Scappavo.
Correvo più veloce che potevo.
Avevo bisogno di allontanarmi il prima possibile da quel luogo così opprimente e soffocante. Pensai più e più volte a quale fosse la destinazione migliore per curare quel mio malessere e per asciugare le lacrime che ininterrottamente tagliavano il mio volto, ma non trovai scelta più giusta di quella di tornare a casa. A casa di Oikawa.
Tooru era diventata la mia famiglia e quel grazioso appartamento, per quanto avessi voluto negarlo, era il luogo nel quale mi sentivo più a mio agio.
Così, in poco più di dieci minuti, mi ritrovai davanti casa del palleggiatore. Sentivo gli occhi gonfi e probabilmente erano anche molto arrossati. Salii le scalette che anticipavano la porta d'ingresso, presi le chiavi che il castano mi aveva dato e le infilai nella serratura.Entrai.
"Bentornata." Una voce mi colse alla sprovvista.
"Tooru! Che ci fai qui? Non dovresti essere in palestra?" Chiesi sorpresa.
"Se non sbaglio anche tu dovresti essere in palestra."
Girai lo sguardo, chiusi la porta alle mie spalle e posai lo zaino sul pavimento del salotto.
Sospirai sorridendo.
"Perché ridi? Sei felice di vedermi?" Disse con tono egocentrico.
"Hai visto la foto, immagino. E' per questo che sei qui?"
"Ho visto la foto e anche i video." Affermò con aria quasi soddisfatta.
Ci sedemmo sul divano.
Lui divenne serio."Non devi vergognarti di com'eri, perché so che la te del passato oggi sarebbe fiera della persona che sei diventata. E anche io sono orgoglioso di te. Perciò lasciali parlare!"
Girai di scatto la testa.
"Tu non capisci, non puoi capire..." Sussurrai.
"È vero Bek, io non posso capirti. Ma vedi, ho vissuto per anni nella costante paura di fallire, di fare la scelta sbagliata o addirittura di apparire antipatico o esteticamente brutto agli occhi degli altri. Tuttavia, solo di recente, ho capito che qualsiasi cosa tu faccia, ci sarà sempre qualcuno che avrà qualcosa da reclamare o da giudicare, giusta o sbagliata che sia. Perciò, ho iniziato a lavorare su me stesso. Perché deve piacere a me stesso la persona che sono e che diventerò, non a qualcun altro convinto di avere il diritto di parola sulla mia vita.
Tu solo sai cosa hai vissuto.
Non lasciare che una risata malefica butti giù il tuo orgoglio, perché il tuo valore non è quella foto, ma il tuo cuore."Si alzò dal divano senza nemmeno permettermi di controbattere e mi diede un bacio in fronte.
"Hai fame?"
"Un po'." Risposi.
"Che ne dici di un po' di sushi?"
La mattina seguente venni svegliata dal castano alle sei in punto. Amava svegliarsi presto, al contrario mio che, se fosse stato possibile, avrei vissuto tutte le mie giornate sul letto, nascosta dalle calde coperte che mi avrebbero sicuramente protetta dagli scandali liceali della mia vita.
"Buongiorno." Disse baciandomi.
A quel gesto sorrisi.
A ripensarci, mi vengono i brividi. Qualche tempo prima mi svegliavo in una stanza di ospedale con le grida dei pazienti delle camere accanto alla mia. Ricordo ancora quando in corridoio vidi una ragazza bulimica della mia stessa età vomitare sangue. Fu in quel momento che decisi di voler salvare il mio futuro prima che fosse stato troppo tardi.
"I waffle sono pronti Bek-chan!" Gridò Oikawa dal piano di sotto.
"Ha detto waffle!?"
Mi alzai immediatamente con un salto scattante e corsi in cucina.
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𝐂𝐚𝐫𝐧𝐞 𝐲 𝐇𝐮𝐞𝐬𝐨 | 𝐋𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐁𝐞𝐜𝐤𝐚 𝐞 𝐓𝐨𝐨𝐫𝐮 |
Fanfic⚠️*STORIA IN REVISIONE*⚠️ Piano piano terminerò di pubblicare nuovamente i capitoli una volta terminate le modifiche. Scusate per il disagio! ps: è un'ottima occasione per rileggerla da capo, non credete anche voi?😉