5|| Vado a morire lontano come gli elefanti.

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Alla fine accetto l'invito di Charles e ci accordiamo di vederci per la mattina seguente.
Mi sveglio infatti pimpante come non mai, da una parte triste per l'imminente partenza, dall'altra felice perchè sto per incontrare il ragazzo che in poche ore è riuscito letteralmente a stregarmi l'anima.
Al solo pensiero sorrido come una scema guardando il vuoto.

Mi alzo dal letto e dopo aver svegliato le mie amiche, mi faccio aiutare per decidere i miei vestiti; alla fine vado sul classico e scelgo un jeans nero ed una normale maglia bianca.
Finisco di prepararmi truccandomi leggermente ed esco dall'hotel diretta verso casa del pilota della Ferrari, dove abbiamo decido di vederci per poi andare insieme a prendere questo fantomatico caffè.

Cerco di prendere un pullman con non poche difficoltà e infine dopo innumerevoli imprecazioni arrivo a quella che mi ricordo essere la casa del monegasco e, grazie ad un signore che sta uscendo dal portone del palazzo, salgo per raggiungere il piano dove si trova l'appartamento.

Sollevo i miei occhiali da sole sulla testa, suono al campanello ed aspetto che Charles venga ad aprirmi; vedo la porta aprirsi e in men che non si dica il sorriso con cui ero arrivata sparisce.
Ad attendermi non è la figura slanciata del moro, ma una più minuta.
Una ragazza.
«Ciao» mi saluta gentilmente lei, mentre io rimango completamente imbambolata davanti alla sua bellezza « Cerchi qualcuno?» mi chiede sorridendo.

«Ehm sì, in realtà cercavo Charles...» rispondo balbettando un po', dopo essermi ripresa dal mio viaggio mistico
«È sotto la doccia, Oh...- trasalisce ancora poggiata alla porta - non mi sono presentata, sono Charlotte, la ragazza di Charles» mi tende la mano che prontamente stringo, sentento sempre di più il mio umore scendere sotto i piedi.

La sua ragazza.
La sua fottuta fidanzata.
Che sembra appena uscita da una sfilata di Victoria Secret.
Ed io in confronto sembro Ozzy Osbourne, nano e sovrappeso.

Corri Giulia, il più lontano possibile con la tua Panda.
Fallo per salvaguardare quella poca dignità che ti rimane.

«Per me è ora di andare, magari ripasso...» ammetto sussurando mentre sento la mia gola cominciare a bruciare, maledizione a me e al mio essere così emotiva.
«Di già?» mi domanda, squadrandomi da capo a piedi
«Bhe sì, sono in ritardo ad un appuntamento» 
"Con chi Giulia? Con la tua morte?" mi chiedo mentalmente
«Chi gli dico che lo ha cercato?»
«Nessuno tranquilla, non sono nessuno...» in questo momento vorrei solo che sotto i miei piedi si aprisse una voragine, dritta verso l'inferno, al cospetto di Lucifero.
Magari ci trovo Tom Ellis ad aspettarmi.

Mi volto per andarmene, ma proprio mentre la ragazza sta per chiudere la porta la fermo
«Scusami! Puoi solo dirgli che, di solito, nei film con Sandra Bullock lei non si ritrova a fare l'amante?» detto questo, senza nemmeno aspettare una risposta, me ne vado via correndo il più  lontano possibile da lì.

Torno in strada per prendere un altro autobus e sento gli occhi pizzicarmi.
Come al solito mi sono illusa, credendo che uno del genere con miliardi di ragazze ai suoi piedi, venisse ad interessarsi a me?
Ad una mortadella con le gambe?
Devo dare retta a mia madre questa volta, quando mi dice sempre che mi illudo troppo facilmente.

Torno in hotel dove ad aspettarmi ci sono le mie amiche che vengono ad aprirmi con delle espressioni elettrizzate, ma quando mi vedono nello stato in cui mi trovo vengono subito ad abbracciarmi.
«Forse quello che cerco non esiste...» riesco solo a dire prima di scoppiare in un pianto isterico, avvolta da loro.

Dopo essermi calmata un po' le prego di ripartire il prima possibile e loro, senza fare storie, mi accontentano.
Facciamo in fretta e furia i bagagli e passiamo a salutare Max, con la promessa di venire il più presto possibile a Roma, fatta a Francesca.
Ed è accompagnate dalla canzone dei Pooh "Dammi solo un minuto", ci lasciamo dietro di noi Monaco.

Solo quando attraversiamo il confine e rientriamo in Italia, decido di afferrare il cellulare per controllare le notifiche.
Sullo schermo trovo 20 chiamate perse da Charles che prontamente ignoro, e un messaggio da Victoria in cui mi chiede il motivo per cui siamo partite senza salutare.
Non avendo voglia di parlare con nessuno, decido di rispondere più tardi.

Nel momento in cui sto per rimettere dentro il mio zaino il cellulare questo prende a vibrare nelle mie mani, segnando una chiamata in arrivo proprio dal monegasco.
Rimango a fissare l'oggetto nelle mie mani fino a che questo non smette di squillare, con il suo schermo che torna subito nero.

                                                                                        ***

Arriviamo a Roma dopo un viaggio che mi è sembrato infinito e stanche morte, scediamo dal nostro bolide.
Il tempo di recuperare le valigie ed attraversare la strada che sentiamo un forte rumore provenire dalla vettura delle meraviglie, dopo esserci guardate un attimo in faccia con degli sguardi preoccupati decidiamo di girarci per controllare che fosse tutto apposto.

Non l'avessimo mai fatto.
Il tempo di voltarci che la macchina esplode, accompagnata dalle nostre urla spaventatissime.
«Fra...» mi giro scovolta verso la bionda, che ha gli occhi sbarrati e le mani nei capelli
«Dimmi!» borbotta lei completamente nel panico
«Tuo nonno ci ammazza»

Diciamo che il nostro è stato un vero e proprio ritorno col botto. 


Come in un film di Sandra Bullock || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora