"Eravamo i prodigi della Terra, i prediletti degli Dei....Finché non arrivò lei".
Viola Premo aveva otto anni quando sua madre morì in circostanze misteriose e tredici quando suo padre sparì nelle oscurità del ripostiglio di casa. Da quel giorno in poi, Viola fu affidata alle cure di sua nonna materna a città di Polvere, un luogo in cui il sole tramonta presto e le nuvole si accampano per le strade, creando nebbia a non finire. A diciotto anni sapeva perfettamente come scassinare una porta e come riconoscere un portafoglio pieno da uno vuoto, nascondeva un coltellino a leva nelle tasche e delle pastiglie fumogene per le emergenze. Le sue braccia erano avvolte da una filigrana di tatuaggi, la cui veridicità rimane tuttora ignota. Nonostante ciò, Viola non sapeva chi era, né come fosse fatta.
Non si era mai vista allo specchio, o fatta una foto con i suoi amici.
La regola che regnava nella sua vita, da quando era bambina, era una e una soltanto: Mai soffermarsi a guardare il proprio riflesso.
Ignorava cosa significasse trasgredire a quella regola, come ignorava l'esistenza della città di Malabar, proprio sotto i suoi piedi.
Malabar, dove la volta viola, come il suo stesso nome, illuminava la terra di un intero regno di mostri, divisi da una guerra millenaria che sottoponeva "Lersati" e "Malachei" a confronti terribili e sanguinosi. E dove le ombre, a noi umani tanto futili, erano il male risputato dall'Inferno.
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Storie di Linee e Colori - Raccolta di Artwork, Commissioni e Fanart
RandomIl vibrare della grafite sulla cellulosa. Il movimento lento, sapiente, attento. La prima linea - che si somma alla seconda, poi alla terza, alla quarta e così via, finché non appare un viso. I dettagli vanno dal macro al micro e la mina in alcuni p...