-depression-

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Enzo pov's

iniziai a leggere la conversazione ad alta voce in modo che Lorenzo e Matteo potessero sentire, il messaggio mostrava queste parole:

'ehi ciao Ariel:)

sono Luke, il tuo EX ragazzo. Oh si babe, EX.

Mi sono rotto la minchia di te sai? In questi tre anni non ho fatto altro che usarti per i miei scopi. È stato davvero bellissimo sfondare quel bel culetto che hai, bello sodo; i tuoi pompini sono una favola, e li ho sempre amati, certo anche se sei una Dea del sesso, ti lascio piccola troia, stai diventando troppo appiccicosa, ti sei innamorata troppo di me e io non voglio più portare avanti questa sceneggiata anche perché ho conosciuto una ragazza bionda, con due tette bellissime e un culo che boh, il paradiso. Inoltre è anche più vecchia di te di qualche anno perciò di sicuro ci sa fare meglio. Ciao ciao stronza, ti auguro di morire, fai schifo a tutti, piaci solo per la tua popolarità, nessuno ti ama, sei sola. MUORI.

Non più tuo, Hemmings.'

Ariel aveva semplicemente risposto con tre puntini e un cuore spezzato a fine frase.

“quel figlio di puttana” sussurrai appena, con gli occhi che minacciavano di piangere

“n-non posso crederci” disse Lorenzo con uno sguardo perso.

Matteo rimase immobile, a fissare il vuoto, chissà cosa vagava nella sua mente in quel momento.

“a-andiamo a parlarle” dissi io balbettando, gli altri annuirono come segno di risposta.

Salimmo le scale e bussammo alla porta della mia piccola sorellina dal cuore distrutto.

Ariel pov's

stavo ancora piangendo.

Come ha potuto? Come cazzo ha potuto prendermi in giro per tutti questi anni? Non ci posso credere.

Ero finalmente guarita dalla mia malattia depressiva, ma con questo colpo sono sicura di esserne ricaduta; questa malattia è sempre stata molto pesante per me, è come se il dolore si amplificasse almeno tre volte tanto, portando un male davvero potente, in grado di distruggermi.

Le medicine mi hanno sempre salvata da questa cazzo di malattia, spero funzioneranno.

I miei pensieri vennero interrotti dal bussare della porta.

Con molta lentezza andai ad aprire, trovando davanti Enzo, Lorenzo e...Matteo.

Corsi a letto e mi misi seduta, rannicchiandomi sulle ginocchia

“Ariel...” disse Enzo correndo ad abbracciarmi.

Lui sapeva della malattia, e poteva forse percepire quanto fosse il mio dolore in quel momento.

“da uno a dieci, quanto è il tuo dolore?” sussurrò appena, ancora dalle mie braccia.

Lui faceva sempre così.

tutte le volte che finivo in ospedale per tagli molto profondi, mi chiedeva quando fosse il mio dolore.

Io, anche se il dolore era molto forte, dicevo sempre nove. Ho sempre voluto conservare il mio dieci per qualcosa di veramente doloroso; lo usai solo una volta: quando mamma e papà morirono, quello fu il dieci più doloroso che abbia mai provato, fino ad oggi, che è un bel testa a testa.

Molto probabilmente penserete 'ma che stupida, paragona il dolore della perdita dei propri genitori con la rottura di un fidanzamento'

lo so, è una cosa stupida, ma questo dolore per me è lancinante, è come se mille lame mi trafiggessero il cuore.

“d-dieci” balbettai appena.

“Principessa...tutta colpa di quella malattia di merda vero? Porca troia, prendi le medicine” disse con tono più sicuro, per poi alzarsi in piedi e andare in bagno a prendere le cure.

Abbassai la testa.

Nell'attesa nella stanza si era creato un silenzio assordante, sentivo il cuore esplodere, iniziai ad urlare dentro di me, dando vita a un cosi detto 'urlo silenzioso'.

Enzo rientrò nella stanza, mi diede tre pastiglie e un bicchiere d'acqua, che presi subito.

Mi sentii subito meglio, quelle pastiglie erano la mia salvezza.

“Grazie principe, sto meglio” sussurrai ad Enzo,che sorrise come segno di risposta.

Lorenzo e Matteo, per tutto quel tempo non hanno parlato.

“ragazzi potete andare? Ho bisogno di stare un po sola”

dissi, con il sorriso più falso del mondo.

“se hai bisogno chiamaci, Ariel” questa volta a parlare fu Matteo, dopo di che uscirono dalla porta.

Chiusi a chiave e decisi di mandare un messaggio alla mia migliore amica: Ginevra.

È davvero una ragazza bellissima, bionda, occhi azzurri e un bellissimo fisico, la invidio moltissimo.

Le mandai lo screen, e in meno di un minuto sul display apparse il nome 'Cinni<3'

era lei, la mia Ginevra.

L'ho sempre soprannominata Cinni,fin da quando eravamo piccole. Era una specie di presa in giro al suo nome, poiché anziché Ginevra, la chiamavo Cinefra, da questo nacque questo bellissimo soprannome che adoravo.

Al pensiero sorrisi, e accettai la chiamata

“pront..” non riuscii a finire la parola che la bionda attaccò.

“ARIEL MA IO QUEL FIGLIO DI PUTTANA LO AMMAZZO, SENTI, TU MERITI MOLTO MEGLIO, E ORA ALZA IL CULO CHE TRA DIECI MINUTI SOLO LI SOTTO CASA TUA. TI PORTO AL MC DONALD” urlò, uccidendomi un orecchio

“per questo ti amo Cinni” dissi io sorridendo come una scema,è incredibile di come faccia a farmi tornare sempre il sorriso quella ragazza.

“a dopo piccola, non piangere, ti amo.” disse per poi riattaccare.

Posai il telefono e iniziai a prepararmi, forse le cose andranno meglio, o forse no...

CIAO PELE PIMPETTE.

SCUSATE SE AGGIORNO SOLO ADESSO MA NON HO PROPRIO TEMPO , CON LA SCUOLA E LO STUDIO.

ORA SCRIVO UN ALTRO CAPITOLO E PENSO CHE LO CARICO STA SERA DOPO DI QUESTO. BACI BACI, COMMENTATE E FATEMI SAPERE SE LA STORIA VE PIASA.

VE SE AMAAA.

DUBAAAAAAAAI. <3

smile again.||Matteo Tiberia||Where stories live. Discover now