, Claudia e Nic, smisero di essere semplici amici e divennero qualcosa di diverso, iniziarono a condividere non solo una storia d'amore ma anche un'insieme di sensazioni, di vibrazioni. Ogni loro bacio, ogni loro notte insieme, ogni volta in cui riuscivano a capirsi con uno sguardo corrispondeva ad un attimo in cui ad entrambi tutto sembrava profondamente perfetto. Claudia e Nicolas erano perfetti e tutti lo sapevano: loro, gli amici, Bologna e se davvero fosse esistito un Dio da qualche parte lo avrebbe saputo anche lui.