LACRIME DI LUCE

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-Hai mai pensato al senso della vita?- mi chiese Jungkook, mescolando pigramente il caffe sul divano, mentre il tramonto giocava con le ombre dei mobili e passava attraverso il vetro del nostro balcone.

- Perchè me lo chiedi?-.

La finestra lasciata leggermente aperta permetteva di udire il canto delle rondini, che stonava con il rumore dei clacson delle macchine sotto il nostro palazzo.

- Non lo so... ultimamente stavo pensando al perchè del nostro incontro, al perchè della realtà in cui viviamo oggi..... e non trovavo la risposta.
A volte mi sembra di vivere bruciando esperienze, altre di essere trascinato da una corrente invisibile..... e non capisco.-.

- E cosa vorresti capire?-.

Un venticello leggero entrò nella stanza, muovendogli i capelli corvini, rendendolo più etereo di quanto non lo fosse già. La maglia nera gli fasciava il busto, mettendo in risalto i muscoli, risultato di sudore ed insicurezze personali di un ormai passato quindicenne, lanciato nel crudele mondo dello spettacolo.

- Te l'ho detto... perchè vivo, perchè continuo a combattere, perchè.... sono io-.

Jungkook era sempre stato un ragazzo alquanto curioso e particolare. Analizzava con attenzione tutto ciò che gli passava sotto quegli occhi da cerbiatto, che sembravano contenere un intero universo fatto di cioccolata e caffe. Mi era sempre piaciuto perdermi in quelle iridi, e affondare nelle sabbie mobili del mio sentimento per lui.

Se solo lo avesse saputo, forse, forse mi avrebbe teso la mano, e piuttosto che lasciarmi morire, mi avrebbe fatto affondare nel suo corpo.
Ma poichè tale utopia era irraggiungibile, mi consolavo soffocandomi nel mio stesso amore, lasciando che la sabbia divorasse il mio cuore, e lo lasciasse cadere nel nulla della solitudine.

-Credo che tutti noi abbiamo un sorta di percorso già deciso nella nostra vita, ma a scelte multiple. Che cambia in continuazione-.

- In che senso hyung?-.

- Pensiamola così.... tu sei nato con tanti doni Jungkook: quello del canto, del ballo, quello del disegno.... questo dovrebbe essere già considerato come una sorta di messaggio, ovvero che tu avresti intrapreso un lavoro a stretto contatto con l'arte, non trovi?
Quindi Madre Natura ti aveva già indirizzato fin dall'inizio.... ma stava a te decidere le giuste strade tra quelle disposte: seguire il tuo sogno, o fare altro. Ed è così che in parte la tua vita era già stata scritta, e fattelo dire, tu hai avuto la fortuna ma anche la capicità e caparbietà di fare ciò che era giusto. Sebbene potesse andare diversamente, e qui si aggiunge un altro fattore....-.

Jungkook si sporse di più dal divano color panna, inclinando la testa verso destra. Notai che continuava a torturare le pellicine delle unghie, e non potei fare altro che sorridere: era sempre stato un ragazzo con una grande energia dentro di sè, spesso incompresa e scambiata per iperattività, ma che in realtà non era altro che voglia di vivere.
Correre, ballare, erano tutte passioni che gli permettevano di macinare chilometri che avrebbe voluto vivere subito tra concerti, album, viaggi. E quando non poteva fare neanche quello, si sfogava su quelle povere dita, sperando di poter, prima o poi, afferrare nuove avventure.

-Quale Taehyung? Di quale fattore parli?-.

- Oh ma l'ho già detto prima... La fortuna.-.

-La fortuna.... Dea bendata che sfila e cuce il filo della nostra vita... che tragica barzelletta...-

- È errato, stai confondendo la fortuna con il fato.... il fato è quello che comunemente viene associato ad una dea bendata, mentre la fortuna... beh, stranamente non mi viene in mente alcuna immagine allegorica da affiancare. Personalmente mi piace paragonarla ad una bussola: ago ballerino che cambia tra capricci e pretese, alla ricerca della direzione giusta... così difficile da comprendere, e che solo pochi riescono a piegare al proprio volere.-.

-Hyung...-.

-Dimmi.-

Notai come all'improvviso, stranamente, sembrasse più nervoso. Aveva cominciato a muoversi sul divano, come a trovare la posizione giusta, e si grattava il collo con fare imbarazzato. Si voltò e mi diede la possibilità di vedere il suo profilo perfetto, lo sguardo intenso, le sopracciglia agrottate, la mascella tagliente. Tutto emanava mascolinità, forza brutale, eppure sapevo bene come, in mezzo a quello sguardo, le sue labbra potessero far sbocciare il più meraviglioso dei sorrisi. Uno di quelli che trasudava genuinità, capace di sciogliere anche le scorze più persistenti.

