Non riesco a prendere sonno, sono ormai le quattro del mattino e continuo a rigirarmi nel letto. La giornata è trascorsa bene, lasciando perdere il fatto che tra due giorni ho il test di matematica e non so assolutamente nessun argomento. Ero troppo distratta a pensare a come sarà il famoso ragazzo che arriverà domani. In ogni caso non mi interessa più di tanto.
So solo che domani devo svegliarmi presto per andare in quella maledetta scuola e studiare.
I miei genitori non capiscono nulla, non capiscono che sono un pericolo per la gente. Sembra quasi che si vergognano di me, ma sinceramente poco importa.
Sono le 06:00 e il mio telefono inizia a vibrare. Credevo fosse la sveglia quando solo dopo altri tre squilli mi rendo contro che qualcuno mi stava chiamando. Prendo il telefono dal comodino e sul display leggo "Clay".
«Clay non mi chiamerebbe mai a quest'ora.» continuo a ripetere nella mia testa.
«Hey, va tutto bene?.» rispondo al telefono.
«He- Heather, sono caduto.» balbetta.
merda. Clay ha uno strano problema che non gli permette di camminare, questo spiega la sua sedia a rotelle. Eveline, sua madre, è sempre in giro a bere e si preoccupa di lui poco e niente.
Scendo di corsa le scale e vado a svegliare mio padre per chiedergli aiuto, giro lo strano pomello dorato che accompagna il legno bianco della porta ed entro nella stanza. Mi avvicino al lato destro del letto, e metto una mano sulla spalla di mio padre.
«Papà!» alzo la voce e lui si alza di scatto.
«Tesoro, tutto bene? che succede?.» risponde lui spostando le coperte.
«Mi ha appena chiamato Clay chiedendomi aiuto. E' caduto ed Eveline non è in casa.» spiego.
Lui si alza e mentre cammina verso la porta proprio in quel momento cade una statuetta di vetro appoggiata nel mobile accanto spezzandosi in mille pezzi davanti mio padre. Scaccia un urlo ed io mi allontano subito da lui.
E' colpa mia.
Lui mi guarda come per rassicurarmi che non fosse successo nulla, subito dopo esce di casa. Nel frattempo torno a letto e aspetto un messaggio da parte di Clay, e poco dopo mi arriva: "Hey, tutto okay. Sono a letto, ringrazia ancora tuo padre da parte mia."
Un'ora dopo sento di nuovo il mio telefono vibrare. Questa volta è la sveglia. Mi alzo e mi guardo allo specchio, le occhiaie mi arrivano fino a terra. Mi vesto e scendo le scale.
Non c'è nessuno e sul tavolo della cucina c'è una tazza piena di latte e una scatola di cereali al cacao. Probabilmente saranno già usciti tutti. Svuoto la tazza, la metto al suo posto e faccio lo stesso con i cereali. Dopo di che esco di casa. Il cielo è così grigio che non vedo neanche la mia ombra.
Sento che dall'altra parte della strada due ragazzi parlano di me, mi limito a guardarli e distolgono lo sguardo. Odio queste situazioni.
In classe vedo già la professoressa di matematica, si è tagliata i capelli sopra le spalle. Devo ammettere che il biondo le sta bene, tanto sappiamo tutti che non è il suo vero colore.
In classe ci sono già un po' di persone, alcune di loro non le ho mai viste prima d'ora, probabilmente avranno tutti cambiato corso. Ma c'è un ragazzo che mi ha seguito con gli occhi da quando sono entrata. E' un po' inquietante.
Mi sorride, ma subito dopo vedo il ragazzo accanto a lui dargli una pacca sulla spalla dicendogli qualcosa guardandomi. Ho già capito.
La lezione continua normalmente, solita noiosa ora di matematica.
«Oh ragazzi, quasi dimenticavo. Ethan vieni qui.» dice alzandosi dalla sedia.
Il ragazzo inquietante dai capelli scuri si alza dal banco e cammina verso il centro dell'aula.
«Lui è Ethan, il nuovo ragazzo di cui avevate sentito parlare già da un po' di tempo.» spiega.
Mi ero completamente scordata del nuovo ragazzo, devo dire che non è male. Non parla, se non per fare qualche battuta che fa ridere solo a lui e ai suoi amici. Il tempo trascorre in fretta e arriva finalmente il momento di andare a casa. Esco dall'edificio e inizio a camminare, non trovo le cuffiette nello zaino.
«Hey, ragazza pericolosa! chi hai ucciso oggi?.» urla qualcuno in lontananza.
Mi giro ma non capisco chi sia stato ad urlare, continuo a camminare e cerco di non pensarci. Delle volte mi chiedo perchè sia successo proprio a me, non potevo essere normale?.
Appena arrivo a casa vedo solo Noah sul divano e mi rendo conto che sono solo le 15:00 e devo ancora aspettare per parlare con Clay. Salgo le scale per andare in camera mia, accendo la musica e mi stendo sul letto. Accendo il telefono e trovo varie notifiche da Instagram, trovo anche la richiesta di un certo Ethan Mills, la accetto.
«Wow, chi sarà mai.» dico ironicamente nella mia testa.
Mi arriva un messaggio da parte di Clay dove mi dice di andare alla finestra.
«Allora? com'è il ragazzo nuovo?» fa l'occhiolino.
«Beh, è inquietante, le sue battute non fanno ridere e mi ha mandato la richiesta su Instagram.» rispondo.
«Allora va alla grande!» esclama.
«Se non fosse che probabilmente già sa tutto di me.» continuo appoggiandomi la testa sulle mani.
«Ne sei sicura?» chiede.
«L'ho visto parlare con dei ragazzi che continuavano a guardarmi, in più credo che uno di loro mi abbia urlato qualcosa all'uscita. Ma comunque, se non lo sa già lo verrà a sapere subito. Lo sanno tutti» spiego.
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polaroid
RomanceEsattamente 17 anni fa a Bristol, in Inghilterra nacque Heather. Non era una bambina qualunque, difatti dove c'era lei sicuramente succedeva qualcosa di molto pericoloso. Tutti, e soprattutto i genitori, furono ignari del perchè di ciò fino al compi...