Capitolo 1

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Passare tutta la propria vita in ospedale fa schifo.
Ciao a tutti mi chiamo Gloria e questa è la storia di come la mia vita da schifo completo riuscì a migliorare fino ad diventare bella per poi sprofondare di nuovo nel bui km.
Sono una ragazza di 18 anni con tanti sogni nel cassetto ma con pochissima possibilità di riuscire a realizzarli, ho passato gl'ultimi 10 anni dentro e fuori l'ospedale completamente sola perché quando i medici aveva detto le condizioni della mia salute ai miei genitori biologici essi avevano deciso di lasciarmi lì e sparire completamente dalla faccia della terra, mi avevano abbandonata in ospedale e dopo una piccola "discussione" il medico che mi aveva in cura aveva deciso di chiedere il mio affidamento e lo ottiene con molta facilità tanto che oltre a curarmi mi crebbe con l'aiuto di suo marito, per me era un continuo entrare ed uscire dall'ospedale dove ero anche adesso, dopo la solita visita di mio padre acquisito per controllare i miei valori lui dovette lasciarmi promettendomi però che sarebbe tornato per pranzo insieme a suo marito; io mi alzai dal letto per fare due passi per sgranchirmi le gambe ed andai in giro per l'ospedale dove ormai i conoscevano tutti, quando andai nel reparto del pronto soccorso trovai un ragazzo penso sia stato un po' più grande di me inginocchiato a terra con la testa tra le mani cosími avvicinai e notai che era solo così mi siedi accanto a lui, "lo so fa male" dissi rompendo il silenzio quel ragazzo tiró su la testa e notai uno splendido viso con due occhi stupendamente marroni scuri guardarmi terrorizzati "vuoi compagnia?" chiedi sorridendogli e lui restando in silenzio annui io mi allungai verso di lui ed asciugai le lacrime che scendevano lungo il suo viso "piacere io sono Gloria" "io sono Mingyu" disse singhiozzando "come mai stai piangendo?" "mia mamma é stata male ora con lei c'è mio padre" "eri hanno lasciato qua solo?" "si" "meno male che sono arrivata allora" "si, posso chiederti una cosa" "certo dimmi" "ho bisogno di una spalla su cui appoggiare la testa, mi tremendamente male" "ci sono io vieni pure" dissi mettendomi ancora piú vicino a lui e poco dopo si appoggió a me; passarono diversi minuti ed io a stare lí con quel ragazzo mi sentivo incredibilmente bene quando all'improvviso si alzó e mi guardó "grazie" "stai meglio?" gli chiesi "si decisamente si, grazie" "di niente" "come mai sei qui?" "in ospedale dici" "si" "beh sono ricoverata in encologia e poi avevo voglia di sgranchirmi le gambe" "stai male?" "si, ho un cancro ai polmoni chestanno cercando di studiare" "come fai a dirlo cosí?" "beh ormai ci convivo da 10 anni" "quanti anni hai adesso?" "ne ho 18" "wow, mi dispiace" "beh ormai a me in cambia nulla" dissi alzandomi dopo aver sentito l'ennesimo "mi dispiace" della mia vita, Mingyu si alzó anche lui per evidentemente seguirmi e quando stava per parlare la porta si apri mostrando il padre di Mingyu insieme Marcel il compagno di mio padre che anche lui faceva il medico, lo vidi guardarmi e sorridermi poi però cambio il suo sguardo e lo portó su quello di Mingyu che si era avvicinato  padre, "ragazzo io sono il dottor Marcel e mi sono occupato di tua mamma, adesso la mamma sta bene, l'ho operata e sta bene peró sta ancora dormendo perció puoi andare da lei ma non svegliarla che si deve riprendere va bene?" guardai Mingyu a cui era tornato il sorriso e lui guardó meper poi seguire il padre, io guardai Marcel che venne da me mettendomi il suo braccio destro sulle mie spalle e mi lasció un bacio tra i capelli" allora andiamo a pranzo?" mi chiese ed io annui sorridendogli ed insieme ci incamminammo verso la mensa dell'ospedale.
Quando finalmenta entrammo in mensa trovammo il mio medico seduto ad un tavolo che guardava il suo tablet concentrato ad aggiustare le sue cartelle," ciao papà" dissi andando a sedermi vicino all'uomo che subito mi prese tra le sue braccia "che c'è?" chiesi sorpresa da quella reazione tanto improvvisa "ho appena visto La risonanza che hai fatto sta mattina" "e?" "la massa si è ridotta fino all'obo inferiore del polmone Glo, si puó operare" "sei serio?" chiese Marcel tanto incredulo quanto me che ero rimasta senza parole, "si sono serissimo e ho già parlato con il dottor Latam ti opererà domani stesso" disse abbracciandomi ed io mi lasciai stri gereda quelle braccia tanto forti e calde che ogni volta riuscivano a farmi stare al sicuro.
