La Morte di Dorcas Meadowes

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Se c'era una cosa che Barty Crouch Jr. amava, quella era la sua doppia vita da Mangiamorte.

Adorava il suo Marchio Nero, che teneva celato agli occhi sempre più sospettosi di suo padre, adorava indossare la sua maschera argentata nel cuore della notte e guardarsi allo specchio. Si sentiva così potente, così adulto nei suoi diciotto anni, che credeva di avere dato un senso alla sua esistenza. In fondo, non tutti i Mangiamorte potevano vantare un lignaggio purosangue come il suo ed essere figli di una figura di spicco del Ministero come Bartemius Crouch. Se molti attacchi degli Auror erano stati stroncanti sul nascere, era stato per merito suo e della sua attività di spionaggio.

"Ben fatto, ragazzo mio" gli aveva detto Voldemort con un sorriso furbo. E la gioia aveva investito Barty così violentemente che quasi si era messo a piangere. Parole che aveva sempre agognato di sentire, la cui dolcezza gli era stata crudelmente negata.

In cuor suo, Barty aveva eletto un altro uomo come suo padre e tutti i suoi sforzi erano tesi a soddisfare il suo orgoglio e le sue aspettative.

Voleva assomigliargli, essergli uguale al punto che la gente arrivasse a confonderlo con lui. E in effetti come Mangiamorte stava diventando convincente, era molto dotato con la magia e non aveva alcuna remora nell'uccidere gli Auror o i babbani. Insieme a Bellatrix poteva anche sterminare un quartiere intero, era spietato e rapido come un colpo di pistola.

L'importante era che il Signore Oscuro fosse orgoglioso, che lo amasse come un figlio o come un amante, stava al padrone decidere. Certo, si sarebbe abbassato i pantaloni senza indugio per lui, la sola idea aveva un poderoso effetto eccitante sul suo corpo.

*

Bellatrix sentiva il suo sguardo prepotente su di sé, i suoi occhi rossi scrutarla.

L'eccitazione le aveva reso le gambe molli e le spalle rigide. Come conosceva quello sguardo insistente! Avrebbe dovuto voltarsi e sorridergli... Fargli capire...

-Bella-

Ecco! Ecco!

Bellatrix si voltò di scatto verso di lui, aveva il viso già arrossato e gli occhi lucidi.

Voldemort le accennò un sorriso -Sai cosa voglio-

Oh, sì, lo sapeva e glielo avrebbe dato. Gli si avvicinò emozionata, avvinta dall'eccitazione e dall'aspettativa, e gli rivolse un sorriso stentoreo.

-Quanto affascinante puoi essere, Bella?- le disse lui, facendole segno di sedersi su di sé.

-Padrone- gli obbedì subito, accecata -Padrone, voi lo siete di più-

-Temo che la bellezza sia l'unica cosa in cui mi superi-

-No, non è vero- ansimò sconclusionata, schiudendo le gambe per sedersi su di lui a cavalcioni.

-Non è vero?- ripeté Voldemort, guardandola negli occhi con aria divertita -Dico le bugie?-

Bellatrix non riuscì a rispondere, sentiva la sua presenza rigida tra le gambe e la sua mente riusciva solo a concentrarsi su quello. Con una mano si spostò le mutande di lato, con tanta fretta e furia che la stoffa le rimase in mano.

-Ed eccoti qui- esclamò il mago oscuro, avvertendola sopra di sé -Uno stillicidio come al solito-

-Posso... Posso...-

Voldemort annuì appena e Bellatrix si lasciò sprofondare giù.

*

-Abbiamo delle nuove reclute, cara. Nuovi Auror giovani e volenterosi che hanno deciso dedicare la loro vita a una causa onorevole-

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