Corpo a corpo

4.7K 46 41
                                    

Il sole era già alto nel cielo quando le reclute avevano appena finito la corsa di riscaldamento.

L'istruttore Keith Shadis quel giorno aveva in serbo un allenamento che, per lui, lo riteneva divertente; il combattimento corpo a corpo. Vedere i singoli individui, quelli più robusti con quelli più gracili, era spassoso.

"Allora dannati! Oggi vi insegnerò a confrontare la vostra forza fisica e mentale, con il combattimento corpo a corpo." Fece una breve pausa, mentre osservava i volti giovani di tutte quelle persone che in un futuro sarebbero diventati dei veri soldati ed esempi di vita per il mondo, solo se sarebbero sopravvissuti. "Questo vi servirà a studiare le varie attitudini dei vostri avversari, benché siano più grandi e più forti, ogni singolo individuo avrà un punto debole; chi la lentezza o la disattenzione, oppure le proprie deformità. In più studierete e osserverete le situazioni in cui attaccare, a meno che non vi facciate mangiare e masticare ad quei mostri che vivono al di fuori delle nostre mura" Sorrise leggermente, vedendo gli occhi increduli di Connie e di altri.
Mentre continuava a spiegare e insegnare Keith cominciò a camminare per le varie file, fermandosi di tanto in tanto davanti ad una delle reclute, incutendo timore. L'effetto era sempre quello desiderato; il giovane diventava un vero e proprio palo, teso e ansioso, gli occhi dilatati e la gola arsa. L'istruttore piegandosi, gli gridava nelle orecchie poi se ne andava da un'altra vittima.
Finito l'insegnamento teorico, Shadis fece dividere i soldati tra maschi e femmine, come inizio era meglio studiare la forza dei sessi, poi avrebbe messo coppie miste per vedere meglio chi poteva rendere di più.

I suoi occhi si concentrarono meglio su Eren e Jean, Conni e Armin, Marco con Reiner, Berthold e Daz.
Le ragazze erano state spostate qualche metro più in la. Mikasa e Ymir, Sasha con Christa, Annie con Mina. Entrambi erano stati messi assieme per via delle diversità di carattere, in modo da conoscersi meglio e confrontarsi, aiutarsi a migliorare ed incoraggiarsi.

Vedere le nuvole di polvere alzarsi dai vari giacigli da combattimento era un immagine oramai abitudinaria per il Capo istruttore Shadis, era rimasto ad osservare le matricole quelle migliori da quelle mediocri per diverso tempo prima di sedersi sotto un chioschetto, riparandosi dal sole che ormai segnava l'ora di pranzo.

Eren e Jean mentre combattevano, a denti stretti si scambiavano qualche battuta cinica e offensiva, cosa che caricava entrambi. Armin doveva subire le torture di Connie, che ormai gli stava seduto sopra, mentre Reiner incoraggiava Marco a dare il meglio di se, per quanto quest'ultimo si ritrovasse il viso nella polvere.
Il primo che finì il combattimento fu Berthold, slogando senza volerlo una caviglia a Daz.
"Scusa, non era mia intenzione farti male Daz" Il viso impacciato del giovane era leggermente sudato mentre alzava il proprio compagno che piagnucolava con le lacrime agli occhi. In realtà era stata tutta colpa di Daz, il quale aveva esitato per paura ed era inciampato nei propri passi cadendo come un sacco di patate.
"Cosa tate facendo voi due!? Non ho detto di riposare" Anche se aveva visto l'accaduto Keith aggredì entrambi fermandoli e attirando l'attenzione di tutti su di se.
L'unico che intervenne facendosi coraggio fu Marco che, offrendosi, chiese di portare Daz in infermeria, anche se la cosa gli costava portare il proprio compagno a spalla.
"Va bene, portalo in infermeria e poi ritorna per l'allenamento." Osservò Daz e Marco per pochi secondi poi girò sui tacchi senza badare più a loro. "Voi due, riprendete l'allenamento" Guardò serio Berthold e Reiner, facendo segno con il capo di ritornare al proprio posto. Rimprovero e urlò anche il resto del gruppo che si era fermato, chi per vedere cosa succedeva e chi per riprendere fiato.
Rimase in piedi come una statua, poi ritornò a sedersi senza perder d'occhio la situazione.

