Capitolo 4

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Pov's Ilvo

Una freccia mi sfiorò la tempia per quella che era la sesta volta in una giornata. Scocciato la staccai dall'albero in cui si era inficcata e guardai Angelo
«Mi spieghi il perché sono qui con te invece di prepararmi per l'esame di domani?» si avvicinò e con un gesto brusco mi strappò la freccia da mano
«Ci sono tre motivi: il primo è che sei il mio migliore amico, il secondo è che sei il migliore del corso di tiro con l'arco mentre io sono una schiappa, il terzo è che non hai voglia di studiare e preferisci stare qui con me» lo guardai accennare un sorriso mentre cercava di impugnare l'arco
«Hai ragione...» tirò un'altra freccia facendola volare almeno due metri sopra la mia testa «... sei proprio una schiappa» alzai lo sguardo notando che il sole ormai stava tramontando
«Che ne dici di andare al lago?» lo guardai aspettando una risposta «Mmh... Non so... Lo sai che al capo non piace che violiamo il coprifuoco» raccolsi le frecce sparse sul terreno sbuffando.

Angelo in tutta la sua vita non aveva mai trasgredito le regole o ricevuto rimproveri, e i suoi occhi verdi e la faccia un po' paffuta lo facevano sembrare un batuffolo di coccole vivente. Era dolcemente odioso.

Lo guardai con occhi da cerbiatto mentre sistemavo le frecce nella faretra
«Dai! Solo un giro intorno al lago e ce ne andiamo»
Distolse lo sguardo puntandolo su un'albero lì affianco
«Ilvo noi non...»  prese l'arco e si incamminò verso il campo, allungati un braccio per fermarlo 
«Dai! Un giro piccolo piccolo»
«Dobbiamo tornare prima della...» fece  un passo avanti ma lo interruppi  di nuovo
«Piccolo piccolo» ormai non sapeva dove guardare, stava per  cedere e lo sapeva anche lui
«Non-»
«piccolo piccolo» Buttò l'arco per terra
«E va bene! Basta che stai zitto!»
Sorrisi vittorioso, non riusciva mai a dire di no e bastava metterlo un po' sotto pressione per ottenere il suo completo consenso.

Il lago distava circa cinque minuti da noi ma  impiegammo più di mezz'ora solo per percorrere metà strada visto che Angelo inciampava su qualsiasi cosa
«Giuro che questa è l'ultima volta che mi trascini con te nel bosco» continuai a camminare ignorandolo, quando non aveva voglia di fare una cosa iniziava a lamentarsi e non la smetteva più.
«Perché non fanno un sentiero decente? Senza tutti questi rami e-» sentii un tonfo e mi girai verso la fonte. Angelo era sdraiato per terra con i piedi in aria circondato da qualche freccia che era caduta dalla faretra. Cercai di non ridere e mi avvicinai per aiutarlo a rialzarsi ma quando vidi la sua faccia paffuta accigliata in una smorfia di dolore scoppiai a ridere appoggiandomi ad un albero per non cadere
«Smettila di ridere! Oddio che dolore al fondo schiena... se si è rotto qualcosa ti ammazzo! Tutta colpa delle tue stupide idee» continuai a ridere mentre lui cercava di riazalsi
«Grazie per l'aiuto eh... mi fa piacere che ti preoccupi per me, non c'è bisogno di tutte queste attenzioni sto bene» cercai di riprendermi e ricominciai a camminare
«Si ma vai pure, non aspettarmi ...» se prima era fastidioso adesso era diventato insopportabile.

Ormai il sole era completamente tramontato e la luce della luna non bastava per illuminare il sentiero.
«Dai non sei mica caduto da un dirupo, smettila di lamentarti e fai qualcosa di molto più utile tipo illuminare la strada»
«Ovviamente devo fare tutto io. In queste situazioni ti odio tantissimo...» smisi di ascoltarlo e ricominciai a camminare. Una goccia d'acqua si posò sul vetro dei miei occhiali appannandomi un po' la vista
«Fantastico, solo la pioggia ci mancava» alzai gli occhi al cielo
«Dai sono solo due gocce» ricevetti in risposta un'occhiataccia che le sue guanciotte rosse rendevano tutt'altro che minacciosa e cercando di non scoppiare a ridere continuai a camminare lungo il sentiero
«Andiamo, vicino al lado c'è una vecchia baracca»

Tra le sue continue lamentele a riguardo sentii un rumore e allungati la mano per zittirlo. Un'altro rumore mi confermò che non eravamo soli. Guardai Angelo che come me ascoltava attento
«Andiamo a vedere cos'è»
«Cosa? Ilvo sei impazzito? Se sono loro-» un tonfo lo interruppe. Mi feci strada lentamente tra le foglie cercando di fare il meno rumore possibile, mi fermai notando le foglie sul fianco della montagna muoversi.
«Angelo fai un po' di luce» senza controbattere con un gesto veloce della mano illuminò tutto l'ambiente intorno a noi. Feci un'altro passo avanti ma mi fermai notando che  qualcosa  poco lontano rotolava verso la valle. Incuriosito comincia a correre seguito dal mio migliore amico che, non dotato di straordinarie doti atletiche, correva impacciato cercando di non cadere.

Improvvisamente una  forte luce blu ci accecò e per poco non mi schiantai contro un'albero.

Mi nascosti dietro un cespuglio sfregando gli occhi che bruciavano come carboni ardenti
«Angelo sai bene?»
Sbattei le palpebre più volte e pian piano il dolore sembrava affievolirsi e la vista stava ricominciando a tornare
«Ilvo... cos'è?»
la luce era scomparsa e al suo posto c'era qualcosa schiacciato da un tronco d'albero. Angelo portò la mano in avanti e un fascio di luce illuminò l'unica cosa che non mi aspettavo di vedere
«Non cos'è... Ma chi è»

Spazio me
Salve gente.
Lo so, lo so sono imperdonabile. 😣
Mi scuso per non aver aggiornato più questa storia ma non avevo nessuna idea e c'era un'altra storia che mi piaceva di più, così ho pensato di fonderle.
Fatemi sapere nei commenti se vi piace. Un bacio, 😘

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 24, 2020 ⏰

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