vienna waits for you

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2003.

Louis addenta con rabbia la sua brioche alla crema, come se fosse lei a essere la causa di tutti i problemi che ha.

Ha ancora le sopracciglia terribilmente aggrottate, quando un braccio famigliare gli avvolge le spalle. Nonostante il nervosismo, Louis non può fare altro che sciogliere un po' la rigidità della schiena. Stacca un altro pezzo del suo spuntino, questa volta con indolenza.

"Ciao, H" borbotta, senza smettere di camminare, limitandosi a fare passi meno lunghi e veloci.Il braccio intorno alle sue spalle diventa più molle, rilassato.

"Lou", Harry si limita ad annuire.

Louis mastica un nuovo pezzo di brioche. Con la coda dell'occhio, osserva rapidamente il suo migliore amico; oggi indossa una felpa nera piuttosto larga, che sa di ammorbidente. Gli arriva quasi alle ginocchia. È slacciata, mette timidamente in mostra una t-shirt a righe orizzontali, verde acqua e molto sottili. Ha dei pinocchietti beige che fanno spiccare il candore delle sue gambe.

"Com'è andato il test di tedesco?" domanda Louis, finendo la brioche. Si lecca velocemente gli indici appiccicosi.

"Sehr Gut" replica Harry con un sorriso che nasce lento ma diventa enorme. I brillocchi blu del suo apparecchio quasi scintillano.

"Traduzione?" Louis gli tira un pugno leggero sulla pancia. Finisce per sporcargli il tessuto della maglietta di zucchero a velo.

"Per cosa lo usi il dizionario che ti ho regalato? Per grattarti la schiena?" lo prende in giro Harry, rafforzando la presa sulle sue spalle.

"Per tirarlo in testa agli scemi," ribatte velenoso Louis, "Quindi attenzione la prossima volta che vieni a casa mia!"

Harry se lo stringe maggiormente addosso, facendolo quasi inciampare. "Che hai, Lou? È successo qualcosa?" gli gratta piano l'osso sporgente della spalla.

Louis si sgonfia come un sacchettino di plastica appena bucato. Harry intuisce sempre il suo stato d'animo.

"Sono basso! Ho un sacco di brufoli! Sono grasso e ho i denti giallissimi!" si ferma di botto. Incrocia le braccia, estrapolandosi dalla presa di un Harry ora sbigottito. "È possibile non essere mai in grado di uscire decente in una foto? Mi viene da prendere un fiammifero e bruciare l'archivio della scuola!" sbotta. Ha le guance rosate dallo sfogo, ora, e gli occhi sconcertati del suo migliore amico non lo aiutano a sentirsi meglio.

"Ma che cosa stai dicendo?" parla finalmente Harry, lo sguardo spaesato e la bocca un po' aperta.

"Questo, Harry! Questo!" il respiro pesante, Louis getta lo zainetto a terra, si inginocchia di colpo e inizia a frugare nella tela. Estrae rabbiosamente un plico arancione, che consegna con astio tra le mani del riccio. "Apri! E vomita con me" Louis scuote la testa con disprezzo.

Osserva Harry, ancora visibilmente confuso, aprire con gentilezza la busta. "Oh, Lou."

Louis sbuffa una risata sarcastica dal naso. "Hai visto? Mi viene seriamente da vomitare!" insiste.

Harry lo squadra con quei suoi occhi grandi e "Ma che dici, Lou! Sei bellissimo!" esclama. Louis assiste alla nascita istantanea di due macchie bordeaux sulle guance dell'amico. Aggrotta la fronte, confuso. Scuote il capo dopo pochi attimi, e torna a concentrarsi sul proprio dilemma.

"Ma guarda che sorriso inquietante che mi è uscito!" spiaccica un dito sulla serie di fotografie, "E guarda che faccia! Ma dai! Imbarazzante" si lamenta.

"Sei troppo duro con te stesso" borbotta Harry, restituendogli le foto scolastiche con testa bassa. Louis le infila con malagrazia nello zaino. "No, Harry, sei tu che sei troppo gentile" sospira e, dopo aver chiuso la zip, rassegnato, torna a camminare.

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