So Show Me, I'll Show You. |Jk ♡ Th|. []

•Otto•

"Allora? Mi dici dove stiamo andando?"
Chiese il maggiore curioso.

"Se te lo dico dopo non c'è più sfizio."

"In realtà, non c'è sfizio anche a non saperlo..."

"Aish, sempre il solito." Sbuffò il minore.

"Ah io non tu?! bah che dire."

"Che hai da dire ora?" Chiese Jungkook guardandolo dallo specchietto retrovisore.

"Io? Nulla proprio figuriamoci." Rispose Taehyung facendo spallucce.

"Eh, sì, nulla proprio..."

"Semplicemente non ti capisco... quello che fino a pochi minuti fa era ha fatto una scenata di gelosia qui sei tu e non io." Disse senza alcun minimo di imbarazzo Taehyung.

<"Geloso? Io? Ma di cosa? Ti sei rincoglionito per caso?" Chiese Jungkook si punto in bianco.

"Non mentire a te stesso Jungkook." Rispose Taehyung nonchalance.

"Ma mentire cosa esattamente? Su cosa ti stai basando poi? Perché ti volevo lasciare lì da solo con quello lì? Che poi oltretutto è il tuo amichetto che vuoi che sia..." Disse Jungkook ironizzando.

"Menti, si è così. Su cosa mi baso? Semplice perché oltre a volermi lasciare da solo lì con lui, ribadisci che sia il mio "amichetto", ma vabbè quelli sono dettagli. Ma il fatto è che non appena lui ha detto del quello che abbiamo fatto quella volta, cioè che abbiamo dormito insieme nello stesso letto subito hai alzato il tono della voce..." Spiegò Taehyung.

"Fottetevi." Rispose Jungkook. 

"Eccolo..." Disse Taehyung.

"Ma che ecco un cazzo sei tu che sei cieco, lui non aspetta altro che il tuo bel culetto, non aspetta altro che scoparti e mandarti a fanculo. Sei così stupido da non capire una fottuta minchia, ti credi etero ma non lo sei! E stai sicuro che il tuo amico neanche lo è quindi ti dico solo stai attento al tuo culo." Disse Jungkook accelerando mettendo paura Taehyung.

"V-vai piano!" Disse Taehyung tenendosi forte alla vita di Jungkook che accelerava ancora di più.

"K-oook! BASTA. Fermati voglio scendere."Disse Taehyung ormai bianco in viso dalla paura.

Jungkook lo liquidò con un semplice NO, visto che a pochissimi metri erano arrivati a destinazione.
Una volta arrivati jungkook si fermò e il maggiore scese subito dalla moto e gli rispose a quello che non aveva avuto modo di rispondergli sulla moto prima.

"Moccioso di merda, prima il mio culo non lo do come fosse il tuo pisello. Non è free entry, e secondo se proprio ti interessa non ho intenzione di farmi scopare. Quindi usa la tua mente perversa per fare altro, non per costruirti dannate storie gay su di me, perché ti ripeto sono fottutamente E T E R O!" Rispose Taehyung facendo anche lo spelling finale.

"Mh, sì, e io sono prete." Rispose Jungkook ironizzandoci sopra.

"Ma fottiti Jeon!" Rispose Taehyung arrabbiato.

"Fallo tu!"

"Mh?"

"Fottimi." Ribadì il minore.

"Non ti scoperei mai." Disse Tae disgustato dal solo pensiero del minore.

"Infatti lo farò io"

"Eh?" Chiese il maggiore.

"Se proprio lo faremo, ti metterai tu a 90 e io ti entrerò dentro." Disse Jungkook con fare ovvio.

"M-ma sei stupido o cosa? Fai schifo!" Rispose Taehyung paonazzo dalla vergogna, facendo ridere il minore.

"Vieni? Ti faccio vedere una cosa..." Disse Jungkook al suo Hyung.

"Kook, giuro che se è un'altra delle tue cazzate me ne vado a piedi anche se non ricordo la strada!" Lo avvertì il maggiore.

"Vieni su." Ripetè il minore.

Jungkook prese il maggiore e lo portò in un piccolo parco, dove c'erano tanti fiori diversi, tanti colori e tante erbacce belle da vedere.
Strano a dirlo ma sembrava l'Eden in tutti i sensi, era un qualcosa di strabiliante visto a occhio umano.
Non c'era cosa più bella di quella.
Era un posto prezioso, tanto quanto lo era Taehyung per Jungkook, e tanto quanto lo era Jungkook per Taehyung.

"Kook... è bellissimo..." Disse Taehyung.

"Si lo è..." Rispose il minore.

"Come mai questo posto?"

"È il mio posto, ci vengo quando ho bisogno di rilassarmi..." Rispose il minore. 

"Wow è davvero bellissimo! Complimenti ottimo posto, e come mai mi ci hai portato?> Chiese ancora curioso il maggiore.

"Così potrai rilassarti anche tu, ti ci vuole proprio un po' di relax. Visto che ultimamente mi vieni sempre conto." Rispose con fare ovvio Jungkook.

"Non ti vado sempre contro stupido, semplicemente mi fai saltare i neuroni, non è colpa mia." Rispose Taehyung.

Jungkook fece per levarsi il giubbotto in pelle che stringeva le sue braccia muscolose, mettendo in mostra per bene le sue braccia, quelle che Taehyung non potette guardare bene la sera prima.
Poi lo sguardo di quest'ultimo cadde sul braccio di Jungkook...

"Wooow Kook e questo cos'è?" chiese Taehyung riferendosi al tatuaggio che aveva appena visto sul braccio di Jungkook.
Li conosceva tutti, ma non ci aveva fatto caso che ce ne fosse uno nuovo, ed erano dei fiori stupendi.

"Sono fiori..." Rispose Jungkook.

"Che fiori sono? Di ciliegio?" Chiese Taehyung sfiorando la pelle scoperta del braccio con le dita, facendo venire la pelle d'oca al minore.

"Si esattamente." Rispose Jungkook sorridendo.

Per Jungkook i tatuaggi erano molto importanti, ognuno di loro aveva un significato specifico e non tutti meritavano di saperlo.
Ma in quel momento sentiva di poterlo dire a Taehyung che era al suo fianco.

"Questi fiori hanno vita breve, come saprai.
I loro petali cadono in fretta, ma quando lo fanno regalano uno spettacolo mozzafiato.
Li ho fatti per mia nonna, perché se n'è andata quando ero piccolo, quindi non ho avuto tempo per conoscerla. Ma mi ha lasciato delle cose meravigliose, dei ricordi bellissimi, proprio come i fiori di ciliegio. Ero molto legato a lei." Disse Jungkoom sentendo gli occhi inumidirsi.

Taehyung non disse nulla, si avvicinò e basta, accattando i loro corpi e avvolgendo le spalle di Jungkook con un braccio, facendo si che il minore appoggiasse la testa sulla sua spalla.
Jungkook si sentì incredibilmente al sicuro, era tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento.

Taehyung che intanto voleva farlo sentire al sicuro, voleva fargli capire che lui era lì per il minore.
Non lo lasciava solo, anche con i loro mille litigi, con la loro testardaggine, con la loro mentalità completamente differente nel pensarla.
Lui non lo lasciava solo, era lì.