Il lunedì mattina inizia in ufficio con una valanga di scuse da parte di Jack. "Vic, sono stato uno stupido! Mi avevi chiesto di non lasciarti sola, e invece ti ho abbandonata lì, in mezzo ad un branco di iene! Dimmi, qualcuno ti ha dato fastidio? Li rimetto tutti al loro posto... perché cavolo ridi?" Mi guarda confuso.
"No, scusa Jack, non sto ridendo di te! Tranquillo, te l'ho già detto, non sono arrabbiata! È andato tutto bene, è stata davvero una bella serata..."
"Sul serio? Migliore senza di me?" Mi chiede con una faccia da cane bastonato.
"Oh, andiamo! Non fare il bambino. Ho solo detto che ho passato una bella serata... con Maura" dico, scrollando le spalle, cercando di minimizzare la cosa.
"Già è vero, ti aveva invitato al suo tavolo... poi com'è andata?"
"Le solite cose: abbiamo cenato, chiacchierato. Poi è stata così gentile da accompagnarmi a casa"
Lui spalanca gli occhi "Cosa? Hai parlato tutta la sera con Maura Harper? E ti ha accompagnato a casa con la sua macchina?" alza un po' il tono della voce, incredulo, dando enfasi alle sue parole.
"Sì? Dov'è il problema?" Gli chiedo, ora un po' infastidita. Ho già notato come Jack diventi petulante e importuno, quando parlo di Maura.
"Il problema è che vorrei esserci stato io, al posto tuo! Mmh, averla vicina tutta la sera, essere solo con lei in auto, al buio..." dice, perdendosi con lo sguardo rivolto chissà dove.
"Ehi calma, stallone!" Lo rimprovero, accigliata. Sentire le sue parole mi irrita inspiegabilmente... forse è il modo in cui descrive le donne, come oggetti sessuali, che mi fa prudere le mani.
Lui mi guarda con un sorrisino sciocco sul viso "Cos'è? Sei gelosa che queste attenzioni non siano per te?" mi pungola.
Mi sto arrabbiando con lui e queste sue insinuazioni, apro la bocca per rispondergli a tono ma vengo interrotta da una vocina sottile e delicata.
"Buon lunedì, ragazzi"
Si avvicina a noi Emily, una ragazza carina ed estremamente timida, che lavora a un paio di scrivanie da me. "Tutto bene venerdì sera? Ho sentito che hai dovuto abbandonare la cena perché ti sei sentito male, Jack..." La vedo osservare con preoccupazione il mio amico, mi balena in testa che la biondina abbia una cotta per lui.
"Nah, niente di che... La realtà è che ho preferito tornare a casa, la serata era una noia mortale!" Dice lui. Io tossisco per coprire la risata che mi è salita in gola, che bugiardo patentato!
"Tu non c'eri?" le chiedo, per deviare l'attenzione.
"Oh, no. Quelle feste non fanno per me!" Scuote vigorosamente la testa, facendole scivolare un po' gli occhiali sul naso, prontamente rimessi al loro posto dal tic nervoso della sua mano.
"Beh, sono contenta che non fosse nulla di grave. Allora... io torno al lavoro. Ciao" mormora la ragazza, lanciando un ultimo sguardo sognante a Jack, che invece non si accorge di nulla.
Qualche ora dopo, durante la pausa pranzo, provo a tastare il terreno "Allora, Jack... perché hai mentito prima? Riguardo alla cena?"
Lui mi lancia un'occhiataccia "Parli di Emily? Cosa dovevo dirle? Che ho vomitato l'anima nel bagno del ristorante e poi sono tornato a casa, fisicamente e moralmente abbattuto? Dici che sarebbe stato meglio?" Mi guarda storto, parlando serio, ma afferro il suo sarcasmo.
"Dico solo che ho visto la ragazza molto in pensiero per te, è... coinvolta..."
Mi guarda e muovo esageratamente le sopracciglia, maliziosamente.
STAI LEGGENDO
Ogni singolo giorno
RomanceL'unica certezza nella vita di Maura è il suo passato. L'unica certezza nella vita di Victoria è il suo presente. Due donne che hanno in comune molto più di quanto pensano, destinate ad incontrarsi... ma l'amore non è così scontato.