Mi avvicinai violentemente, gli strappai le chiavi dalla tasca e corsi fino alla sua auto non lasciandogli il tempo di fermarmi. Lo avevo lasciato a piedi, si può dire che era da solo eh no aveva la sua amichetta accanto a lui e per me con lei poteva tornare a casa stasera sempre se non avesse avuto una gran voglia di camminare. Tornando a casa riflettevo su ciò che avevo visto e mi ripromisi che se si fosse avvicinato di nuovo gli avrei tirato un pugno da farlo sanguinare per 2 ore. Ma ciò che feci appena tornata a casa fu ancora più sconvolgente. Presi tre birre e in 15 minuti le avevo già finite, non ero padrona di me stessa e avevo ormai perso il controllo. Fui travolta da una scarica elettrica che mi fece ballare come una pazza e spaccare una sedia della cucina contro il muro; avevo il salone pieno di frammenti di sedia e di vetro, per via della cornice rotta dopo lo scontro con la sedia. Era tutto un casino, io ero un casino. Poi suonò il telefono, risposi senza neanche vedere chi era
M- prontooo!
L- mi hai lasciato a piedi, voglio la mia macchina!
Sentii solamente le sue lamentele sul fatto che lo avevo lasciato a piedi ecc. La metà delle parole mi furono sconosciute e a mia sorpresa gli chiusi il telefono in faccia, almeno mi sembrò perché quando corsi in bagno per espellere l'alcol in circolo non sentii più la sua voce. Riacquistata un po' di conoscenza, ripresi il telefono e gli dissi
M- aspetta 10 minuti e vengo a prenderti. - e chiusi la chiamata.
Mangiai qualche cracker e un po' d'acqua per smaltire e presi le chiavi. Probabilmente avevo un aspetto orribile per questo faticai a capire la sua faccia sconvolta appena mi vide.
L- Merda hai un aspetto orribile, spostati
Gli diedi il posto di guida e mi sistemai dietro perché non avevo voglia di vedere la sua faccia.
Dopo 5 minuti mi addormentai e le uniche parole che riuscí a sentire furono mi dispiace.
Mi svegliai nel mio letto, ignara di come ci sia finita e sul comodino trovai un'aspirina con l'acqua e un muffin. Andai nel salone e vidi Leo steso sul divano a dormire e non capí perché si trovava lí.
Ho frammenti di ricordi, me che spacco la sedia, che prendo le chiavi e prendo Leo ma altro non ricordo.
Preparo il caffé, e gli verso una tazza insieme ad un muffin e glieli lascio sul tavolino, poi vado a farmi una doccia. Appena riprendo conoscenza inizio a ricordare ciò che è successo, perciò mi vesto e torno in salone dove Leo si è appena svegliato.
M- Buongiorno, che cosa è successo?
L- Bhe eravamo usciti poi tu magicamente mi hai lasciato a piedi però evidentemente sei tornata a casa e hai bevuto ancora perché ti ho sentito vomitare al telefono e poi sei venuta a riprendermi ma ti sei addormentata perciò ti ho portato a casa e ho visto che avevi rotto alcune cose e come ti sei addormentata ho dato una ripulita. Grazie per la colazione.
Mi sentii così in imbarazzo che non ebbi la forza di aprire bocca perché mi alzai e mi chiusi in bagno.
Avevo fatto una scenata delle mie, cosa che mi ero ripromessa di non fare; spezzoni di ricordi attraversarono la mia mente e insieme a loro tornarono quelle emozioni orribili che credevo scomparse. Scoppiai a piangere istericamente perché avevo appena bruciato la mia unica chance di salvezza; però fui molto sorpresa dalla forza con la quale tornai da lui.
Esatto lui, quelle emozioni forti erano state provocate da persone per me importanti e improvvisamente pensai a quel ragazzo che in poco era diventato così speciale.
M- Mi dispiace, non sai quanto, non avrei dovuto bere né arrabbiarmi per quella stupida barista. Non so che cosa mi sia preso, ti pago la benzina e se ho fatto danni alla macchina...
L- ehy, la macchina è okay anche da ubriaca hai saputo guidare con prudenza
M- si ma non avrei dovuto farlo comunque, ti chiedo ancora scusa
L- accetto le tue scuse ad una condizione.
M- dimmi
L- dovrai uscire a cena con me stasera, ufficialmente
M- Eh?! Ehm si certo, ma non sei arrabbiato?
Per quale motivo questo splendido ragazzo aveva deciso così in fretta di perdonarmi e voleva portarmi fuori a cena?
L- tu sei stata la ragazza che si è comportata meglio con me e poi ho fatto di peggio da ubriaco.... Non ne vado fiero per questo posso solamente capirti.
La scintilla che aveva negli occhi cinque minuti fa gli svanì e fu sostituita da uno sguardo triste e cupo.
M- Che ne dici se ce ne andiamo per 3 giorni da qualche parte? È evidente che ad entrambi serve una pausa e i miei corsi di questa settimana sono leggeri e soprattutto non hanno la frequenza obbligatoria....
Avevo messo alcuni soldi da parte per farmi una mini vacanza a natale ma ancora mancano 2 mesi e posso risparmiare, in più ho davvero bisogno di staccare.
L- io martedì ho una lezione obbligatoria anzi devo studiare o quello mi boccia di sicuro... Non sono tanto bravo in letteratura.
Fu allora che capí come farmi perdonare:
M- beh allora possiamo partire venerdì pomeriggio e tornare domenica sera, e se hai ancora voglia possiamo uscire stasera ma permettimi di aiutarti con letteratura.
L- lo faresti davvero?
M- Ma certo! Ti direi di cambiarti qua da me ma a meno che tu non voglia vestirti da donna non saprei come aiutarti, fai un salto a casa ti lavi e porta il libro qua e intanto inizio a pensare a qualcosa per il pranzo.
L- grazie Mary, sei la migliore.
Si alza dal divano e corre verso di me dandomi un bacio sulla guancia e io arrossisco a quel breve contatto. Prende le sue cose frettolosamente infatti si dimentica il telefono sul tavolo, perciò faccio una corsa per le scale e lo raggiungo solo che vengo bloccata dalle sua braccia. Ha gli occhi rossi e il viso bagnato.
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Tutto Succede Per Caso
RomanceMaria aveva appena raggiunto l'università dei suoi sogni quando un piccolo incidente la fa riflettere su chi è veramente. Leo era riuscito a farla riflettere sulle sue insicurezze, facendo uscire la sua parte migliore.