Si dice che ognuno di noi abbia un'anima gemella, una persona a cui sarai legata per tutta la vita da un filo indissolubile e indistruttibile che, non importa quanto sarà aggrovigliato o quanto sarà lontano, esso ti porterà, comunque, a lei.
Una persona che ti capisca attraverso un solo sguardo, l'unica al mondo che ti ami incondizionatamente proprio nel modo in cui sei, senza voler cambiare niente di te perché, anche i tuoi difetti, ti rendono unica.
Qualcuno che, nonostante le avversità che si presenteranno sul tuo cammino, ti appoggerà e crederà in te sempre, soprattutto quando ti si ritorcerà tutto contro.
Questo era Charles per Claire.
Claire era sempre stata una donna troppo indipendente e pragmatica per credere in un amore vero e duraturo. Non che da bambina non ne fosse stata affascinata, anzi; passava le sue giornate sognando ad occhi aperti di vivere, da adulta, le favole della Disney che centinaia di volte aveva guardato sullo schermo del vecchio televisore della nonna e che non si stancava mai di riguardare.
Ma crescendo, si era resa conto che aspettare con pazienza, l'arrivo di un fantomatico principe azzurro che per tanti anni aveva agognato, non faceva per lei.
Tant'è che due anni prima, un uomo follemente innamorato di lei, le chiese di sposarlo e Claire, pur non essendone innamorata, lo sposò comunque. Pensava che prima o poi, avrebbe imparato quantomeno ad apprezzarlo.
Quando sembrava che nella sua vita non ci fosse spazio per altro tranne che per il suo lavoro come caporedattore di una casa editrice, durante una cena organizzata per festeggiare il successo dell'ultimo libro pubblicato, rimase pietrificata nel vedere, tra la folla, un paio di occhi verdi troppo particolari per non averli riconosciuti e così magnetici da farle ogni volta accapponare la pelle. Cercò di non dare troppo peso alle emozioni che aveva appena provato, dando la colpa al vento fresco che tirava nel locale all'aperto sul lungomare di Monaco e proseguí a parlare con l'autore del romanzo; d'altro canto, non poteva essere lui.
Le aveva ribadito più volte che una volta partito per l'Italia non sarebbe più tornato ma, appena quell'uomo dagli occhi verdi le venne vicino con un bicchiere in mano, capii che non era stata solo una pura illusione e nemmeno il vento.
Claire si stirò sui fianchi il suo vestito blu che faceva risaltare i capelli rossi che le ricadevano arricciati sulla schiena e provando a reprimere un sorriso imbarazzato, per niente tipico di lei, afferrò il calice cominciando a bere nervosamente e a piccoli sorsi, ma non prima di averlo squadrato attentamente e aver capito che si trattava di un comune Martini.
"Claire Jacqueline, che piacere rivederti. Non mi sembra di averti mai visto a nessuno di questi incontri! Adesso lavori per l'agenzia di pubblicazione, giusto?"
"Veramente caro Charles, adesso ne sono la caporedattrice. Piuttosto, chi ti ha..." rispose. Quando stette per continuare lui l'anticipò interrompendola.
"Pierre Foqueau in persona." a questa sua affermazione, la donna, quasi si strozzò con il suo Martini. Sapeva quanto il suo repellente dirigente fosse un uomo di larghe vedute ma, non credeva che lo fossero davvero così tanto.
"Oh, quindi sei uno dei prestigiosi invitati di cui tanto parlava durante le riunioni. Mi stupisce che uno come te, abituato all'azione, non si stia annoiando ad una festa del genere. Sai, abiti pomposi, palloni gonfiati in giacca e cravatta... Non è un posto adatto a te." constatò la rossa, girandosi intorno e bevendo dal suo calice cristallino.
"E quale sarebbe il posto adatto a me?" Claire non rispose, avrebbe tanto voluto dirgli che qualunque posto sarebbe stato ideale, purché fosse stato lontano da tutti gli sguardi indiscreti che li tormentavano ogni qualvolta li vedevano insieme e che li avevano costretti ad amarsi in silenzio. Lontano dalle commedie che dovevano inscenare per non dare nell'occhio e dal fingersi due semplici conoscenti quando, dentro di loro, l'unico desiderio che ardeva era quello di tenersi per mano davanti al mondo.
