Stiles Stilinski

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Stiles' P.O.V.

Dopo un viaggio in buio completo e senza saperne la meta, vengo trasportato dentro ad un edificio, molto freddo ma sento il pavimento ben diverso dalla terra su cui camminavo prima.

Mi viene tolto il cappuccio che avevo in testa rivelando solo la faccia di merda di un omone alto almeno due metri dall'alito fetido.

<adesso stai qui> dice con una voce altrettanto di merda buttandomi dentro ad una cella per poi legarmi delle catene ai polsi.

Quando esce cerco di tirate il più possibile le catene, senza riuscire a toglierle o staccarle ma pur sempre provando.

<è inutile insistere, ci ho già provato io> dice una voce nel buio, mentre si avvicina a me con un sottofondo delle catene che strisciano dietro di lei.

Una ragazza dai polsi insanguinati e dall'aria stanca mi arriva vicino, le catene sono abbastanza lunghe e mi avvicino anche io a lei.

<sono T/N piacere> dice sorridendo, anche se in modo poco convincente.

<Stiles, piacere mio> stendo la mano verso di lei ma le catene ci lasciano ad almeno due centimetri di distanza.

<da quanto sei qui?> chiedo.

Tutto ciò che ha addosso sono dei pantaloncini e una t-shirt bianca, larga e impolverata, ha delle ferite su braccia e gambe e sembrano esser state pulite probabilmente solo con dell'acqua.

<bhe...non so esattamente quanto tempo sia passato, forse una settimana o qualcosa del genere> dice piano, non sembra avere voce da sprecare.

<p-perchè siamo qui?> chiedo evitando di fare domande superflue.

<non so...ma fammi indovinare, l'unico umano in un branco di creature soprannaturali?> chiede sedendosi a terra e la imito.

<sì...aspetta, anche tu?>
<già...>

<te li hanno fatti loro?> indico i graffi con lo sguardo

<circa...solo perchè ogni volta che mi liberano faccio cazzate ahaha> ridacchia <e loro agiscono di conseguenza> finisce alzando la maglietta mostrando lividi sull'addome.

<che mostri> sibilo non capendo come possano fare del male ad una ragazza, soprattutto così carina come lei...

- - -

T/N P.O.V.

Dopo circa due giorni in compagnia di Stiles ormai ha capito come funziona qui, come pensavo a lui non hanno fatto nulla, non si è mai "ribellato" quando lo portano fuori.

<e la prossima volta che cerchi di fare stupidaggini giuro che ti uccido> dice uno di quegli omoni mentre finisce di legarmi di nuovo alle catene.

<uhh che paura> dico con sarcasmo ricevendo un pugno sull'occhio e poi un altro...

<hey smettila!> urla Stiles, facendo incazzare ulteriormente il mostro.

<no Stiles!> non voglio che si faccia del male anche lui ma quell'uomo gli tira un pugno spaccandogli un labbro.

Poi esce. <non avresti dovuto, ora ti esce sangue...aspetta, prendi> dico strappando un lembo della maglia e passandoglielo, almeno si sarebbe asciugato il sangue.

<non dovevi> dice piano cercando di sorridere per poi rendersi conto del dolore al labbro.

<no, tu non avresti dovuto! Io sono già ridotta male, ma tu...non avresti dovuto farti male>

<eh-> viene interrotto dal dire qualcosa quando dei rumori si sentono da fuori e la porta della cella viene letteralmente lanciata via facendoci balzare in piedi.

<Scott> dice Stiles mentre un ragazzo entra nella cella seguito da <Mark> dico io appena l'alpha del mio branco entra.

- - -

Dopo averci tirati fuori dalla cella non mi sono sentita bene e sono svenuta, mi sono risvegliata in un letto d'ospedale, accecata dalla bianca luce degli ospedali.

<hey, calma, ti aiuto io> dice un'infermiera aiutandomi a tirarmi a sedere <sono Melissa McCall, la madre di Scott, vado a chiamare i tuoi amici se ti senti bene> <sì grazie> dico sorridendole mentre tutto il dolore che fino a questo momento ho cercato di ignorare inizia a farsi sentire.

<T/N!> esclamano Mark, Hanna e...Stiles entrando nella mia stanza.

<stai bene? Fa male? Tutto ok? Tutto non ok? Tutto come? Oddio guarda i tuoi polsi e- e le braccia e la faccia e-> chiede Hanna agitata come sempre.

<Hanna, respira, tranquilla, sto bene> sorrido alla bionda davanti a me.

<sono felice che tu stia bene> dice Mark.

<sto bene, sto bene> ripeto poi punto il mio sguardo sul ragazzo che mi ha tenuto compagnia.

<e tu?> chiedo guardando Stiles

<anche io, ne ho passate meno di te> dice avvicinandosi e prendendomi la mano, gli sorrido.

<come avete fatto a trovarci?> chiedo infine a Mark

<abbiamo scoperto grazie ad un'amicizia comune che anche il loro umano è stato rapito e due branchi al lavoro sono meglio di uno no? E poi, andiamo siamo licantropi, abbiamo fiuto per certe cose> dice facendomi ridere.

<già ma porta il tuo naso mannaro via di qui ora e torna dal tuo ragazzo che io qui me la cavo e oggi è il vostro anniversario> dico indicando il calendario sul muro.

<sissignora!> dice dandomi un bacio sulla fronte per poi incamminarsi verso la porta <Hanna se vuoi un passaggio a casa ti conviene muoverti> dice e Hanna sembra risvegliarsi e uscire dal suo mondo.

<giusto giusto, ci vediamo T/S, riprenditi, guarda che domani ti vengo a rompere di nuovo!> dice abbracciandomi per poi uscire.

...

<allora...siamo tornati alle nostre vite> dico guardando Stiles, l'unico rimasto nella stanza.

<già, ma spero che qualcosa possa cambiare> dice guardandomi negli occhi il che mi fa arrossire.

<cosa?> chiedo piano <spero che...beh insomma, ora che ci conosciamo non vorrei tornare ad essere sconosciuti> dice balbettando un po' e arrosendo, grattandosi la nuca agitato.

<io ho un'idea> affermo stringendo la sua mano <cosa?> chiede <vuoi uscire con me? Quando esco dall'ospedale ovviamente ahahah> dico ridacchiando ma mi provoca un forte dolore all'addome.

<t-tipo un appuntamento?> <tipo un appuntamento sì> <sarebbe fantastico>

E lo sarà sempre di più...

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