-Secondo te, è stata la fortuna ad averci fatto incontrare?-.

Domanda fatta all'improvviso, fulmine in quella quiete che mi ero imposto per non distruggere quell'equilibrio che era la  nostra amicizia. Un equilibrio che pensavo fosse fatto di solido cemento, ma che di fronte ai suoi occhi, si era rivelato malleabile come creta tra le mie mani, anzi, le sue.
Cosa avrei dovuto fare? Stare zitto, tacere? Sopprimere di nuovo i miei sentimenti, per un ordine nel quale non c'era spazio per me, del quale non facevo parte? Dove la mia felicità non veniva presa in considerazione?

Ma al diavolo il raziocinio, al diavolo cosa fosse giusto e cosa sbagliato, al diavolo il futuro.
Sono io che decido ora.

-No Jungkook.. è stato il destino-.

Mi sporsi dal mio divano, scavalcai il tavolo in mezzo, e di scatto lo baciai. Le sue labbra erano più soffici di ogni mio sogno, il profumo della sua pelle più dolce di ogni previsione, i capelli più setosi di ogni desiderio. Tutte le mie immaginazioni non rendevano giustizia alla realtà.

Mentre lo baciavo, fuochi d'artificio scoppiavano nel mio corpo, bruciavano la mia pelle, mi trasformavano in pura energia. Afferrai le sue guancie con bramosia, gli accarezzai le labbra con la lingua, quasi come a volergli dire che io, la sua anima, l'avrei trattata con sola e pura delicatezza.

Eppure lui continuava a non rispondere al mio bacio, e in quel momento si insinuò  in me il pensiero di aver deciso la mia condanna a morte; non l'inferno, ma cosa ben più peggiore: la sua disapprovazione. Eppure, egoisticamente, non prestai attenzione a quelle voci che urlavano "pericolo!" nella mia testa. Chiusi a chiave la scatola della coscienza, pronto a morire, martire di me stesso.

Ma mi sbagliavo.

- Speravo dicessi questo-.

Cominciò a ricambiare, e le sue mani si aggrapparono al mio collo, poi scesero, e mi sbottonarono la camicia.
Il vecchio equilibrio imposto si sciolse, e lui, come uno tsunami si scontrò sulla mia terra indifesa, mi stravolse, mentre mi spogliava di vestiti e mi vestiva dei suoi gemiti, portandomi all'estasi dei sensi.

Fatto l' amore, ci rendemmo conto di esserci donati a vicenda su di un semplice tappeto.
Stretti più che mai, gli accarezzavo la schiena candida, mentre i suoi capelli mi solleticavano il collo.
Jungkook posava dolcemente la sua testa sul mio petto, ascoltando probabilmente il mio cuore battere, con gli occhi chiusi e il respiro calmo.
Un dolce sorriso gli incorniciava il volto, mentre veniva baciato dai raggi del sole tramontante, lacrime di luce nel mare dei nostri corpi uniti che proiettavano le rispettive ombre sul parquet. Erano totalmente unite fra di loro, non si capiva dove finisse una e dove iniziasse l'altra, così come, a me piaceva pensare, stesse succedendo alle nostre anime.

Lo presi tra le mie braccia e lo portai sul letto. Nessuno dei due parlava, ci accarezzavamo soltanto, fin troppo timidi per scoperchiare gli ultimi scogli rimasti. Poi lui spezzò il silenzio.

-Da quanto tempo?-.

- Due anni e mezzo- sussurrai - E tu?-.

-Più o meno un anno e mezzo.
Perché non l'hai detto prima? Avremmo potuto soffrire di meno. Hai idea di quanto sia stato difficile ammirarti da lontano, e sfiorarti solamente e disperatamente con le onde dei sogni?-.

- Stavo solo aspettando il momento in cui il fato si fosse finalmente deciso ad intrecciare le nostre vite, e si fosse tolto la benda, per mostrarci che nodo meravigliso eravamo, siamo e saremo.-.

Mi sorrise dolcemente, e cominciò di nuovo a baciarmi, mentre il sole tramontava e le nostre bussole si allineavano nella stessa direzione.

Che fato o fortuna fosse, non era più importante. Ora c'era lui a guidarmi, ed era meglio di ogni mia più recondita previsione.

"ESSENZA FATTA DI LACRIME DI LUCE" |taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora