Ormai erano già andati via tutti ed io ero rimasta seduta sul mio banco a guardare la classe vuota.

'la preferisco mille volte così'
Pensai cose del genere prima di girarmi fuori la finestra per udire le risate dei ragazzi che rimanevano a scuola.

Con la solita espressione mi diressi verso l'uscita, mi feci dare un passaggio da una macchina ed arrivai nel posto dove l'ultima volta avevo visto quella stella.

Notai che stava ascoltando la musica mentre un ragazzo più grande e alto di me le sorrideva. Aveva la carnagione chiara, i capelli scuri e gli occhi marrone scuro. Ogni tanto gettava qualche occhiata in giro e mi vide.

Rimasi a osservarlo mentre mi sorrideva e sventolava la mano in segno di saluto. Mi avvicinai.

Ciao  salutai quella stella che da oggi in poi chiameremo jude.Non appena si accorse di me mi abbracciò, dopodiché disse: Lui è Matteo....te ne avevo parlato.



Giusto, vi siete persi un pezzo della storia, fatemi spiegare. Io e C siamo amiche dalle elementari e c'è stato un periodo (questo periodo continua tutt'ora) in cui Matteo l'ha aiutata molto.


Oh, si mi ricordo....quindi tu sei il famoso Matteo eh? Io sono Alice piacere dissi cercando di trattenermi. Mi sorrise e se ne andò.

Io e C ci sedemmo subito sulla panchina e lei mi parlò di quello che avevano fatto lei e Matteo. Lei continuava a parlare e a parlare...

ma l'unica cosa che volevo in quel momento era che smettesse di raccontarmi di quel ragazzo perché mi faceva male il petto. Perché sentivo un vuoto espandersi dentro di me, faceva male.

Non era la prima volta che mi capitava una cosa del genere però mi capitava sempre e solo con lei. Mi dissi che ormai ci avevo fatto l'abitudine, che ormai potevo convivere con quel vuoto che avevo dentro da tempo....forse troppo tempo.

Ad un certo punto lei smise di parlare e disse: perché piangi?

La guardai con una faccia confusa e mi toccai il viso. Era ricoperto da lacrime.

'cazzo'

Ohi, tutto ok? Mi chiese, lei cercò di capire cosa mi stesse succedendo e io le risposi sarà il polline, tranquilla.

Fece segno di ricominciare a parlare ma la fermai

Devo andare, alla prossima urlai mentre mi alzai dalla panchina.

Iniziai a correre, iniziai a non sopportare più queste sensazioni, a non sopportare più questi sentimenti.

STUPIDE EMOZIONI!!! Urlai quando ero ormai lontana, mi accasciai a terra e iniziai a pensare di non volere più pensare a niente, di non volere più provare niente.

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