Capitolo 3

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Jackie.

Avevo avuto la mia piccola rivincita, per quello che valeva.

Arrivai a casa, tirai fuori il testo della canzone che era ancora in mio possesso e rilessi quelle parole fantastiche. Sospirai. Mi sembrava assurdo che la persona che aveva scritto quella canzone meravigliosa fosse la stessa persona arrogante e maleducata con cui avevo avuto a che fare quel giorno.

Mi aveva detto che non lo conoscevo. Poteva anche darsi, ma non avevo aspettative altissime da chi trattava una persona sconosciuta in quel modo.

Riposi la canzone nel mio cassetto. Avrei voluto tanto strapparla in mille pezzi, ma non ci riuscivo. Qualcosa mi frenava.

Il telefono squillò, facendomi sobbalzare. Mi avvicinai al letto dove poco prima lo avevo lanciato e risposi.

"Ehi Bella." Dissi, sorridendo.

"Ciao Jackie. Stasera hai da fare?"

Mi rigirai sul letto mettendomi a pancia in su e osservando le farfalle attaccate al soffitto.

"No, nulla. Come sempre."

Bella ridacchiò. "Tra mezz'ora sono a casa tua con due pizze. Ho un po' di cose da raccontarti."

"Va bene. Una con il salame piccante per me."

"Lo so, Jackie. Prendi sempre quella."

Risi. "Ci vediamo tra poco."

Andai al piano di sotto per apparecchiare il tavolino vicino al divano. Quando mi Bella portava la pizza la mangiavamo sempre lì.

Il rumore del martello dei miei vicini era insopportabile. Sbuffai e arrabbiata andai nel mio sgabuzzino a prendere la scopa. La afferrai per il manico e cominciai a bussare contro al muro.

"Jackie che diavolo stai facendo?"

Mi girai di colpo, spaventata, impugnando la mia scopa. "Dio Bella, mi hai spaventata. È già la seconda volta oggi, anche quando mi hai chiamata mi hai fatto prendere un colpo." Mi toccai il petto, dirigendomi verso lo sgabuzzino per rimettere la scopa al suo posto.

Bella rise di gusto, appoggiando le pizze sul tavolino. "Non mi hai risposto."

"Cosa?" Chiesi, non capendo a cosa si stesse riferendo.

"Ti ho chiesto cosa stavi facendo."

Mi misi un dito davanti alla bocca, facendole capire che doveva stare in silenzio. Lei mi guardò confusa.

"Lo senti?" Le chiesi a bassa voce.

"Cosa? Il martello?" Mi chiese lei, perplessa.

"Sì! Questo dannato martello! Mi sta facendo impazzire, vanno avanti così da settimane."

Bella rise di nuovo scuotendo la testa. Andò in cucina e prese due birre dal frigorifero, per poi sedersi sul divano. Batté la mano sul posto accanto al suo per incitarmi a sedermi.

Aprì il cartone della sua pizza e ne prese una fetta. "Ieri sera sono uscita con Jessica."

Mi fermai di colpo e la guardai con gli occhi spalancati, incredula. "Quella Jessica?"

"Proprio lei." Mi rispose, mentre un sorriso soddisfatto le spuntava in viso.

Jessica era una ragazza che Bella aveva conosciuto nel bar dove lavorava. Dal primo momento in cui l'aveva vista si era presa un'enorme cotta. Jessica da quella sera andava spesso al bar, ma non si erano mai parlate. Si scambiavano solo tanti sguardi. Evidentemente una delle due aveva preso in mano la situazione.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 06, 2020 ⏰

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