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❝I thought that we were meant to be You took my heart and made it bleed I gave you all my ecstasy I know you'll be the death of me.❞
Canzone consigliata: "Suicidal" by YNW Melly
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Osserva i fiori che raccolgo in un mondo immaginario, li strappo dalla vita, in un giardino sofferente il quale continua per inerzia, ricerco me stesso su dei binari di una vecchia stazione alle due e quarantasette del mattino, dentro di me c'è il Sole, non ho bisogno della Luna per andare avanti. Non so cosa sento onestamente, perché ricordo ancora, perché cado in vecchie abitudini quando ripenso a tutto ciò che mi hanno fatto o che mi hai fatto, che strappo carne dalla mia carne e gioisco per ogni dolore inferto a me stesso.
Ma tu, caro, eri uno di quei grandi amori che ti fanno dubitare di tutto, quando sfrecci per strada in una macchina bianca di notte, con la musica altissima, a cantare canzoni a caso di cui non sappiamo neanche mezza parola soltanto per stare più tempo insieme e per non ritornare a casa, affacciati al finestrino mentre i capelli sono finalmente liberi, un po' sorridi, t'imbarazzi quando ti senti osservato da me dietro, che cogli il mio sguardo mentre ti ammiro dallo specchietto, e lì forse avrei detto quanto la Luna fosse importante per me, quanto l'alcol ci avrebbe potuto aiutare, o quanto sarebbe bello essere su di una spiaggia di notte per l'ennesima volta insieme, mentre mi osservi fumare o quando sorrido e un po' ti ci perdi nelle sfumature del mio Sole.
Ma tu non mi parli più, eri diventato la ragione per cui il Sole stesso aveva deciso di eclissarsi, di andare via, e di lasciare la notte restare per tutta la vita, perché volevi cambiamenti, non capivo e non volevo che il mio cuore soffrisse, e allora questa mia luce l'ho soppressa, non sorrido più come prima, il cuore non gioisce più come prima, e rendi tutto difficile, perché mi fai morire in ogni incubo e quando mi sveglio d'improvviso non brillo più come prima. Mi dici che non capisci nulla di ciò che succede intorno a noi, ma io capisco te e questo mi basta, soprattutto quando ti aspetto costantemente, sveglio soltanto con la paura che ogni nostro momento potesse di nuovo scomparire, oppure capisco il motivo di quando mi sorridevi e adesso non puoi più farlo, quando io non mi voglio più amare perché ho dato tutto a te e forse avrei dovuto fartelo sapere che tu per me eri l'unico, che quando soffro ti chiamo e sussurro un po' il tuo nome, mentre scopi con qualcuno, o quando dormi da solo e solo odi starci, che senti i tuoi demoni o fai sesso con le tue stelle.
Sei andato via in quella tua stessa macchina bianca, mi hai fatto scendere e non mi hai più salutato, eri invidioso di tutto e tutti con quel tuo carattere da pazzo scorbutico, che litigavamo costantemente e costantemente io ritornavo o lo facevi tu e due parole bastavano per farci essere di nuovo quelli di prima. Non mi abbracciavi mai, avevi vergogna di farlo, sapevi quanto io avessi bisogno di te, e dovevo soddisfare questi bisogni soltanto con qualche messaggio o qualche misera fotografia di noi insieme, perché due come noi erano troppo uguali per bastarsi e tu non ti saresti mai accontentato.
Adesso sono andato avanti, caro, e non li vedo più i tuoi occhi, non ti sussurro più che per me sei un grande amico quando in realtà sei ancora la persona più importante che abbia mai conosciuto, ma cammino su margherite e con le suola stesse le distruggo, tengo la mano di un altro me e per questo non ci piango più. Non ti guardo e sto male, ma poi ti penso e nei pensieri ti dico che eri l'amore della mia vita, ma che adesso la vita è cambiata ed è finita, e con me non hai mai voluto imparare a starci. Tutto quello che volevo era che tu bussassi alla mia porta, ma adesso questa è sigillata, sto morendo e non ho bisogno più del tuo volto per sorridere, perché alla Luna che abbiamo distrutto, basto soltanto io, senza più te al mio fianco. Resta con chi vuoi, io sono andato avanti, o forse non l'ho fatto, ma ho abbandonato te che vivi di istanti o squallidi amanti.
Addio, caro. Quando vedrai le margherite che ho raccolto, pensami di tanto in tanto. Pensa al me che sorrido, che davvero di amavo tanto. Pensami, come non hai mai fatto, che io ti sorrido da quel mio singolo posto con il mio Sole ancora infranto. — Purtroppo sempre tuo, Jimin.