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David

Non era possibile!
Jack gli aveva mentito.
Chissà da quanto Alìce era con lui.
Non poteva averla incontrata e essersi dimenticato di avvisarlo.
Una rabbia indicibile gli pervase il corpo, aveva voglia di picchiare Jack.
Pensare che gli aveva detto che ci teneva a lei, che finalmente era libero e aveva intenzione di provarci.
Immagini di loro due nella Jacuzzi di Jack gli balenarono in testa, tentò di scacciarle ma ottenne il risultato contrario, li vedeva fare sesso ovunque.
Diede pugni sul volante per scaricare la frustrazione, mentre imprecava contro Jack, contro Bryanna e contro se stesso.
Si era fatto sfuggire dalle mani la più grande occasione della sua vita solo per duemila sporchi dollari.
Ma non poteva finire così.
Scese dall'auto e sbattè la portiera con rabbia, attraversò la strada e entrò nel palazzo dove abitava Jack.
Chiamò l'ascensore e raggiunse il piano attico più furioso che mai.
Quando Jack gli aprì la porta lo guardò con odio e gli si scagliò addosso.
"Figlio di puttana! Ti avevo detto che cosa provo per lei e tu te la sei portata a letto! Bastardo! E dicevi di essere mio amico, bell'amico. Uno stronzo! Ecco cosa sei!"
Lo riempì di pugni sulla faccia e nello stomaco, Jack non reagì lasciandosi picchiare.
Continuò finché non sentì Alìce gridare basta.
Era a cavalcioni su Jack steso a terra, si girò a guardarla, piangeva.
"Si può sapere che ti prende? Sei impazzito? Lascialo immediatamente!"
Lo guardava quasi con disprezzo e quello sguardo lo avrebbe ricordato per sempre.
Si alzò e a testa bassa uscì da quella che credeva fosse la casa del suo migliore amico.
Raggiunse la sua auto e salì mettendo in modo per andare via da lì.
Se un giorno gli avessero detto che sarebbe arrivato alle mani con Jack per una donna si sarebbe sbellicato dalle risate.
Ora invece guardava le mani sporche del sangue di Jack e si chiedeva perché.
Passò l'intera giornata a guidare senza sapere dove stesse andando, poi la voglia e il bisogno di mettere la testa a tacere lo spinsero in un bar.
Non aveva mai bevuto fino ad ubriacarsi in vita sua ma sentiva la necessità di stordirsi , di dimenticare.
Ma non aveva preventivato che l'acool non smorzava i sensi di colpa, li amplificava. Più beveva, più si sentiva in colpa.
Aveva sbagliato tutto.
Proprio lui, il grande avvocato David Peters aveva sbagliato a giudicare una persona e ora ne pagava le conseguenze.
Non sapeva che ore erano quando qualcuno lo aiutò ad alzarsi e lo accompagnò fuori dal bar.
Non aveva idea di chi fosse l'anima gentile che gli stava prestando aiuto ma non gli importava molto.
"Amico avresti dovuto evitare di bere così tanto, non sei abituato e non sai quanto ti pentirai di averlo fatto domani mattina!"
Farfugliò qualcosa sul suo amico che l'aveva pugnalato alle spalle e su Alìce che era la ragazza più bella che aveva mai visto e la voleva ma lei era andata con il suo amico.
"Sta zitto imbecille, nessuno ti ha pugnalato alle spalle e ringrazia Dio che lei ha perso la testa per te altrimenti ti avrei lasciato qui a marcire coglione!"
Non si meritava quello che Jack gli aveva fatto, gli era sempre stato vicino ogni volta che suo padre lo aveva fatto sentire una nullità.
Lo aveva confortato e supportato, invece lui alla prima occasione lo aveva fregato.
Sapeva che Alìce gli era entrata sotto pelle eppure aveva approfittato della situazione.
Altre volte erano usciti con la stessa donna e entrambi ci erano finiti a letto, ma non era mai stato un problema.
Perché nessuno di loro due si era innamorato di qualcuna di loro.
Stavolta però era diverso.
Alìce con la sua semplicità e la sua freschezza gli faceva ribollire il sangue come nessuna mai prima di allora.
Baciare Alìce era come sentirsi in pace, approdati in un isola, sereni e allo stesso tempo affamati.
Aveva fame della sua pelle, del suo corpo, dei suoi occhi resi più grandi da quelle lenti che la rendevano sexy senza che se ne accorgesse.
"Cristo quanto sei pesante. Mi hai conciato per le feste, credo di avere qualche costola incrinata e nonostante sono uno sportivo non riesco a tenerti su, quindi cerca di collaborare. Non appena avrai smaltito tutto l'alcool che hai in corpo gli dirai tutte queste cose, nonostante è arrabbiata vedrai che non riuscirà a non perdonarti. Sembrate in simbiosi voi due, non ho mai visto due persone entrare così in sintonia nel giro di qualche giorno ."
L'aria fresca gli rischiarò la mente ma non capiva dove si trovava ne chi lo stava aiutando.
Salì sulla macchina incitato da una voce che non conosceva e senza che se ne accorgesse si addormentò.
Sognò Alìce.
Lo guardava ma non gli parlava.
Ce l'aveva con lui ma non capiva perché, in fondo l'unico che ci era andato a rimettere in tutta la storia era stato lui.
Lui era stato tradito.
Lui aveva perso la possibilità di creare con lei qualcosa di unico e incredibile.
"Aiutami a stenderlo, su bello alza le braccia dobbiamo spogliarti. Che coglione sei stato a ridurti in questo stato!"
"Aspetta Jack sembra voglia dire qualcosa."
"Lascia perdere Alìce. Qualunque cosa dica non tenerne conto, è ubriaco e non è cosciente."
Aprì gli occhi per capire dove si trovava e chi erano le persone che gli stavano intorno ma era difficile distinguere forme e colori.
Chiuse di nuovo gli occhi e riprese a dormire, sperava di tornare a sognare Alìce.
Magari gli avrebbe fatto delle carezze, gli avrebbe detto che andava tutto bene, che non era successo nulla.
La voleva in modo spasmodico quasi da lei dipendesse che tornasse ad essere in grado di respirare.
La sognò di nuovo.
E sorrise.
Era tornata.
Si era stesa accanto a lui e gli stringeva le braccia sottili intorno alla vita.
Non l'avrebbe più lasciata andare.
Doveva parlarle, chiarire la situazione che si era creata, non gli importava se era stata con Jack.
Voleva portarla a Saugatuck nella tenuta sul lago Michigan. Voleva farle vedere dove era cresciuto e dove con suo padre era andato a pesca.
Voleva mostrarle la sua infanzia, raccontarle la sua vita e condividere con lei la cioccolata calda con irish cream irlandese in riva al lago avvolti in una coperta.
Le chiese se era d'accordo, se voleva accompagnarlo, ma lei non rispose, temette che era stato tutto un sogno e che lei non lo teneva stretto tra le braccia respirando forte.
L'unica volta nella sua vita che aveva trovato una persona veramente speciale era stato così stupido da giocare male le sue mosse.

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