Requiem

2

Dimitri lucidava la carrozzeria della RS7 con un panno di daino, il garage rischiarato dai neon e la radio accesa. Fuori dal palazzo dei Goryalef splendeva un gelido sole, dopo le innumerevoli giornate di neve, come se finalmente Mosca avesse deciso che forse le cose potevano migliorare ora, in tutti i sensi possibili.

Tutto era andato secondo i piani; Lora e Vilena erano in viaggio con i Pavlov verso Irkutsk, e non appena l'aereo sul quale viaggiavano fosse atterrato all'aeroporto di Irkutsk lui avrebbe iniziato a organizzare le forze che aveva a disposizione tra i Goryalef per tendere una trappola a Buinov, probabilmente la prima di innumerevoli.

Forse poteva presentarsi a una delle gare clandestine del quartiere di Vladimir Buinov, Chovrino. La RS7 era pronta, l'aveva preparata con quello scopo.

La vernice metallizzata dell'Audi splendeva, quando il suo telefono squillò. Era Emilian, come da programma.

‹‹ Pronto ››.

Dall'altra parte, solo silenzio.

‹‹ Emilian? ››.

‹‹ Lora non è mai atterrata a Irkutsk ››.

La voce di suo cugino era stentorea, mentre parlava.

Il respiro si sbloccò nei polmoni di Dimitri.

‹‹ Non è mai salita su quell'aereo. La loro auto è stata intercettata dieci chilometri prima dell'arrivo all'aeroporto di Mosca ››.

Dimitri chiuse la telefonata, ma non fece in tempo a fare altro, che sul display del cellulare comparve un messaggio da un mittente sconosciuto.

"Adesso vieni a cercarla, Lince".

In quel momento, il cuore di Dimitri Goryalef smise di battere, e in fondo alla sua anima il ringhio sordo di un animale si fece spazio tra le grida che non sarebbero mai uscite dalla sua bocca.›

In quel momento, occhi neri si spalancarono nel fondo della sua anima e iniziarono a fissarlo.

Non erano quelli di un felino; non erano quelli della Lince.

Era quelli dell'animale che avrebbe portato alla catena per anni, finché non avesse divorato tutto quello che restava di lui.

"Adesso vieni a cercarla, Lince".

E allora, il mastino ringhiò.