Capitolo 1 | Evelyn

788 16 3
                                    

Quel giorno il mio umore era come il cielo grigio di New York. Questa città riusciva a rispecchiare perfettamente il mio stato d'animo, ogni singolo giorno.
A

vevo perso il mio lavoro nel giro di trenta secondi a causa di uno stupido errore, e la colpa non era neanche mia. Quella stronza di Kimberly aveva letteralmente rovesciato un'intera brocca di caffè bollente su due clienti, incolpando me di averla spinta mentre io stavo semplicemente prendendo l'ordine del tavolo accanto. Io ero l'ultima arrivata, quindi era ovvio che non avrebbero creduto a me ma ad una che lavorava lì da ormai tre anni. Il tutto era accaduto perché, quando eravamo nella stanza riservata al personale dove ci potevamo cambiare, ho rifiutato la sua richiesta di mettermi sulle spalle anche il suo turno, per lasciarle libera la serata. Io ero buona e brava, ma avevo i miei turni e non mi sarei mai fatta mettere i piedi in testa da qualcuno solo perché ero l'ultima arrivata. Alla fine, mi era costato il lavoro. Non potevo dire che guadagnavo chissà quanto, ma comunque quei soldi mi sarebbero stati utili.

Facevo parte di una famiglia abbastanza ricca, ma ero andata via da Los Angeles per poter cavarmela da sola a New York. Avevo accettato l'aiuto dei miei, e lo avrei continuato a fare fino a quando ne avrei avuto bisogno. Ma la fortuna non stava girando di certo dalla mia parte, dato che ero tornata al punto di partenza. I miei avevano insistito per farmi vivere in un luogo decente, nonostante io non volessi, e ora mi trovavo da sola a vivere in un appartamento di lusso al Baccarat Hotel & Residences che si trovava al 20 West 53rd St. a Midtown.

Stare in questo posto enorme mi faceva sentire più sola che mai, motivo per cui ero sempre più decisa a cercare di cavarmela da sola il prima possibile.

Avrei voluto un uomo accanto, ma non riuscivano mai ad arrivare ai miei standards. Per loro ero una calamita, ero bella e me ne rendevo conto: mora, occhi azzurri che sfumavano sul grigio, labbra e naso perfetti, curve al posto giusto, sapevo essere sexy nonostante il mio carattere... ma nessuno riusciva mai ad arrivare al secondo appuntamento proprio perché mi chiudevo in me stessa e gli allontanavo per paura di essere ferita.

C'era solo un ragazzo che aveva un posto nei miei pensieri, un ragazzo che non avevo mai potuto avere perché troppo diversi, un ragazzo così stronzo ma bellissimo su cui avevo fantasticato per tutti gli anni del liceo, fino ad ora. Erano passati otto anni dal diploma ma, nonostante ciò, più cercavo di togliermelo dalla testa e più si faceva spazio occupando più posto. Non sapevo che fine avesse fatto, ma Blake Davis era sempre stato un donnaiolo di quelli a livelli estremi, di quelli che non ti baciava e che ti voleva fuori dalla propria casa nel giro di cinque minuti dalla fine dell'orgasmo. Era semplicemente un bastardo. Un bastardo che dovevo togliermi dalla testa perché io non ero come lui. Mi erano stati insegnati dei valori importanti, ero stata cresciuta in un modo impeccabile e sarebbe dovuto continuare ad essere così. Blake Davis doveva stare fuori dalla mia vita, proprio come aveva continuato a fare fino a questo momento, nonostante vivessimo entrambi a New York.

Avevo saputo che tantissimi miei ex compagni e conoscenti del liceo si erano trasferiti qui, chi per il college e chi per iniziare a lavorare direttamente, per cambiare vita. E lui era tra questi ex conoscenti, se così si può chiamare uno che non ti ha mai calcolata ma che andava nella tua stessa scuola. Avevo mantenuto i contatti con alcuni ex compagni, e sinceramente non mi era dispiaciuto.

La mia migliore amica era venuta con me a New York, ma aveva preferito vivere da sola per iniziare la vita da adulta al completo. Eravamo amiche sin da quando eravamo nate, essendo che le nostre madri erano a loro volta migliori amiche. Venimmo al mondo a pochi giorni di distanza, lei nacque esattamente cinque giorni prima di me. Ci sentivamo come delle gemelle. Fisicamente era completamente diversa da me, decisamente il contrario. Io mora, lei bionda. Io occhi azzurri che andavano su un color ghiaccio, lei marroni. Era leggermente più in carne rispetto a me, e nonostante non si amasse, per me era perfetta e più bella di me. Avevo sempre voluto avere qualche chiletto in più, ma non ero mai riuscita ad ingrassare. Anche nello stile eravamo diverse. Lei cercava di vestire un po' più largo usando un abbigliamento oversize a causa del suo fisico, che non era poi così tanto diverso dal mio, e io cercavo sempre di farla vestire più attillata, come me, per far sì che si piacesse. E funzionava, finché non tornavamo a casa e lei tornava alla sua vita di sempre.

AttractionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora