Capitolo 1

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Oltre questi occhi…

Greggi di nuvole sparse si rincorrevano sulla brulla campagna inglese, seguendo la stessa direzione dei binari. La loro avanzata era placida, danzante, meno austera dell’incedere sbuffante del convoglio. Soltanto il vento sollevato dalla locomotiva imperversava contrario, scuoteva il soffice manto della prateria e ululava oltre il vetro.

Eli Clark vi poggiò la fronte e lasciò che la fredda superficie dissipasse i suoi turbinosi pensieri...
Nella speranza che anche i suoi attuali sentimenti d'angoscia e di inquietudine venissero spazzati via con essi...

Non era certo la prima volta che si lasciava il Galles alle spalle, ma non si era mai spinto fino in Cornovaglia. Per la verità, i suoi radi viaggi non avevano mai pressoché abbandonato i confini della regione, tralasciando qualche occasionale ingresso a Londra. Tendeva a evitare le grandi città e la gente del sud… Possedevano un ritmo di vita fin troppo sbrigativo e potenzialmente cinico, come la stessa società dell'epoca imponeva e come ogni buon borghese che si rispettasse deteneva…

Nonostante ciò, era capitato spesso che fosse chiamato a predire la fortuna alle loro infiorettate mogli: un modo come un altro per tenerle impegnate, mentre i mariti si assentavano nei bordelli malcelati da café d'alta società, sgretolando la facciata della famiglia rispettabile che tanto si impegnavano a mantenere.

Lui aveva assistito a tutte le loro storie, aveva appreso miriadi dei loro segreti e scorto nel prossimo futuro la piega che avrebbe preso ognuna delle loro vite, ma non ne aveva mai fatto alcuna menzione.
D'altro canto, gli era stato proibito…

La vista in cambio del silenzio.

La maturazione di un dono naturale che aveva posseduto sin dalla nascita, con l'unica condizione di non svelare mai nulla di ciò che avrebbe anticipato…
Soltanto una volta aveva trasgredito alla regola… e ne aveva pagato il prezzo.

Il viaggio terreno dei viventi coincideva con precisione quasi maniacale al cammino celeste tracciato dalle divinità. Cambiarne anche solo un passo era un inviolabile divieto.

Di fatto, salvare una vita aveva rovinato la sua: rigato in volto da un terribile marchio, Eli era rimasto cieco. Questa fu la punizione per aver messo mano alla sorte.
Tuttavia, lui aveva sempre ritenuto ne fosse valsa la pena… E proprio per questa ragione, se avesse potuto scegliere nuovamente, avrebbe ripetuto lo stesso gesto, senza remore.

Se solo un'amica non l'avesse pregato di non arrischiarsi ancora a tanto…

Un tenero bubolare attirò la sua attenzione e un tiepido sorriso sbocciò sul viso del ragazzo, il quale posò una mano sul dorso del gufo appollaiato sulle sue ginocchia, uno splendido rapace dal piumaggio ramato.

«Ormai siamo qui, Rose… Non rammaricarti, non sono arrabbiato», mormorò il giovane con voce gentile.

In risposta, la piccola creatura grattò con gli artigli sulla sua ruvida veste cobalto, come a voler comunque rivolgergli le proprie più sentite scuse.

«Davvero, hai fatto bene ad insistere… Non vale la pena incappare in un secondo castigo soltanto per essermi rifiutato di partecipare ad un semplice gioco… Vinciamo e ce ne andiamo», continuò Eli, solleticandola sotto il becco: «D'accordo? Presto torneremo a casa… Da Gertrude».

Rose parve rassicurata e tubò in segno d’assenso, strofinando il capo contro la mano del suo compagno…
Il suo salvatore.
Esattamente sei anni prima, Eli la trovava con l'ala spezzata nel ventre di un vecchia quercia, nella quale ella si era rifugiata in attesa di morire…
Il giovane veggente la protesse dal rigido inverno che n'era seguito e da allora non si erano più separati.

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