<< Preparate i bagagli, se annamo a fa na scampagnata a Montecarlo!>>
Le ultime parole famose amici miei.
Dopo aver raccattato in fretta e furia dei vestiti da mettere in valigia con conseguente litigata per chi dovesse guidare per prima, siamo partite.Risaputo in tutto il mondo che Monaco è la capitale per eccellenza della ricchezza, e quindi avevamo bisogno di un mezzo di lusso per quello che si prospettava il viaggio più lungo della mia vita.
Angelica aveva proposto di noleggiare un elegantissima Maserati ma, dopo averle fatto notare con un elegantissimo "nun c'avemo i soldi manco pe piagne", abbiamo deciso di prendere in prestito l'auto del nonno di Francesca.
L'auto italiana per eccellenza.
Una fantastica Fiat Panda dell'94.
Ed è così che alle 03.30 di un giovedì mattina qualunque siam partite a bordo di un bolide instabile quanto il governo italiano, alla volta di Montecarlo accompagnate dal santito della trinità, attaccato malamente sul cruscotto.Piene di dubbi e incertezze la prima che si è messa la volante è stata l'atomica bionda, io di fianco perchè soffro di mal d'auto e Angelica relegata nei sedili posteriori.
Dopo aver sorpassato il casello dell'autostrada mi sorge il primo dubbio.«Fra, scusami tanto, ma chi ci aspetta a Monaco? No perchè sennò abbiamo qualche piccolo problema...»
«Donna de mala fede! Ci aspetta la sorella di Max lì, lei ci ha procurato un invito per la festa a cui andrò a riprendermi il fidanzanto»
Alla parola festa sgrano gli occhi e mi giro di scatto verso Angelica, lei sconcertata quanto me esclama «FESTA!? Non hai mai parlato di una festa strunz»
«Ora lo sapete! Mi sarà passato di mente»
Presa da un attacco di furia omicida verso l'attuale autista della carretta su cui viaggiamo urlo
«MADONNA LE BOTTE CHE VOGLIO DARTI IN QUESTO MOMENTO NON TE LE IMMAGINI NEMMENO! - e dopo aver dato via libera al Giacomo Poretti che riside in me, esordisco - ALLORA DILLO, SON DEFICIENTE!»
Angelica cerca di fermare le mie mani che vorrebbero colpire Francesca e, stranamente, ci riesce. Ci fermiamo ad una piazzola di sosta, per farmi riprendere un minimo dall'incazzatura e ripartiamo.
Arriviamo a Monaco sulle note di ''La notte vola'' della Cuccarini, messa con una cassa bluetooth comprata in autogrill, e con Angelica alla guida.
Mai scelta fu più sbagliata.
Da grande appassionata di Formula Uno mi esalto subito alla vista della strada che nel weekend di gara diventa un circuito mozzafiato, ma la nostra pilota si fa prendere un po' troppo la mano.
Ed è così che ci ritroviamo a 100km, con una Panda, sulle strade del Principato.La prima a farsi prendere dal panico è stata Francesca, retrocessa al posto della riccia che ora si trova alla mia sinistra.
«MORIREMO TUTTE! ODDIO!» sto per avere un ictus.
«Angelica stai andando un po' troppo veloce, SIAMO SU UNA PANDA NON SU UNA FERRARI!» eccolo l'infarto che sale.
«NON CHIAMARMI ANGELICA, MA MARIO ANDRETTI!» oddio un allucinazione, ho appena visto San Gennaro fare il massaggio cardiaco a Francesca dallo specchietto.
«NO ANGELICA! TU SEI SCHIFIO ANDRETTI! RALLETTA CAZZO CHE TRA POCO PERDIAMO UNA RUOTA! E POI NONNO GINO CI CROCIFIGGE» okay, abbiamo ufficialmente perso la bionda.
Credo che alla mia ultima frase abbia recuperato un filo di razionalità e resasi conto del pericolo che abbiamo appena schivato miracolosamente, rallenta.
Forse il santino della trinità ci protegge veramente.«Mi sono sentita una divinità per 10 minuti, che spettacolo! Dove dobbiamo andare?» dice sospirando con aria sognante.
Francesca dopo essere ritornata dal mondo dei morti ci fa sapere che Victoria ci sta aspettando davanti all'Hotel Ambassador e dopo essermi fatta cedere il volante da Angelica, che di angelico ha solo il nome, ci dirigiamo verso la nostra destinazione.
Appena arrivate troviamo subito la Verstappen accompagnata da quello che, OH MIO DIO MA QUELLO È DANIEL RICCIARDO!Scendiamo dalla vettura delle meraviglie sudate come se avessimo corso la maratona di New York e ci dirigiamo verso le due figure.
«Oh finalmente siete arrivate - ci saluta Victoria in tutta la sua bellezza e con un tono mezzo stupito, viste le nostre condizioni - io sono la sorella di Max, Francesca mi ha parlatato molto di voi!» nemmeno il tempo di presentarci che quest'ultima mi interrompe
«Scusatemi, c'è un bango nelle vicinanze?» chiede tutta impanicata.
«Sì è dentro, se vuoi ti ci accompagno, è successo qualcosa? Ti vedo un po' pallida» chiede l'australiano con il suo famoso sorrisone stampato in faccia.
«Devo vomitare».
Cominciamo male, ma malissimo proprio.
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Come in un film di Sandra Bullock || Charles Leclerc
FanfictionSe qualcuno al giorno d'oggi mi chiedesse della mia vita sentimentale, io non esiterei a rispondere con: "Avete presente quando nel finale dei film americani lui, che puntualemte è un figo da paura, si rende conto di amare la protagonista? Fa una co...