Avrebbe destato scalpore una notizia del genere; una delle donne più benestanti di Monaco, sposata con uno dei più importanti banchieri, era l'amante del pilota monegasco tanto adorato dai suoi connazionali.
"Dimmi cosa c'è Claire." Charles puntò i suoi occhi verdi in quelli nocciola della ragazza facendo sfiorare le loro mani ma, lei la ritrasse subito guardandosi attorno circospetta, sperando che nessuno li avesse visti.
"C'è che sono stanca di questa pagliacciata. Sono stanca di starti lontana e di fingere di non amarti, quando vorrei soltanto scappare con te. Non importa dove, basta che sia con te."
"E allora scappiamo! Anche domani, prendiamo il primo aereo e andiamocene via." la rossa sorrise amaramente davanti a queste parole; lui la guardò confuso.
"Non è così semplice, Charles. Sai il polverone che si alzerebbe se sapessero che stiamo insieme? Che ho lasciato mio marito senza alcun ripensamento per scappare con te?"
"Non era questo che volevi? Lasciamo questa festa Claire, organizzeremo tutto stasera."
"E cosa penseranno gli invitati? A breve dovrei annunciare il romanzo, non posso andare via così. Per quanto mi costi ammetterlo, daremmo troppo nell'occhio se andassimo via contemporaneamente." replicò tentando di dissuaderlo, posando poi il suo calice e appoggiandosi con i gomiti al tavolo del buffet. Charles, però, non volle sentire ragioni e decise di mettere in atto il piano che aveva già prefissato nella sua mente.
"Lascerò la festa per primo, così tu avrai il tempo per presentare il libro ed io, se vorrai, di comprare i biglietti aerei." le disse, avvicinandosi più a lei in modo da sussurrarle all'orecchio. "Vediamoci a casa tua alle ventitré. Lì mi dirai se verrai via con me o resterai qui." Claire non ebbe il tempo di aprire bocca che Charles ebbe già raggiunto il direttore Pierre Foqueau per congedarsi con lui, ringraziandolo dell'invito e comunicandogli che sarebbe andato via presto perché l'indomani avrebbe lavorato.
Il tintinnio di un coltello su un calice fece sobbalzare la rossa mentre, come ipnotizzata seguiva con lo sguardo ogni movimento di Charles, riportandola alla realtà dei fatti e accorgersi che era arrivato per lei il momento di presentare il libro.
Il dirigente l'annunciò e, sfoggiando uno dei suoi sorrisi più falsi, lo raggiunse posizionandosi accanto a lui e all'autore, davanti i volti compiaciuti degli invitati che aspettavano soltanto che la donna portasse il suo calice di Champagne in alto per poter finalmente brindare.
Dopo la presentazione, Claire raccolse la sua pochette e, dopo essersi anche lei congedata in modo sbrigativo accusando un forte mal di testa, si apprestò a raggiungere l'uscita del locale dove l'aspettava parcheggiata la sua Porsche. Con un movimento fulmineo infilò la chiave nel quadro d'accensione e sfrecciò per le vie di Monaco in direzione di casa. Nel vialetto che portava all'abitazione vide Charles, appoggiato alla sua Ferrari nera, illuminato soltanto dalle luci fioche del cancello. Con un balzo felino, la donna si precipitò sulle labbra di Charles, tenendo l'uomo per il colletto della sua camicia bianca, baciandolo desiderosa e conducendolo senza esitare all'interno della casa. In quel momento, Charles capì quale fosse la decisione che Claire aveva preso. Suo marito non sarebbe tornato prima di martedì, il che avrebbe lasciato campo libero ai due amanti per organizzare la loro fuga; almeno, era quello che credevano. Così, quella notte, entrambi si lasciarono andare ai propri desideri senza freni.
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Soulmates- One Shot [Charles Leclerc]
FanficSoulmate: /ˈsəʊlmeɪt/ (noun.) someone who understands you like no other, loves you like no other, someone who does the same weird things you do and will be there forever, no matter what