La mattina dopo quando i svegliai, Ethan e Marcel erano già lì con me "ciao piccola" disse Ethan sedendosi accanto a me "ciao ragazzi, da quanto siete qui?" "da circa un oretta non volevamo che ti svegliasse da sola in un giorno come questo" "grazie" dissi e poi mi alzai andando in bagno per poi tornare in camera e trovare il dottor Latam che parlava con i miei padri e poi Marcel mi vide facendo girare gl'altri due medici, "ciao Gloria stavo dicendo ai tuoi genitori che noi siamo tutti pronti" "fantastico allora per me possiamo anche andare" dissi molto freddamente "ti aspetto qua fuori" disse il chirurgo uscendo dalla camera lasciandoci un momento da soli, "allora sei pronta?" mi chiese Ethan accarezzandomi il viso "si papà" "okay allora vai, noi saremo qui quando ti sveglierai okay? Noi saremo qui sta tranquilla" e mi abbracciarono entrambi e poi dopo averli guardati un ultima volta uscì sistemando i sulla barella e mi lasciai portare da loro, finalmente il mio gran giorno era arrivato dove solo resistere ancora per un po poi sarebbe tutto finito e potrò farmi una mia vita.
Non so precisamente quanto tempo era passato realmente so solo che per me era passato un eternità, piano piano riuscivo ad conquistare il controllo del mio corpo e così riuscì a svegliarmi, gl'occhi mi bruciarono quando entrarono a contatto con la luce bianca della mia camera costringendomi a di chiuderli subito per poi riaprire piano sbattendo svariate volte le palpebre attirando l'attenzione dei miei genitori "Glo ehi" disse il primo che si avvicinò a me "come ti senti?" mi chiese sempre quest'ultimo avevo la gola secca e facevo fatica a parlare ma in ogni caso riusci a parlare, "ho la gola secca e mi sento la testa pesante" "è normale piccola, ascolta adesso bevi un po' d'acqua poi cerca di riposare ancora okay?" "okay" e mi aiutarono a bere per poi rimettermi giú con la testa sul cuscino e mi riaddormentai mentre mio padre mi accarezzava i capelli; quando mi svegliai mi trovai sola dentro a quella bianca stanza di ospedale che ormai conoscevo bene e notai subito che la porta di camera mia era aperta così da permettermi di guardare fuori e vidi una figura che non era quella dei miei genitori o di qualche infermiera ma tuttavia io avevo già visto infatti quando alzai lo sguardo vidi il ragazzo che il giorno prima mi aveva chiesto di appoggiare la sua testa sulla mia spalla in modo più semplice che si potesse chiedere ad un persona, io non avevo le forze per alzarmi con il Busto ma semplicemente gli sorrisi e lui sorrise a sua volta, quel sorriso mi fece bene ed improvvisamente mi avvolse un aria calda e protettiva come se qual sorriso era riuscito a darmi tutta la sicurezza di cui avevo bisogno in quel momento ma quando feci per sporgermi verso di lui ma  una fitta mi costrinse a stringere i denti ed a restare sdraiata dove mi trovavo poi all'improvviso mentre avevo ancora gl'occhi chiusi mi senti prendere la mano che diventó straordinariamente calda e quando li aprí lui era lí che mi accarezzava la mano talmente piano come se avesse paura di farmi male, "stai bene?" mi chiese quasi sussurrando io annui sorridendo alla sua domanda "ho sentito che ti hanno operato...ho origliato tuo padre prima" disse ridendo piano facendomi istintamente sorridere e quando provai a parlare non ci riuscì provocando in sul una specie di sorriso stretto "non parlare, io ora devo andare ti prometto che un giorno ci rincontreremo" io lo guardai con un aria sorpresa e lui capí "mia mamma é stata dimessa e dobbiamo partire ma ti prometto che non so ancora come ma noi ci ritroveremo" disse accerezzandomi i capelli facendomi sorridere e allo stesso mi fece male ma non glie lo feci vedere poi lui mi sorrise e mi salutó uscendo di corsa dalla camera che improvvisamente diventó buia e fredda.

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