Tornai a casa dopo pranzo assieme a Sabrina ed Ariel, le quali si erano autoinvitate da me per parlare della situazione con Luca, stanche del mio muso lungo.
Appena aperto il portone sentii delle grida provenire dal piccolo salotto presente nell'appartamento.
Vivevo in una casa per studenti assieme al mio fratellastro Nelson, la sua ragazza Ester ed il nostro amico Cesare.
A quanto pare le urla provenivano dai miei due coinquilini ed i loro amici, che stavano giocando insieme alla PlayStation ed erano talmente tanto presi che nemmeno si accorsero di me e le mie due amiche.
Mi avvicinai piano alle spalle di Nelson, facendo segno di stare zitti agli altri, divertiti dalla situazione.
«Bu!» gli urlai nelle orecchie, si spaventò a tal punto da cacciare un urlo di puro terrore e lanciare il joystick per aria. Sullo schermo apparve la scritta GAME OVER ed una risata generale riempì la stanza.
Notando lo sguardo omicida di mio fratello iniziai ad arretrare lentamente per andarmene, ma lui iniziò ad inseguirmi attorno al divano davanti agli altri, ormai abituati a certe scene.
Visto l'andazzo della giornata, non potei che inciampare e cadere per l'ennesima volta. Stavolta fu Nelson a ridere di gusto e, come se non bastasse, si mise anche a farmi il solletico sui fianchi. Sapeva perfettamente quanto lo odiassi.
«Avete finito di fare i bambini di due anni?» intervenne Ariel.
«Già, siete imbarazzanti.» aggiunse Cesare.
Nelson smise di farmi il solletico e tese una mano per aiutarmi, mentre guardava in cagnesco i nostri due amici.
Ebbi un flash della mattina e mi ricordai del ragazzo ricciolino.
"No, no, frena Sara. Sei fidanzata. Perché dovresti pensare ad uno sconosciuto qualsiasi?".
Già, perché avrei dovuto pensarci?
Salutati i ragazzi, mi chiusi in camera con Ariel e Sabrina ed iniziò il quarto grado.
«Quindi?» cominciò la castana.
«Quindi cosa? Non ho ancora parlato a Cesare di te, Sab, mi dispiace, se vuoi rimedio ora.» cercai di sviare il discorso, facendo arrossire la mia amica.
«Eh no, non cambiare discorso, anche se, ammetto, molto interessante anche questo, ci ritorneremo. Ma ora vogliamo sapere del tuo litigio con Luca. Che è successo stavolta?» intervenne Ariel.
«Il solito, lo sapete, litighiamo sempre. Passerà.» dissi, con voce evidentemente tremolante e poco convinta.
"Vuoi davvero che passi?" si fece spazio questo pensiero nella mia testa.
Sentii le guance venire rigate dalle lacrime.
Le due ragazze mi abbracciarono forte e scoppiai in un pianto disperato.
«Non so nemmeno se voglio che passi.» a voce suonava ancora più doloroso. Piansi ancora più forte, mentre le mie amiche cercavano di rassicurarmi.
«Andrà tutto bene tesoro, vedrai.»
«Non andrà bene un cazzo. Non va mai bene un cazzo.» singhiozzai.
«Non andrà bene se tu non vorrai che vada bene.» disse Sabrina, accarezzandomi la schiena.
«Non so se voglio che vada bene. Non so mai un cazzo di niente. Non so se quello che studio sia giusto. Non so cosa voglio fare nella vita. Non so se voglio stare con Luca. Non so un cazzo, come sempre, da quando sono nata ad oggi.» urlai piangendo.
Le mie due amiche mi guardarono senza proferire parola e dal nulla Ariel mi tirò un ceffone.
«Che cazzo fai?» sbottai allibita.
«Intanto calmati e respira. Scusa per lo schiaffo, ma non eri in te.» rispose in modo stranamente calmo la ragazza. «Cerchiamo di risolvere un problema alla volta, okay? Te la senti di parlarne?»
«Io-» nella testa si fecero spazio tante cose da dire, ma sapevo che dalla bocca non sarebbe uscito nulla. Come potevo spiegare a parole qualcosa che non capivo nemmeno io? «No, non me la sento ancora. Scusate ragazze, e grazie per tutto, davvero.» singhiozzai con una mano sulla guancia ancora dolorante.
«Va bene, ma non accetto di vederti così. Questo è un codice rosso. Sabrina, operazione AIUOLA.» io e Sabrina ci guardammo confuse.
«La missione... cosa?» chiese Sabrina poco convinta.
«Ma devo insegnarvi proprio tutto? AIUOLA. Adesso Insieme Usciamo O La Ammazzo.» nessuno fiatò per qualche secondo, poi scoppiammo a ridere tutte assieme.
Continuammo per almeno due minuti filati, fino a che Ariel non riprese la parola.
«Adesso ascoltatemi. Ora invio un messaggio nel gruppo in cui ci sono anche le altre, così organizziamo una bella uscita per domani. Per oggi ti lascio il giorno libero, così potrai crogiolarti nel tuo dolore un'ultima volta. Lo so, sono troppo buona, ce ne fossero di persone come me al mondo.»
«Guarda che hai fatto tutto tu.» rispose la castana, intontita dal monologo dell'amica. «Comunque ci sono, ovviamente.»
In quel momento mi sentii fortunata ad avere delle amiche così e le abbracciai di slancio, prendendole alla sprovvista.
«Vi voglio bene, grazie ragazze.» le altre due ricambiarono l'abbraccio.
«Ora basta. Potresti già star piangendo rannicchiata a letto, invece stai qua con noi a perdere tempo. Io e Sabrina ce ne andiamo.» disse Ariel staccandosi e dirigendosi verso la porta. «Mi raccomando, leggi i messaggi nel gruppo per domani, non fare come tuo solito. E metti la sveglia, non voglio essere costretta a venire fino a qui a prenderti.» concluse.
«Tranquille, sarà fatto, promesso.» sorrisi sinceramente e le salutai.
Di punto in bianco mi sentii più leggera, pur non avendo parlato di nulla. Capii di avere qualcuno a cui poter dire tutto quello che mi turbava senza essere giudicata, non era solo il momento giusto.
Guardai il letto, poi l'orologio. Erano le quattro e mezza. All'improvviso apparve una notifica sul display del mio cellulare.
"Luca". Non la aprii.
Uscii dalla mia stanza e raggiunsi Nelson e gli altri, decisa a voler trascorrere il resto della giornata senza pensare a ciò che mi faceva star male.
"Non so nulla, è vero. Eppure in questo momento sono certa di una cosa. Il mio posto è questo qui." pensai, osservando i ragazzi presenti nella stanza.
E per la prima volta dopo mesi passai una giornata spensierata, felice delle persone che avevo accanto, ed una nottata più silenziosa del solito, priva di paure per la giornata seguente.
SPAZIO AUTRICEOH
MIO
DIO
Sì, sono viva. Sono davvero io. Chiedo perdono, ma tra blocco dello scrittore, sessione estiva e vacanze varie non ho avuto il tempo e la voglia di scrivere nulla. Giuro che proverò ad aggiornare più frequentemente.
Parlando del capitolo, non è tra i miei preferiti , è solo un capitolo transitorio (se trovate errori segnalatemeli grazie), dal prossimo ne vedremo delle belle, giuro. Quindi... wait for it!
Alla prossima <3
-brio
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L'amore ci estinguerà
Fanfic《Dai, puoi dirmelo. Siamo gemelli di occhi azzurri, in fondo.》 disse lui sorridendo. 《Tu non hai gli occhi azzurri.》 affermai convinta. 《E di che colore sarebbero?》 mi chiese. 《Non lo capisco, ma penso sia vero che gli occhi sono lo specchio dell'an...