Preludio

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Mi chiamo Emi.
Sono una ragazza per metà giapponese da parte di mia madre e per metà italiana da parte di mio padre.
Il mio nome, in giapponese, significa "bellissima benedizione", ma è stato scelto anche in virtù di volermi dare il nome della mia amata nonna, nonché l'unica persona con cui possa essere me stessa, Emilia.
Come si sono conosciuti i miei?
Mia madre, Harumi, venne a studiare violino in Italia nel conservatorio di Bologna e lì conobbe mio padre Massimo, al tempo universitario.
Anch'io suono il violino; è il dono più grande che mia madre mi possa aver fatto.
Purtroppo morì di tumore circa tre anni fa, lasciando un vuoto incolmabile nella mia vita e in quella di mio padre.
Lui ancora non si è ripreso... esteriormente non lo da a vedere, ma spesso lo sento piangere di notte e parla con la foto di mamma.
Sono felice che lui l'ami ancora, ma al contempo so che soffre moltissimo.
Forse per questo motivo cerca di non esserci quando mi esercito con il violino.
Ci siamo trasferiti in Giappone quando avevo circa 6 anni, ma a causa del lavoro di mio padre ci siamo dovuti spostare spesso per il paese e per questo non ho mai avuto delle amicizie solide.
In italia torniamo per le vacanze di Natale... Ho bisogno come l'aria di poter stare con mia nonna.
Domani inizia una nuova avventura in una nuova scuola, il Karasuno. Non ripongo molte speranze nel fare nuove amicizie, ma mi impegnerò al massimo negli studi di per potermi iscrivere in una buona università.
Inoltre, ho trovato anche un club di musica a cui non vedo l'ora di inscrivermi.

Mamma, papà... vi renderò orgogliosi di me!

La musica raggiungerà anche il cuore di un ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora