My Dilemma

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"Ti prego non guardarmi così!" disse Sam, piangendo, perché Freddie la stavaguardando in modo confuso e scioccato allo stesso tempo.La sua amica, dura e insensibile... aspettava un bambino? 

Freddie deglutì.Non sapeva che dire.Cosa si diceva in questi casi?

 "Sam... io..." 

"La... la vuoi una tazza di caffè?" disse Sam debolmente, tirandosi su a sederesul letto e asciugandosi le lacrime. 

"S...si, grazie!" 

"Dai, vieni..."Sam si incamminò fuori della camera da letto.Freddie notò che c'erano due letti. 

La cucina era indirettamente collegata alla sala, nel senso che c'era un balconeche le separava.E un tavolo rotondo era incavato in un angolo della stanza.Era lì che ora erano seduti Sam e Freddie. 

Entrambi avevano finito i propri caffè da quasi 5 minuti e nessuno dei dueaveva ancora parlato.Freddie, perché, seriamente, non sapeva che dire.E Sam, perché era troppo imbarazzata per parlare di quello che le erasuccesso, davanti al suo ex. 

"Scusami!" pronunciò lei ad un certo punto.  Freddie si spaventò, quanto bastava per fargli alzare gli occhi di sobbalzo dallatazzina di caffè, ormai vuota. 

Sam rise amaramente "Ti spaventi ancora con facilità, non è vero,puffo?" 

"E tu ti diverti ancora a spaventare la gente, Puckett?" 

"Si, è l'unica cosa che mi diverte da 3 mesi a questa parte..." Sam tornòimprovvisamente seria. 

Puffo. Non lo chiamava più puffo da quando avevano 13 anni. Però era bellosentirsi chiamare di nuovo così: significava che non si era dimenticatacompletamente di lui. Questo lo rincuorò quanto bastava per chiederle:"Cosa dicevi, prima?" 

"Ho detto, che ti chiedo scusa!" 

"E per cosa?" 

"Per averti fatto venire fin quaggiù! Ma, veramente, non sapevo a chi altrochiamare..." 

"Ehi, Sam, tranquilla! Aiuto volentieri un'amica in difficoltà!" 

"Grazie! Sapevo di poter contare su di te!" e detto questo Sam mise la suamano sopra quella di Freddie.I due si guardarono un attimo e poi entrambi tolsero le mani. 

"Allora... perché non mi racconti tutto dall' inizio?" 

"Si... anche se... è difficile..." 

"Tranquilla! Prenditi tutto il tempo che ti serve!" 

"Ok..."Sam rimase un minuto in silenzio.Ripercorse tutto quello che le era capitato per arrivare poi a questo momento.Con Freddie si sentiva tranquilla, come se il resto del mondo non esistesse. 

"Il... il padre del bambino... si chiama Andrew!" 

"Ah, va bene! E... insomma... vivete insieme?" 

"COSA? No! Neanche morta vivrei insieme a quel bastardo!" urlò Sam,mettendosi le mani nei capelli. Il suo viso era di nuovo rigato di lacrime. 

"Scusa... non volevo reagire così... ma Andrew... ANDREW E' UNO STRONZO!". 

La voce di Sam era prima calma, poi  diventò un urlo. Detto questo, si alzò,prese la sua tazzina e la spaccò sul pavimento.Freddie pensò che non avrebbe mai reagito così per un ragazzo, ma inquell'istante parve rincuorato che la "vecchia Sam" ci fosse ancora. 

"Sam, calmati!" le disse, Freddie, alzandosi anche lui e cingendole le spalle. 

"Calmati, Sam!" le disse in tono più dolce.Dopo, Sam fece un gesto che lo stupì: si girò e lo abbracciò, appoggiando gliocchi sulla sua camicia e inzuppandola di lacrime.Freddie la lasciò fare, non sapeva ancora per cosa piangeva, ma di sicuro deveessere qualcosa di molto grosso per piegare così Sam Puckett. 

"Vuoi... vuoi sederti, adesso? Andiamo sul divano, così provi a rilassarti!" 

"Va... ODDIO! Ti ho bagnato la camicia! Scusami, Fred!" 

"Ma figurati! Quello è l'ultimo dei problemi, adesso! Dai, sediamoci!"Sam non si era mai preoccupata dei suoi vestiti, o di qualunque cosariguardasse lui.Sam si calmò dopo un paio di minuti che i due stavano seduti.Freddie aveva un braccio sopra le sua spalle.Sam aveva la testa appoggiata alla sua spalla. 

"Allora... quando vuoi...." disse Freddie.

 "Subito, allora!" disse Sam. Si asciugò gli ultimi residui delle lacrime sulleguance e poi si passò una mano sulla pancia sporgente."Io ed Andrew ci siamo conosciuti ad una festa! Era la festa di compleanno diun'amica di Cat, la mia coinquilina..."<<Ecco di chi era il secondo letto >> pensò Freddie."... io non conoscevo praticamente nessuno! Cat mi fece un paio dipresentazioni, ma quella che mi colpì di più era quella di Andrew. Mi sembravail mio tipo: era stato in galera due volte e non aveva paura di apparire unpotenziale maniaco..." qui ridacchiò un pochino, ricordando quelle immaginiche avrebbe voluto reprimere. "Abbiamo parlato praticamente tutta la sera. E11abbiamo anche ballato, molto. Io gli avevo lasciato il mio numero e infatti ilgiorno dopo, lui mi chiamò. Ti risparmio tutta la conversazioni e il resto... dopoun paio di settimane ci siamo messi insieme.E poi... beh... puoi capire che è successo dopo un paio di mesi..." si indicò lapancia. 

Freddie cercò di apparire come se la cosa lo riguardasse da semplice amico enon come ex.Ma in realtà si sentiva morire dentro.Non poteva pensare a Sam con qualcuno che non era lui... e sì, aveva repressoil pensiero di Carly in quel momento. Era come assorto dal racconto di Sam. 

Voleva dire qualcosa per confortarla... ma cosa? 

"Quando gliel'ho detto, sembrava che gli avessi detto che ero morta! Èsbiancato completamente!Quando poi si è riscosso, mi ha detto che se avevo intenzione di tenerlo, lui nonci sarebbe stato! E... beh... questo è quanto!" concluse Sam. 

Freddie avrebbe voluto prendere quel babbeo a pugni, ora.Come poteva abbandonarla?Quel bambino era anche suo figlio!

"Sam..." 

"Sì?" 

"Ancora non mi è chiaro, perché mi hai chiamato..."Sam lo guardò. Poi appoggiò la testa sulla sua spalla.Appena parlò la sua voce si fece terribilmente, terrorizzata. 

"Perché... Andrew vuole costringermi a tornare con lui... e se io non vorrò... micostringerà con la forza!"

iComplicated|| iCarly (Seddie)Where stories live. Discover now