Nel mentre che i due giovani amici si portavano sul punto di combattimento, si scambiarono un occhiata complice.
"È da un po' che non ci alleniamo assieme" Reiner sorrise mentre si posizionava per attaccare, sapeva che non doveva sottovalutare l'amico.
Per tutta risposta Berthold annuì , inarco leggermente le spalle e la schiena, mise le braccia in avanti, aspettando l 'attacco del Gigante Corazzato portò in avanti una gamba pronto per deviare il colpo che avrebbe subito.
Reiner si slanciò in avanti, allungò un pugno di traverso. Berthold si piegò deviando il colpo però venne colpito alla spalla opposta, vacillò, facendo un passo indietro. Una linea di sudore colò lungo la tempia 'È sempre stato più forte e agile di me, non posso batterlo'
Sorridendo Reiner capì quello che doveva fare per stimolare il suo amico, senza dare tregua a Berthold di rimanere sulle difensive cominciò una serie d'attacchi. Voleva che attaccasse, che lo colpisse, che facesse vedere quella grinta che spesso teneva nascosta e rinchiusa.
Berthold riusciva a schivare quasi tutti i colpi, percependo che Reiner lo stava sfidando, cerco di trovare una tregua "R-reiner..."
"Andiamo Bertl, so che puoi fare di meglio." Gli occhi d'oro del Gigante Corazzato si illuminarono. Con tutta risposta l'amico, deviò nuovamente il montante che gli sganciò.
"...basta Reiner..." Berthold questa volta si abbassò, appoggiò gli avambracci a terra alzando le gambe girò su se stesso prendendo per la vita Reiner, lo strinse in una morsa, facendolo vacillare all'indietro.
Finalmente vedeva negli occhi verdi del Colosso, quell'espressione aggressiva e vigile. Sorrise Reiner prima di torcere il nervo dietro il ginocchi dell'amico d'infanzia, facendolo gemere, riuscì a liberarsi un braccio, anche se Berthold senza demordere strinse nuovamente le cosce, intrappolandolo.
Ora si sentiva senza via d'uscita.
Il Gigante Colossale tirò leggermente le labbra, ridendo con gli occhi verso Reiner, che ricambiò il sorriso con una smorfia di dolore per la posizione subita.
Il tonfo che seguì fu doloroso per Berthold.
Reiner aveva ceduto, cadendo sulle ginocchia, facendo sbattere l'amico a terra con la schiena, liberandosi per pochi secondi da quella morsa soffocante e scomoda, anche se le gambe forti e nervine di Berthold si chiusero attorno al suo collo taurino.
"Ti arrendi Reiner?" Il ragazzo dai capelli scuri guardo diritto negli occhi color miele dell'amico, aspettando una risposta.
Era a dir poco in una posizione fastidiosa e imbarazzante. Il suo viso era appoggiato sul membro dell'amico, e più cercava di muoversi più sentiva che Berthold lo stritolava. Nella sua mente uscì un pensiero sleale, pur di vincere quella lotta. Le labbra si tirarono in un sorriso smaliziato, allungò le mani attorno alle cosce dell'amico, strinse l'interno coscia, poi scese quasi vicino al membro, premette, tastando quel calore che proveniva da sotto i tessuti.
Berthold non poté fare a meno di gemere. Quello che gli stava facendo era scorretto. Vedere quella malizia negli occhi dell'amico lo mise a disagio. Agitato si guardò attorno, cercando di vedere occhi curiosi che li fissavano, ma per sua fortuna tutti erano impegnati a combattere con il proprio avversario, e anche l'istruttore stava guardando altrove, riportò gli occhi su quello che Reiner gli stava facendo, e senza volerlo gli uscì un nuovo gemito strozzato, istintivamente allentò la presa di poco, cercando di fare spazio all'amico per divincolarsi, ma questi, con il sorriso in volto non intendeva muoversi. Sentì una nova pressione.
Questa volta il lamento dell'Gigante Colossale sembrava quasi di piacere. Reiner si fece spazio liberandosi, con uno scatto felino e senza esitazione ribaltò Berthold fermando entrambe le braccia dietro la schiena, poi si sedette sopra di lui "AH! Sei stato battuto Bertl, vuoi la rivincita?"
"Sei stato scorretto. Sleale, questo non è un combattimento. Non è un atteggiamento da guerriero " Berthold provò a divincolarsi con uno scatto. Reiner sbuffando lo lasciò, poi gli offrì il suo aiuto per rialzarsi
"Era solo per stimolarti a usare le tue doti, e poi è da parecchio che non ci alleniamo assieme" Guardo diritto negli occhi verdi del compagno.
Berthold abbassò leggermente lo sguardo "Oh...beh.."
Non fece in tempo di parlare che l'istruttore Keith Shadis ordinò di riposarsi per la pausa pranzo, e che successivamente avrebbero continuato l'allenamento tra corsa e combattimento per il resto del pomeriggio.

ASSORBIMENTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora