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Ero ancora scossa da tutto quello che era successo.

Tra qualche minuto arriverà Ginevra e io mi devo preparare.

Decisi di tenere quella maglia e quei jeans,e le Vans.

Scesi di sotto, e notai che tutti iniziarono a fissarmi:

Enzo in modo preoccupato, che dolce, quanto amo mio fratello;

Lorenzo come se volesse sapere di più, come dire, mi guardò in modo molto curioso;

e poi Matteo...

quegli occhi tanto belli,non trasmettevano nulla, mi fissavano e basta; era come se in quel momento la sua mente fosse vuota, oppure talmente piena di pensieri tutti indecifrabili a mio occhio.

“esco con Ginevra” dissi solamente prendendo il cellulare, aspettando che il campanello suonasse

“G-ginevra?” disse dolcemente.

Che dolce, è innamorato di lei, non me lo ha mai detto con precisione ma si nota abbastanza:

non fa che parlare di lei, ogni giorno.

“si,Ginevra” dissi solamente scrollando le spalle.

Intanto suonò il campanello, andai ad aprire e la figura di una ragazza bionda mi invase la vista;

quanto è bella.

Si fiondò sulle mie braccia e mi strinse in un abbraccio pieno di amore e affetto, quanto bene le voglio!

“Ariella, piccola mia” disse sulle mie braccia, io iniziai a sorridere;

Ariella è il soprannome che lei mi diede all'età di dieci anni, eravamo così piccole e così inesperte, chi lo avrebbe mai immaginato che il mondo sarebbe stato così tanto crudele e meschino?

Ginevra notò gli altri, e alla vista di Enzo le sue gote si tinsero di un colorato leggermente rossastro, stesso per Enzo con la differenza che era diventato direttamentre color bordeux.

“umh ciao a tutti” sorride la bionda, facendo un cenno di saluto con la mano

“ciao” dissero Matteo e Lorenzo, tranquillamente

“c-ciao Ginni” disse mio fratello piuttosto imbarazzato.

La situazione era diventata abbastanza,emh, imbarazzante per tutti, così decisi di dire qualcosa.

“forse è meglio che andiamo, vero Cinefra?” la guardai negli occhi, per poi prenderle la mano; senza aspettare la risposta le strinsi forse la mano e la portai fuori di casa, sbattendo la porta come qualche ora prima.

“Ariella, andiamo” mi guardò con fare serio per poi sospirare

“allora piccola mia, adesso ti farò un discorso che la Ginevra De Giglio non farebbe mai.” mi guardò qualche secondo per poi tornare a fissare la strada

“allora Ariella, tu quella merda di Luke lo devi dimenticare, e lo so che non è affatto facile, soprattutto con la tua malattia che rende tutto fottutamente più difficile, ma ce la devi fare! Quel ragazzo non merita le tue lacrime! Nessuno merita le lacrime di Ariel Ciolini. NESSUNO.” marcò la parola 'nessuno'

“tanto meno un coglione palestrato biondo. E adesso tu non ti taglierai, non fumerai e non ti drogherai, fallo per me piccola Ariella, ti prego.” abbassò la testa con gli occhi lucidi; il mio cuore piangeva a vederla così..distrutta per me. Tutta colpa mia, solo colpa mia. Iniziai a ripetere quelle parole dentro la mia testa. Intanto Ginevra proseguì il suo discorso.

“sai? Io ti amo davvero tantissimo scema, e sapere che ti odi e che ti vuoi fare del male, non fa altro che uccidere anche me”

colpo al cuore. Faccio soffrire tutti.

smile again.||Matteo Tiberia||Where stories live. Discover now