capitolo 2

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Ed è mio padre ma cosa cazzo vuole ora? Vabbè mi limito a rispondere
Io: dimmi dissi scocciata
Joseph: Emma tra 20 minuti ti voglio in ufficio perché ti devo dire la cosa che ti avevo accennato prima
Io: ma perché non me la puoi dire ora tramite telefono? Chiesi sbuffando
Joseph: perché no e non mi contraddire o non ribattere.
Io: sei uno scassacazzo allucinante
Joseph: Emma ti ho già detto che non devi parlarmi così e che devi portami rispetto
Io: io invece ti ho già che ti parlo come cazzo voglio e non porto rispetto a chi non me lo porta
Joseph: Emma te sei ancora una ragazzina ingenua che non sa ancora con chi sta parlando...
Io: papà ma quando la finirai di fare così? Sai che non è che sembri chissà chi eh sembri solo un coglione che si monta la testa
Joseph: Emma non voglio litigare, adesso vieni in ufficio da me e basta.
Io: okay dissi sbuffando e attaccai il telefono. Guardai Allison e gli dissi
« scusami amo ma devo andare da sto rompi coglioni di mio padre...»
Lei mi guardò e mi rispose
«tranquilla amo, vai pure poi chiamami e fammi sapere» anniusco e prendo la roba, la saluto, esco.
Mi incammino verso l'ufficio di mio padre sinceramente ho un po' paura di quello che deve dirmi o chiedermi
lui è così imprevedibile...cazzo. Continuo a pensare e farmi ipotesi su quello che dovrebbe dirmi mio padre finché questi pensieri vengono scacciati da una voce maschile
“ attenta” mi urla
mi guardo davanti e vedo che stavo per andare a sbattere contro la porta dell'edificio quindi mi fermo.
Oddio ma che cogliona stavo per fare una figura di merda gigantesca vabbè meglio se la smetto. Apro la porta dell'edificio e mi dirigo verso l'ufficio di mio padre, dopo un po'arrivo davanti alla porta e busso
“avanti” sento da dentro, la sua voce è così fredda...forse ho esagerato prima al telefono vabbè schiaccio questi pensieri aprendo la porta e vedo, lì, seduto sulla sua sedia che guarda il suo computer che di sicuro ci saranno scritti tutti i suoi stupidi affari. Alza lo sguardo e mi nota quindi si alza molto velocemente dalla sedia e si scaraventa su di me
“ Emma ti avevo detto di venire molto prima, perché cazzo hai Ritardato? ” disse con voce molto incazzata
Lo guardo e dico “prima di tutto calmati, per seconda cosa ho fatto ritardo perché tu mi hai tenuto al telefono” lui mi guarda con furia  e mi scaraventa al muro
“ Emma porca troia non è colpa mia e non mi calmo. Tu non devi dirmi cosa devo fare, hai capito?” dissi più infuriato di non so cosa. Lo guardai e dissi “papà scusami se ti ho risposto così ma sei tu che mi porti a trattarti così” dissi con voce spezzata
Lui mi guarda e senza dire niente mi lascia ed si risiede sulla sedia
“ Emma comunque ti avevo detto di venire qua perché appunto devo dirti una cosa” disse sistemandosi la giacca che si era stropicciata prima anniusco
“ beh ecco di dico che dobbiamo trasferirci a Los Angeles” disse con molta tranquillità
Io sgrano gli occhi e dissi “ nono non posso lasciare Allison, lei è tutto per me non posso.” lui mi guarda e disse
“non me ne frega niente, tu già oggi ti inizi a fare le valigie e non contraddirmi” sento che non è in vena di essere contraddetto quindi smetto di ribattere “okay...” borbotto e mi alzo sbuffando, lui mi guarda e si alza
“ Emma non te ne pentirai” mi sussura per poi aprire la porta e andarsene, lo guardo, poi decido di tornare a casa... questa giornata è stata più dura di quanto pensassi. Esco dall'ufficio poi mi dirigo verso la porta, la apro, esco ed mi incammino verso casa. Dopo vari minuti arrivo a casa e apro la porta d'ingresso, la mia direzione è il bagno decido di farmi un bagno caldo per rilassarmi un po'... Dopo un po' decido di uscire dalla doccia e vestirmi

Misi questo, mi asciugai i capelli e poi uscii dal bagno e andai in camera

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Misi questo, mi asciugai i capelli e poi uscii dal bagno e andai in camera. Appena toccai il letto crollai in un sonno profondo.

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