Two

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"Perché non me l'hai detto?"
Era l'ennesima volta che glielo chiedeva.
Sbuffò spazientito.
Era mezz'ora che discutevano, e Leo era davvero una testa dura.
Giovanni avrebbe capito.

"Volevo stare un po' da solo"
"Sei stato solo due settimane! Torni, e non ti prendi neanche la briga di avvertire. Giovanni lo sa, almeno?"
"Lascia Giovanni fuori da questa discussione. E comunque sia, con capisco perché tu ne stia facendo un dramma"
"Facendo un... Facendo un dramma, dici?"
Era tutto rosso in faccia.
Se non fosse stato di quattro centimetri più basso di lui, avrebbe potuto fare quasi paura.
I jeans attillati erano ricoperti di strappi, come al solito, e dai passanti per la cintura (che non portava) pendevano numerose catene. La maglia nera dei Metallica di due taglie più grande gli pendeva da un lato, così come il ciuffo nero. Aveva persino un po' di matita nera attorno agli occhi.
"Si, un dramma. Non è poi nulla di che"
"Nulla di che. Ma certo, avrei dovuto immaginarlo. Sei uno stronzo, come al solito, non tolleri la presenza della gente attorno a te. Sai che ti dico, emo dei miei stivali? Vai un po' a tagliarti le vene"
A quel punto la sopportazione di Andrea raggiunse il limite.
Era piuttosto sensibile all'argomento (non che si tagliasse, ma sapeva che in genere quelli come lui lo facevano), e comunque era ridicolo usare parole così pesanti per una cagata del genere.
Era stufo di quella discussione.

Il metallaro sembrò capire in ritardo il suo errore.
"Andrea, io..."
"Fuori"
"Cosa?"
"Fuori. Esci. Vai via"
"Andrea, davvero, io non-"
"FUORI! ESCI DA QUI O GIURO CHE FINISCE MALE"
Indietreggiò intimorito.
"Ripasso domani. Scusa"
"VATTENE!"
Stava per tirargli addosso il primo oggetto che gli capitava sottomano (un portafoto preso dal suo comodino) ma lui fu più veloce a chiudersi la porta alle spalle.

Quando fu di nuovo solo, prese un respiro profondo.
Posò il portafoto al suo posto e si accasciò sul letto.
Sapeva di aver esagerato con Leo.
Era già irritato per conto suo, e lui non aveva fatto altro che gettare benzina sul fuoco.
Desiderava così tanto vedere Giovanni...
Sospirò.

"Cos'è quell'aria afflitta?"
Alzò gli occhi verso la porta, e pensò che quello era sicuramente un miraggio.
Giovanni gli sorrise dall'uscio della porta, e tese le braccia verso di lui.
"Non ti sono mancato neanche un pochino?"
Si fiondò tra le sue braccia, lasciandosi stringere.
"Giova... Ciao"
"Hey... Tutto bene? Com'è andata?"
Gli accarezzò i capelli, continuando a sorridere dolcemente.
"È andata bene, è stato un sollievo staccare un po' la spina. Non ce l'hai con me perché non ti ho detto che ero tornato?"
"Oh, non importa"
Fece un gesto con la mano, come per scacciare una mosca.

Pochi minuti dopo erano sdraiati a letto.
La testa di Andrea era poggiata sul grembo di Giovanni, mentre quest'ultimo lo accarezzava dolcemente.
"Leo se l'è presa, vero?"
"Già"
Il moro ridacchiò, come se la cosa lo divertisse.
"Perché ridi?"
Chiese un po' infastidito.
Lui sembrò notarlo, perché la sua espressione si addolcì.
"Andrea, lui tiene molto a noi. Siamo l'unica cosa che ha, e lo sai"
Si, lo sapeva.

I suoi genitori erano separati, e avevano ben poco tempo per lui.
Si erano creati una nuova vita, con un nuovo compagno, una nuova casa e dei nuovi figli, ma lui non era contemplato nella loro idea di 'vita perfetta'.
A scuola passava più tempo in punizione che in classe, era il solito casinista.
Come anche loro due, era un emarginato.
I suoi compagni lo evitavano, a malapena lo guardavano.
Aveva provato personalmente cosa significasse.

"È il suo modo per... Tenerci vicini. Ha paura che ci stancheremo di lui e lo escluderemo. Lo sai, noi due siamo amici da prima di conoscere lui"
Il piccolo annuì, poi chiuse gli occhi.

Dopo qualche minuto di silenzio, Giovanni parlò di nuovo.
"Oggi è il 21 agosto"
"Quindi?"
"Non manca molto all'inizio della scuola. Ci pensi, Andrea? Se ci va bene tra un anno esatto avremo finito la scuola"
Il piccolo sospirò, sfiorando le dita del moro che gli accarezzavano la guancia.
"Sembra ieri che ci parlavamo per la prima volta"
Alzò gli occhi e lo vide sorridere.
"Seconda media, dopo la scuola"
"Pioveva"
"Pioveva da settimane. Se ci penso sento ancora in bocca il sapore del fango"
"E io del sangue. Non è proprio una giornata da ricordare"
"E perché no? Ho conosciuto te"
Lo disse come se fosse la cosa migliore che gli fosse mai capitata.
"Ci siamo fatti pestare a sangue"
"Si, ma io ho conosciuto te"
Andrea si sarebbe strappato il cuore dal petto.
Devi stargli lontano.
"Comunque sia, tu cosa credi che farai dopo?"
Cercò di concentrarsi sulle sue parole.
"Lo scrittore"
"Scriveresti di me, Andrea?"
La nota di sarcasmo nella sua voce era piuttosto calcata, ma lui sapeva che gli sarebbe piaciuto da morire.
D'altronde non sarebbe stato poi tanto difficile.
Gli sorrise.
"Perché no?"
Giovanni ricambiò il sorriso.
"E cosa potresti mai scrivere di me? Non ho nulla di interessante"
"Oh, nella maggior parte dei casi non conta quanto la storia sia interessante in sé. Conta quanto lo scrittore riesca a renderla tale"
"L'indole da poeta ti viene naturale"
Risero.

"Tu invece, cosa credi che farai?"
Il grande riprese ad accarezzarlo.
"Non lo so ancora"
"Non sei preoccupato?"
"Non particolarmente, no"
Gli sorrise di nuovo.
"Non importa cosa succederà in futuro, tanto so che tu rimarrai con me"

Andrea avrebbe tanto voluto che fosse così.

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Ed ecco l'entrata in scena di Giovanni e Leo :)
Che ve ne pare?

Questo capitolo doveva uscire ieri ma purtroppo ho avuto un sacco da fare, quindi eccolo oggi (sono già in ritardo e siamo al secondo capitolo, andiamo bene)

Tra oggi e domani dovrebbe uscire anche una os nella raccolta :')

Asganaway! (Us gone away)

P.S. loro hanno smesso di dirlo, io rimango fedele alle origini

Blue Side || CamperkillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora