2) Il potere dell'amore

Capitolo 6

Ci abbracciamo a lungo, fino a quando vidi tornare delle macchine.
Erano ritornati.
Mi staccai dalle braccia di Valerio, non volevo che ci vedessero così.
Non c'era nulla fra di noi, ma era meglio non creare di nuovo casini.
Scesero tutti in silenzio.
Camilla corse dal suo fidanzato preoccupata.
Mi fulminò con lo sguardo.
Mi diede anche una spinta.
Io: "Mi dici che problemi hai?"
Camilla: "Devi smetterla di provarci con lui, ormai non ti vuole più nessuno"

Dovevo restare calma.
Io: "Forse nessuno vuole te...non ti chiedi come mai Valerio voglia stare con me in qualche modo?"
Camilla era furiosa.
Io: "Non dici più nulla?"
L'avevo zittita.
Mi girai per andare dagli altri, ma lei mi saltó addosso.
Iniziò ad urlare e a tirarmi degli schiaffi.
Ricambiai.
Valerio si intromise fra di noi.
Prese Camilla e la portò dentro.
Rimasi per terra.
Tancredi venne subito da me e mi diete la mano per rialzarmi.
Lele senza dire nulla, passa senza guardarmi.
Corsi da lui.
Io: "Puoi dire qualcosa invece di fare sempre così"
Lele: "Ormai sono libero, non ti deve importare"
Io: "Vedi, non fai mai nulla per riconquistarmi...devo fare sempre io, perché tu non muovi un dito"
Lele: "Ti dò l'amore ogni giorno, dovrebbe bastarti"
Io: "Bastarmi? Una donna deve essere sempre corteggiata, non che una volta che l'hai "presa" non fai più nulla"
Lele: "Fatti corteggiare da Valerio"
Io: "Smettila, non riniziamo"
Lele: "Non potrò mai essere amico di una persona che ama la ragazza che io amo"
Io: "Ma Valerio è fidanzato"
Lele: "Camilla crede di essere fidanzata, ma non lo è"
Io: "Perché devi pensare a cose che non sono vere?"
Lele: "Ti è venuto a cercare, sotto la pioggia, questo come lo chiami?"
Io:"Amicizia"
Lele: "Apri gli occhi"
Io: "Invece di preoccuparti di Valerio, pensa per te...non fai una bella figura"
Lele: "Cosa vuoi ancora da me?"
Io: "Voglio che tu capisca i tuoi errori, i sbagli che hai fatto"
Lele: "Hai sbagliato tu questa volta"
Io: "Bene, finché non riconoscerai il tuo sbaglio, sei libero"
Lele: "Bene...non ha senso rimanere in questa casa con te, ritorno a casa mia, a Roma"
Io: "Fai quello che ti senti di fare, non ti trattengo...ho sempre io la colpa di tutto stranamente"
Lele: "Purtroppo è così"
Io: "Ok"

Lele va in casa a prendere tutte le sue cose.
Intanto aveva smesso di piovere.
Chiesi a tutti se volevano andare via o se volevano rimanere.
Io: "Ragazzi, se volete andarvene, potete farlo, non voglio constringervi a stare qui"
Olga: "Noi rimaniamo"
Marta: "Io voglio rimanere"
Alessandro: "Mi piace tanto stare qui, perché dovrei andarmene?"
Diego: "Chi vuole andare, va"
Gianmarco: "Io resto"
Tancredi rimane un silenzio.
Capisco che anche se vorrebbe, deve andare con lui.
Io: "Se devi andare via, non mi arrabbio"

Vado in casa.
Camilla era sul divano a piangere.
Non la considero nemmeno.

Salgo le scale.
Vado in camera.
Lele stava uscendo con le valigie.
Faceva male, ma era giusto così.
Doveva capire.
Ed io mi sento stancata di stare con un bambino così.
Doveva crescere, non poteva sempre dare a me la colpa.
Se mi amasse, sarebbe venuto a cercarmi.
Avrebbe smosso il mondo.
Ma non l'ha fatto.
È restato a sedere ad aspettarmi.

Mi siedo sul letto.
Non era nemmeno andato via, che già mi mancava.
Vado alla finestra.
I miei amici stavano accedendo il fuoco.
Stavano facendo un barbecue.

Decido di andare da loro.
Ma mi scontrai con Valerio.
Era ancora tutto mollo.
Io: "Cavolo, perché non ti sei cambiato?"
Valerio: "Sono arrabbiato"
Io: "Non è un motivo per non cambiarsi"
Valerio: "Perché devono darti la colpa di tutto?"
Io: "Vorrei saperlo"
Valerio: "Perché non provano a capirti?"
Io: "Non chiederlo a me"
Valerio: "Sono stanco di persone del genere"
Io: "Che vuoi fare?"
Valerio: "Andarmene"
Io: "No"
Valerio mi guarda stupido.
Io: "Ho bisogno del mio migliore amico adesso"
Mi prende le mani.
Valerio: "Resto"
Lo abbraccio.
Potevano andarsene tutti, ma lui no!
Mentre sta per andarsi a cambiare, gli faccio una domanda.
Io: "Sei stato tu, la prima sera a prendermi e a portarmi in camera da letto vero? Lo riconosco il profumo"
Valerio: "Chissà"
Mi sorride.
Era stato lui.
Non poteva esser stato nessun altro.