Forse era solo la felicità

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Come sempre la festa per il mio compleanno coincide con la festa di fine estate, di fine vacanza, ma quest'anno c'è qualcosa di diverso, quest'anno festeggiamo due compleanni: il mio e quello del ragazzo che mi ha stravolto la vita.

Ricordo ancora quando, a inizio agosto, si parlava già della festa e lui chiese "fate davvero una festa di fine estate?"

"In realtà è per il compleanno del Cesu, ma prendiamo due piccioni con una fava"

"Non ci credo, sei nato l'ultimo di agosto?"

"Il 30 per la precisione"

"Io il 31!"

"Cosa? Sentito regaz? Quest'anno festa tripla" e mentre i miei amici ridevano della cosa io e lui ci guardammo come quando guardi una foto di quando eri bambino e ti accorgi di un particolare che è sempre stato lì ma non avevi mai notato.


Ti ho scritto una lettera che sa cantare

Per tutti i giorni in cui vorrai dormire


Non era mai venuto in vacanza qui. Tra i ragazzi ormai ci si conosce tutti e lui spiccava fra le mie consuetudini. Oltre ad essere una novità, era diverso da tutti, diverso da quei tratti che ormai ci rendevano tutti uguali perché cresciuti tutti insieme, era un silenzio che risaltava tra quel sottofondo di urla e risate che era la mia estate.

"Chi è quello?"

"E' il nipote della signora Pina, non è mai venuto qua perché studia fuori o qualcosa del genere"

"Dovremmo includerlo nel gruppo"


Quattrocento colpi dentro al cuore

Corse sul mare come due pistole

Ma ora non corro più

Non corro più


"Ho vinto io! Ancora una volta"

"Non vale però Cesi! Io sono una pippa nella corsa"

"Dai su, impara a perdere, lamentino"

Solo lui mi chiamava Cesi. Andare da lui a presentarmi era stata la mia scelta migliore degli ultimi tempi. Si era integrato fin da subito nel nostro gruppo, con la sua timidezza che cercava di nascondere dietro un sorriso mozzafiato, le sue camicie hawaiane, le battute divertenti e quella goffaggine così tenera. Era con me però che si era creato un rapporto particolare, che andava oltre il gruppo, oltre i giochi sulla spiaggia e le serate in centro a fare casino. Aveva trovato in me un appiglio in mezzo a questo caos e io ero felice di lasciarlo aggrappare a me.

"Ti secca se ti chiamo Cesi?" avevo sorriso così tanto quella volta che forse mi avrà preso per pazzo.

"Affatto. Io ti chiamerò Nels" e da quel giorno eravamo Cesi e Nels, due identità che insieme si confondevano, insieme anche se separati. 


Cartoline erotiche nei bar

Vecchi che giocavan a briscola

Potevo leggerti nell'anima

Dietro le lenti nere dei Ray-Ban

Sì, dei tuoi Ray-Ban


Man mano che Nelson aveva iniziato a sciogliersi era diventato egli stesso ideatore di alcune delle cazzate che facevamo in giro per il paese, piccoli momenti ludici che ci facevano sentire liberi e al di sopra di tutte le regole.

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