CAPITOLO 4

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La vita cambia così velocemente che, a volte, mi sembra di essere uno spettatore a una rappresentazione che gioca in anticipo.

Sai già cosa sta per accadere, ormai conosci a memoria tutte le mosse del protagonista.

Tuttavia, continuerai sempre a trovare qualcosa che non ti saresti aspettato, rimanendo fregato in ogni caso.

Forse per qualcuno il bello è proprio questo: intuire che cosa sta per accadere senza saperlo mai con certezza.

A me, invece, questa cosa faceva saltare i nervi.

Se solo potessi sapere cosa mi è destinato un po' prima, potrei evitare tutte quelle delusioni che mi fanno male.

Infondo se per loro il destino è già scritto, perché non dare qualche indizio?

"Ma loro ti lasciano delle tracce..."- pensai.

"...Le orme del destino "-accennai un sorriso mentre ripensavo a quell'articolo sulla leggenda cinese.

Fuori c'era un temporale terribile, una classica notte di metà Gennaio.

Erano passati alcuni giorni da quando avevo capito che Matteo meritava un posto speciale nel mio cuore... sempre se ne avessi ancora uno.

Dopo quel bacio, però, non avevamo più parlato al riguardo ed io non volevo accennare a quello che era successo.

Avevo scoperto che viveva a qualche isolato da me e non nego di aver avuto la tentazione di andare da lui qualche volta.

Forse stavo correndo troppo.

Infondo, cosa eravamo? Due sconosciuti legati insieme da qualche momento in comune?

Questi pensieri mi facevano male, ma non potevo negare la realtà.

Una parte di me si stava ancora pentendo di aver lasciato entrare qualcuno nella mia vita, convinta che sarebbe arrivato il momento in cui anche lui mi avrebbe deluso.

In effetti, quell'occasione non tardò ad arrivare.

Era un mercoledì pomeriggio, lo ricordo ancora come se fosse ieri.

Finalmente avevo un po' di pace dopo una lunga giornata a scuola e mi trattenni con dei miei amici, tra cui lui, in città, concedendomi qualche ora di meritato ozio.

Insomma, fin qui tutto normale.

Ormai ero sicura di quello che provavo ed io non sono mai stata brava nel nascondere i miei sentimenti... forse era quello che mi fotteva ogni santa volta.




Quando avevo tredici anni andavo matta per le ragazze su Tumblr e le frasi che postavano.

C'era di tutto su quel sito: da quelle che mostravano le loro acconciature a quelle che scrivevano romanzi.

E poi c'ero io che mi limitavo a osservare, ancora una volta, come spettatore.

Quello che mi piaceva di più erano le loro frasi, che spesso erano tratte da libri famosi, anche se a quel tempo pensavo che fossero loro a scriverle.

Alcune erano davvero pessime e se a volte mi capita di rileggerle mi viene da ridere.

Ce n'erano un paio, però, che mi avevano davvero colpito ed erano diventate per me una sorta di motto.

Tuttora penso che siano un pezzo della mia storia, qualcosa da portare dietro nel bene e nel male, per ricordarmi chi sono.

La mia preferita era sicuramente: "Bisogna sempre provarci, meglio vivere di delusioni che di rimpianti".

Mi trovavo davvero d'accordo con questa frase, forse è così che si spiega la mia "capacità" di dire le cose in faccia esattamente come stanno, senza filtri.

Non potevo più continuare a negare e nascondere qualcosa che dentro di me si faceva sempre più grande con il passare dei giorni.

"Meglio vivere di delusioni che di rimpianti..."- e per un attimo mi sembrava di essere tornata quella che conoscevo.



"Ti piace qualcuno? Secondo me sei innamorata. Dai dimmi chi è"- lui, però, mi precedette.

È incredibile come Matteo sia capace di sapere quello che sto per dire o anche solo ciò che penso.

"Nessuno.." Ma cosa mi prendeva?  Facevo un passo ma non avevo il coraggio per continuare.

"Dai io lo so chi è.. è evidente, smettila di negarlo a te stessa".

Odio quel suo tono di sfida, come se lui sapesse cosa provo, come se lui fosse superiore, al di sopra degli altri.

"Puoi anche smetterla di fingere. Dimmi la verità" – continuò.

Fanculo.

Fanculo lui e le sue convinzioni del cazzo.

"Non sai niente di me, smettila di crederti migliore. Tu non mi conosci.

In ogni caso se pensi di essere tu quella persona, beh, ti sbagli".

Pronunciai queste parole con l'amaro in bocca, il cuore che sembrava voler uscire dal petto e gli occhi sgranati dalla rabbia.

Era vero. Lui non sapeva niente di me o di cosa sentissi.

Mi avviai verso casa sapendo di averlo ferito, ma a quel punto non è che me ne importasse molto.

Poi, dopo circa quindici minuti di camminata, mi resi conto che forse stavo esagerando, che saremmo potuti essere amici lo stesso.

Cazzate.

Sapevo benissimo che non poteva essere così semplice.

"Ormai hai rovinato tutto, almeno finisci quel che devi fare"- mi dissi.

Così, con le mani ancora tremanti e le guance bagnate dalle lacrime, presi il telefono e scrissi uno di quei lunghi messaggi cercando di sembrare più tranquilla possibile.

Dentro, invece, stavo morendo.

Ci mise meno di un minuto a rispondermi, ma quello che scrisse non era sicuramente ciò che mi aspettavo.

"Quello che mi hai detto è molto bello, ma Ali,  tu lo sai che sono fidanzato?".

Poi sotto di me si aprì un baratro.

Le orme del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora