Capitolo 1.

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Finalmente era arrivato il momento di andarsene da questa gabbia di matti.
Finalmente sarei partita per il college, avrei conosciuto gente nuova, mi sarei inserita in percorsi completamente diversi da quelli a cui ero abituata. Semplicemente ero stra felice.

«Ariaaaaanaaaa!»

Mia madre urlò dal piano di sotto.

«Che c'è oraaa?»
«Sei prontaaa?»
«Si mammaaa!!»
«Porta le valigie giù e fatti aiutare da tuo fratello!!»

Eh va bene, hai vinto tu madre.
Non mi restò che chiamare mio fratello

«Dado mamma vuole che mia aiuti a portare giù le valigie»

«Non chiamarmi Dado.»

«Dado! Dado! Dado!»

«Ti attacchi al cazzo, te le fai da sola le scale»

«Ma che modi gentili che hai fratellone!»

Purtroppo dovetti fare le scale da sola.
Scesi e mio padre caricò le valigie in macchina, per poi mettere in moto e partire.

Non ci fu nessuna discussione, o almeno credo.. Ascoltai solo ed esclusivamente la mia musica adorata non badando a ciò che dicevano i miei, probabilmente le solite cose come 'stai attenta' 'è una buona scuola, se non avrai tutti voti alti saranno guai' 'chiamami quando arrivi' .

Ah già, mi stavano portando da mia zia, che poi lei  mi avrebbe portato al college.

Arrivammo a casa della mia zietta adorata, sempre con i suoi lunghi capelli castani legati in una coda alta, i suoi occhialoni sul naso e il suo piccolo grembiule legato dietro la schiena. Salutai mia madre e mio padre che mi dissero le stesse cose, vecchie e noiose. Loro non dicono 'divertiti e sballati' no loro sono più sul 'stai attenta' 'chiamami appena puoi' 'fammi sapere dove sei' e tutte le loro paranoie..
Presi le valigie e le misi nella macchina di mia zia, entrai in casa e un odore di pancake appena sfornati invase le mie narici.
Inutile dire che mi li finii tutti. Dopo le solite chiacchiere con mia zia, salii in macchina e dopo circa mezz'ora arrivammo finalmente al college.

«Divertiti piccola e non dare retta all'antica di tua madre»

«Grazie zia»

«Ti voglio bene» Quanto è dolce.

«Anche io, ora vado»

Mi allontanai per entrare nel edificio. Mia zia era completamente diversa da mia madre, e infatti non mi capacitavo di come le due potessero essere sorelle. Mia madre è quella che deve stare attenta a tutto, che deve avere tutto sotto controllo. Invece mia zia è il completo opposto, è molto più giovanile e divertente, ma in fondo, tutti sono più divertenti di mia madre.

«Mi dica il suo nome»

«Ariana Holmes»

«Stanza 178.»

Good.
Salii le scale e come sempre feci una delle mie solite figure di merda.
Mi scontrai con una ragazza alta e bionda, truccata stile Joker di Batman.

«Stai attenta a dove vai marmocchia»

«Quella che deve stare attenta sei tu, potresti inciampare.»
Detto ciò gli feci un piccolo sgambetto, facendola cadere dai suoi tacchi vertiginosi.

Alzai gli occhi al cielo, sorpassandola a testa alta.
Quella gallina bionda era davvero antipatica.
Andai in camera mia, aprii la porta e mi ritrovai un fusto a petto nudo che si scambiava la saliva con una ragazza.

Bad Bet || Liam PayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora