Note: le persone normali quando leggono amici pensano a Elia e Filippo amici prima ancora di Martino, ad un amicizia di cui nessuno parla, cose leggere insomma. Io penso a Friends di Ed Sheeran. Partecipa al day 5 della Elippo week.
Doveva essere una normale giornata con i contrabbandieri a Bracciano, si era trasformata in un disastro. Per Elia, almeno.
Giovanni aveva preso la chitarra e si era divertito a strimpellare due accordi, con Elia che cantava dietro a squarciagola canzoni indie malmesse. Fin quando non si erano decisi a cercare una canzone sull'amicizia, che li rappresentasse e avevano fatto ricerce tra internet e spotify per quello che sembrava ore e invece erano solo una manciata di minuti.
— Oh questa é di Ed Sheeran, si chiama Friends, deve essere per forza la nostra — esclamò Luchino. Martino lo guardava stranito ed Elia se ne accorse ed ebbe un brutto presentimento.
— Dai zì mettila —
— We are not, we are not friends —
— Ragazzi non mi sembra molto adatta a voi eh, non parte bene questa canzone — iniziò a dire Niccolò.
— No esatto, Luchi sei il solito cane, troviamo una canzone decente — commentò Martino, tirando uno scappellotto al biondo. Il danno era fatto, ormai, ed Elia non riusciva a non pensarci. Quella canzone parlava a lui e alla sua situazione.
— Elì tutto bene? — gli chiese Giovanni, vedendolo perso nei suoi pensieri.
No.
— Sì zì — non riuscì ad aggiungere e Giovanni capii che non era il caso di insistere in quel momento e cambiò discorso. Avrebbe voluto cambiare discorso con così tanta facilità Elia , che non riusciva pensare ad altro che una chioma bionda con un piercing al labbro. E a quanto, irrazionalmente, odiava il suo nuovo ragazzo. E non avrebbe dovuto, infondo, erano solo amici.Era iniziato tutto come due normali amici, o meglio, come due amici di amici. Si vedevano nelle uscite con tutto il gruppo, qualche chiacchiera qua e lá, qualche sigaretta scroccata. Poi le chiacchierate si erano fatte più fitte, piene di risate e a volte di racconti importanti, le sigarette finivano per spegnersi tra le loro mani e il ghiaccio nei cocktail si trasformava in acqua. E poi Elia lo aveva baciato, Filippo aveva ricambiato e si erano trovati in quella situazione fatta di baci, corpi in esplorazione e poi sesso ma senza una vera e propria relazione. Almeno all'inizio, fin quando Elia non rimaneva a dormire, studiava da Filippo, lo aiutava nei progetti universitari.
E stava tutto bene, finché Filippo non gli aveva detto che dovevano rallentare un po' perché stava frequentando un ragazzo e voleva vedere come poteva andare.
— Tanto noi siamo amici, no? — ed Elia aveva mentito, senza neanche accorgersene. Perché non pensava fosse un problema, una frase detta con convinzione e sopratutto, non sapeva cosa significasse davvero essere amico di Filippo. Lo aveva realizzato in quelle settimane ed era uno strazio. Essere suo amico voleva dire voler fare tutte le cose che faceva prima, senza baci, senza notti, pomeriggi e mattine di sesso e nemmeno addormentarsi abbracciati nello stesso letto, e conditi da uscite con i suoi amici e il suo nuovo ragazzo, quell'odioso essere che sembrava guardare troppo poco Filippo e ottenere così tante attenzioni da lui.
E poi, prima di partire per Bracciano era sbottato: aveva provato a baciare Filippo e proprio mentre le cose si stavano facendo interessanti, il grande lo aveva allontanato.
— Elia, noi siamo amici, non possiamo continuare così—
— Io non voglio essere tuo amico in questo modo — da ubriaco era stata l'unica cosa che era riuscito a dire, prima di tornare a casa e cercare di dimenticare quella conversazione e il rumore sordo dei suoi sentimenti che venivano frantumati sotto il peso del silenzio.Era stato Luca, tra tutti, ad avvicinarsi a lui quella giornata e chiedergli come stesse.
— E non rispondere bene, perché non ti credo Elì— Elia aveva sospirato.
— Non so come sto, zì, sono in una situazione complicata con un mio amico e non ci sto più capendo nulla — avendo parlato di amici, Elia non aveva nemmeno provato a cambiare nome. Sapeva che c'era qualcosa di sbagliato in quel suono, forse perché c'era qualcosa di profondamente sbagliato in quel che provava per Filippo. A Martino piacevano solo i ragazzi ed era una cosa normale. E se a lui piacevano ragazze e ragazzi, era ancora normale?
— Prova a raccontarcelo, se vuoi possiamo darti una mano — gli aveva detto Luca. Martino, Niccolò e Giovanni si erano avvicinati a loro.
