Leo odiava il Natale, a riguardo nessuno si permetteva di obiettare, erano tutti d'accordo, nessuno, in quella grande città, lo aveva mai visto comprare dolci natalizi, decorazioni, come campanelline con fiocchi rossi, e tanto meno alberi di natale, Leo, non aveva mai acquistato un solo albero di Natale.
I genitori del giovane Dawson, con l'arrivo del Natale, erano soliti preparare la grande villa, con luci luminose e glitterate, non lasciavano un solo mattoncino della casa spento, erano sempre presenti almeno tre grandi pini, ricolmi di decorazioni.
Le governanti uscivano ogni giorno per comperare farina, di ogni tipo, di mandorle, di ceci, di castagne, ogni confetto, di ogni gusto e colore veniva acquistato, chili di patate al forno e pollo arrosto venivano preparati, il miglior pesce appena pescato veniva prenotato dai signor Dawson, per poi essere ritirato, le tartine non mancavano, con tonno, gamberi, pomodoro e olive.Ogni pietanza, era all'interno della grande casa, pronta ad essere cucinata, per allestire il banchetto natalizio, tutto ciò che avanzava, veniva riposto in delle grandi ceste, fatte a mano dai contadini, per poi essere distribuite alle persone più povere, e meno fortunate.
Questo era ciò a cui erano abituati tutti, prima della morte dei Dawson.
Ora, era tutto così diverso e spento, era come se per Leo, il natale non fosse mai esistito.
Di cosa si occupasse lui in quei giorni festivi, non se ne sapeva molto, le uniche voci a cui si poteva fare riferimento, erano quelle di un'anziana signora, dai capelli grigiastri, tenuti legati da una mollettina rosa cipria, scolorita, abbinata al lungo grambiule, che le arrivava fino a sotto le ginocchia, pieno di fiorellini, di tutte le tonalità del rosa.L'anziana signora era solita raccontare, che ogni 24 dicembre, da ormai quattro anni, il giovane andasse nella sua locanda, a ritirare due micche di pane caldo appena sfornato, un trancio di pizza, con un povero formaggio insapore al di sopra, e due bastoncini di caramello, che si mischiavano al gusto della mela aromatizzata.
Inoltre qualche voce raccontava, che era solito scendere in un paesino lontano da New York, a prendere, ogni anno, un maglioncino di lana sintetica grigio scuro; dato l'arrivo del freddo, il perché del prendere sempre lo stesso maglione, non era risaputo, e d'altronde, neanche aveva importanza.
Tutto scorreva come doveva scorrere, tutto era nella norma, New York scorreva, e di Leo, il silenzio più totale.
-sono le 10 del mattino, nella grande villa, si accendono le luci, o meglio si aprono le finestre e si tirano le tende, Leo apre il suo armadio scricchiolante, prende degli abiti casuali, e si rifugia in doccia, dove appena uscito, si riempie di un profumo, un profumo strano, un profumo, che non si sentiva tutti i giorni, sapeva di menta, menta forte.
Dopodiché indossa i suoi abiti, si guarda allo specchio, e si accorge di indossare un maglione grigio, come al solito, e dei pantaloni larghi, di una vecchia tuta, di un grigio più chiaro e scolorito.
Percorre i lunghi corridoi della grande villa, e scende tre piani di scale a chiocciola, per poi arrivare in cucina, la cucina era davvero enorme.
Le pareti erano bianche, con decorazioni d'oro nei lati, i mobili erano neri, con sportelli color oro, proprio come gli ornamenti della stanza.
Si avvicina ad uno dei tanti sportelli, prende una ciotola enorme, sbeccata nel lato, apre lo sportello accanto, cerca con gli occhi nervosamente qualcosa da mettere sotto i denti; riesce a intravedere dietro ai tanti pacchi di biscotti ormai vuoti, un pacco di cereali, che neanche ricordava di avere, li rovescia nella ciotola, e si avvicina al frigorifero, dove tiene riposto un cartone di latte di soia, fin da piccolo ha sempre e solo bevuto questo, lo rovescia sopra i cereali, schizzandolo per metà sul tavolo.
Con la sua colazione in mano, svogliato, afferra un cucchiaio, ed inizia a mangiare, con così tanto entusiasmo, che pareva fosse obbligato.
Continuando a mangiare, esce dalla stanza ed inizia a camminare, osservano, come ogni mattina, le pareti immense della casa, quando d'improvviso, senza nessun tipo di preavviso o aspettativa, un rumore improvviso interrompe la sua quiete, quasi angosciante; era il telefono.
il telefono?, nemmeno lui ci poteva credere.
si avvicina al vecchio mobiletto di legno, con due cassetti, e una bajour non funzionante, dove era riposto il telefono, che era in quella casa da molti anni, decide di alzare la cornetta e...
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tra l'amore e il ghiaccio;
Fanfiction;♡ come si può vivere senza il cuore? Leo, non ama, vive, respira, ma non ama. il suo passato gli ha insegnato a mettere da parte l'amore, a preferire la ragione, a scegliere il nero, piuttosto che il bianco, la nebbia, piuttosto che il sole e la mo...