E lui aveva iniziato a parlare, a raccontare come era iniziata questa amicizia, come si trovava bene, come erano passati ai baci, alle notti, ai pomeriggi, alle mattine di sesso, e come la parola amici lo disturbi così tanto. Non aveva cambiato pronomi, aveva deciso di lasciare che quel peso che portava nel petto si riversasse in parole ad alta voce e non solo nella sua testa. Aveva raccontato della sera precedente e di come non era riuscito a dormire e di come ancora non capiva, non capiva proprio niente.
— Zì, inanzitutto non siete amici, non lo siete mai stati davvero. Questo tipo ci stava provando dal primo momento, dai retta a me — aveva detto Giovanni con il suo fare da mago dell'amore.
— E perché allora mi dice questo? Perché si é fidanzato? — perché non ha scelto me? Quella domanda rimane ancora nella mente di Elia, troppo spaventosa per dirla ad alta voce.
— Perché é un coglione — continua Giovanni.
— O forse pensava che tu non fossi davvero interessato a lui, che per te fosse un esperienza da etero curioso. E aveva paura — commentò invece Niccolò.
— Però ieri Elia lo ha baciato, a me non sembra un comportamento da etero curioso — ribatté Martino — e se ho capito chi é, appena torniamo a Roma lo vado a pestare. Perché é davvero un idiota—
— Anche io forse ho capito, ma se potete darmi la conferma per evitare di fare figure di merda anche con Elia, ve ne sarei grato — disse Luca, mentre gli altri risero.
— É Filippo — riesce a dire Elia, prima che Martino inizi con le minacce di morte —Martì tranquillo, magari era interessato e si é stufato di me. Vorrei solo che fosse stato e che fosse sincero adesso con me —
— Elì, conosco Filippo e so benissimo cosa sta andando male in quella sua testa bacata. Devi parlarci perché non é possibile che si comporti così, sopratutto visto che ha mollato ieri sera il tipo. — Elia non disse nulla a quella rivelazione di Martino, impreparato dalla situazione
— Oppure gli mandi un messaggio e lo fai venire qui. — intervenne Giovanni.
— Giò non puoi usare lo stesso metodo con tutti, che mago dell'amore ripetitivo sei? — lo rimbeccò Martino.
— Rametta ti ricordo grazie a chi stai con Fares, non sputare nel piatto dove hai mangiato —
Quei battibecchi deviarono quel discorso e riportarono la serenitá nel gruppo, tra le risate degli altri ragazzi mentre assistevano alla solita discussione " Non é grazie a te se sto con Nico".
Elia era davvero fortunato a poter chiamare quel gruppo di ragazzi amici.Il resto del weekend era passato velocemente, mentre la loro routine riprendeva indisturbata. Si erano salutati quel mattino con la promessa che Elia avrebbe parlato con Filippo. E fu la prima cosa che fece, senza nemmeno tornare a casa propria si ritrovo sull'uscio di casa Sava a suonare il campanello
— Non siamo solo amici — non salutò nemmeno Filippo quando gli apri la porta, perché sapeva che non sarebbe piú riuscito a parlare — Non lo siamo mai stati —
Filippo cercava di parlare, ma veniva frenato dal vomito di parole del piú piccolo.
— E anche se fosse, io non voglio essere solo tuo amico. E so che ti sei lasciato con quel ragazzo —
— Dai entra — disse il biondo, aprendo completamente la porta.
— Friends don't sleep in another bed, friend don't kiss me like you — canticchiò appena entrato in casa, d'istinto, facendo gelare Filippo sul posto
— Stai cercando di conquistarmi cantando una canzone depressa di Ed Sheeran? — disse con voce flebile e quasi divertita.
— Sta funzionando? —
— No — il rumore secco della porta era lo stesso del cuore di Elia dopo quella frase — non hai bisogno di conquistarmi, io sono giá perso di te.—
E così Filippo lo baciò, con impeto e passione, con la stessa consapevolezza del loro primo bacio, con lo stesso sollievo che provo quando Elia ricambiò il bacio con le stesse intenzioni.
Si baciarono un po' prima che uno dei due trovasse il coraggio di parlare.
— Da quanto?— chiese Elia.
— Da quel nostro primo bacio sul mio balcone. E hai ragione, non siamo mai stati solo amici e ma tu sembravi etero, alla ricerca di un avventura e non volevo ritrovarmi il cuore spezzato. Di nuovo. — Niccolò aveva ragione.
— Dovevi parlarmi Filo, non farmi sembrare un pazzo che vedeva cose. Ci facevamo le coccole dopo il sesso — Filippo rise.
— E mangiavi quelle cose terribili che cucinavo—
— Sempre meglio dello zabaione di Nico—
— Parlate sempre così male della cucina di Niccolò, spero di ricredermi quando la proverò —
— Tu non proverai i piatti di Nico. Ora che sono riuscito ad averti per me come ragazzo, non ti lascerò andare così facilmente —
Filippo lasciò un breve bacio sulle labbra del più piccolo.
— Neanche io—
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We're not, no we're not friends
Fanfic- Elia, noi siamo amici, non possiamo continuare così- - Io non voglio essere tuo amico in questo modo - Elia e Filippo che non sanno come trattare con i loro sentimenti, i contrabbandieri che consolano, Ed Sheeran che infierisce.